Riforma del diritto canonico

La riforma attuata nel pontificato di Francesco è uno strumento "per rispondere adeguatamente alle esigenze della Chiesa in tutto il mondo".

8 giugno 2021-Tempo di lettura: 3 minuti

La Chiesa, come ogni istituzione, ha bisogno di un insieme di norme giuridiche per comportarsi. Il primo Codice di Diritto Canonico fu promulgato nel 1917 da Papa Benedetto XV e quello attuale è stato promulgato da San Giovanni Paolo II nel 1983. Lo scorso 23 maggio, Papa Francesco ha promulgato la Costituzione apostolica Pascite gregem Dei che riforma il Libro VI del Codice di Diritto Canonico sulle sanzioni penali nella Chiesa, una modifica che entrerà in vigore dall'8 dicembre di quest'anno. 

Nella citata Costituzione Apostolica, il Santo Padre sottolinea che "fin dai tempi apostolici, la Chiesa si è data delle leggi per il suo modo di agire che, nel corso dei secoli, sono giunte a formare un corpo coerente di norme sociali vincolanti, che danno unità al Popolo di Dio e della cui osservanza sono responsabili i Vescovi". Norme che legano "la misericordia e la correzione della Chiesa" e che "devono essere in permanente correlazione con i cambiamenti sociali e con le nuove esigenze che appaiono tra il Popolo di Dio, che a volte rendono necessaria la loro rettifica e il loro adattamento a situazioni mutevoli". Il Papa rivela in Pascite gregem Dei che "la sanzione canonica ha anche una funzione di riparazione e di medicina salutare e cerca soprattutto il bene dei fedeli".

codice di diritto canonico

Non è facile redigere un testo giuridico applicabile alla Chiesa universale. Oggi, un certo etnocentrismo culturale si sta diffondendo in gran parte del nostro mondo, portandoci a pensare che la propria cultura sia superiore ad altre culture che dovrebbero essere coperte dallo stesso ombrello giuridico. Il Papa ricorda infatti che Benedetto XVI ha lanciato questa revisione nel 2007 e che da allora è andata maturando. 

Come ha recentemente sottolineato monsignor Juan Ignacio Arrieta, segretario del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, tra le principali novità di queste revisioni troviamo che esse determinano con maggiore precisione il comportamento da tenere da parte dei responsabili dell'osservanza di queste norme e i criteri da seguire per l'applicazione delle sanzioni. Un altro aspetto rilevante è quello comunitario, ovvero che il diritto penale è importante anche per preservare la comunità dei fedeli, rimediare allo scandalo causato e riparare il danno. Il testo fornisce inoltre all'autorità gli strumenti per riorientare il comportamento in tempo e, di conseguenza, per prevenire i danni.

Il presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, monsignor Filippo Iannone, ha sottolineato l'emergere di nuove sanzioni come la riparazione o il risarcimento dei danni. Le sanzioni sono elencate in modo più dettagliato. Alcune pene che prima erano previste solo per i sacerdoti vengono estese a tutti i fedeli. I termini di prescrizione dei reati sono stati rivisti e ne sono stati introdotti di nuovi. Nell'ambito degli abusi sui minori, si sottolinea la gravità dei reati e l'attenzione per le vittime. Viene inoltre sottolineata l'importanza della trasparenza e della buona gestione delle risorse. 

Questa riforma sarà certamente uno strumento importante "per rispondere adeguatamente alle necessità della Chiesa in tutto il mondo" nel "contesto dei rapidi cambiamenti sociali che stiamo vivendo", come sottolinea Papa Francesco in Pascite Gregem Dei

L'autoreCelso Morga

Arcivescovo della diocesi di Mérida Badajoz

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