Vaticano

Giornata mondiale della pace: profeti e testimoni della "cultura della cura".

Un nuovo orizzonte di pace per l'umanità si scopre attraverso una "cultura della cura" che, prendendosi cura dei più deboli e vulnerabili, ci rende consapevoli di appartenere alla stessa famiglia umana. Lo spiega Papa Francesco nel suo Messaggio per la Giornata mondiale della pace, che si celebra il 1° gennaio.

Giovanni Tridente-1° gennaio 2021-Tempo di lettura: 4 minuti

Sradicare la cultura dell'indifferenza, dello scarto e dello scontro, e costruire così una società basata su relazioni fraterne, privilegiando la cura degli altri e del creato, attraverso un protagonismo generalizzato delle donne. È con questo desiderio - non certo nuovo - che nasce la riflessione di Papa Francesco all'inizio di quest'anno 2021 ai capi di Stato, ai responsabili delle organizzazioni internazionali, ai leader spirituali e ai fedeli delle varie religioni e a tutti gli uomini di buona volontà.

L'occasione è offerta dal Messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace, che da 54 anni si celebra il 1° gennaio per intuizione del Santo Predecessore, Papa Paolo VI, avendo come tema "...".La cultura della cura come via per la pace". 

La cultura dell'assistenza

Il Pontefice sviluppa questa cultura in sette punti, a partire dal modello di "Dio Creatorericordando come in molte tradizioni religiose vi siano narrazioni in cui è evidente che alla creatura umana è affidata una vocazione speciale "...", e come in molte tradizioni religiose vi siano narrazioni in cui è evidente che alla creatura umana è affidata una vocazione speciale "...".in assistenza". Con una serie di riferimenti storici, il primo esempio per eccellenza di questa "storicità" è il "Il progetto di Dio per l'umanità"Il commento del Papa è ambientato nel libro della Genesi, che racconta l'incarico di Adamo di coltivare e custodire il giardino dell'Eden, sia per rendere la terra produttiva che per proteggerla preservando la sua capacità di sostenere la vita".

Allo stesso modo, la Scrittura presenta Dio come "...".modello di assistenza"I Profeti sottolineano anche l'importanza del singolo essere umano e dell'armonia del creato, a partire dai più poveri tra i poveri.

Questo approccio del Padre", spiega Papa Francesco, "si è manifestato anche nel ministero di Gesù, che con compassione".È venuto dai malati nel corpo e nello spirito e li ha guariti; ha perdonato i peccatori e ha dato loro una nuova vita."È andato fino al sacrificio estremo della Croce, ci ha guarito liberandoci dalla schiavitù del peccato e della morte.

Oggi, quindi, spetta ai seguaci - i cristiani - mostrare questa adesione al "...".cultura dell'assistenzacome ha fatto il nucleo della prima generazione, praticando la generosità affinché nessuno di loro fosse nel bisogno, rendendo la comunità "...".una casa accogliente, aperta a tutte le situazioni umane, pronta a prendersi cura dei più vulnerabili".

La dottrina sociale della Chiesa

Per illuminare questo percorso "di misericordia spirituale e corporale"Il Santo Padre propone alcuni principi della dottrina sociale della Chiesa, un patrimonio prezioso", che risale anche alle sue origini.da cui estrarre il file "grammatica"di curala promozione della dignità della persona umana - "la promozione della dignità della persona umana" - "la promozione della dignità della persona umana".un fine in sé, mai un semplice strumento da apprezzare solo per la sua utilità.solidarietà con i poveri e gli indifesi - che viene vista come "..." -; solidarietà con i poveri e gli indifesi - che viene vista come "...".non come una statistica, o un mezzo da sfruttare e poi gettare quando non è più utile, ma come un nostro simile, un nostro compagno di viaggio.preoccupazione per il bene comune, tenendo conto di "..."; ei suoi effetti sull'intera famiglia umana, tenendo conto delle conseguenze per il presente e per le generazioni future"e la salvaguardia del creato, come viene abbondantemente spiegato nell'enciclicaLaudato si'.

Questa "bussola" di principi è offerta dal Papa a tutti i responsabili delle nazioni, del mondo economico e scientifico, della comunicazione e dell'educazione, per dare una nuova direzione al processo di globalizzazione, come qualcosa che ci sfida tutti insieme".di diventare profeti e testimoni della cultura dell'assistenza, di superare tante differenze sociali". Il Pontefice si dice poi convinto che tutto questo sarà possibile "...".solo con un ruolo forte e ampio per le donne, nella famiglia e in tutti gli ambiti sociali, politici e istituzionali.".

In questo documento viene lanciato un nuovo appello a smettere di investire in armi e altre spese militari e a destinare queste risorse a un fondo globale per l'eliminazione definitiva della fame, contribuendo così allo sviluppo dei Paesi più poveri, come già chiesto lo scorso ottobre in occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione.

Un compito per la famiglia

Tutto questo processo di inculturazione non può prescindere dall'educazione, che, secondo il Papa, deve necessariamente essere promossa in famiglia - che "... è l'unico modo per promuovere l'educazione in famiglia".la famiglia deve essere messa in condizione di svolgere questo compito vitale e indispensabile."in collaborazione con le scuole, le università, ma anche con i soggetti della comunicazione sociale".chiamato a trasmettere un sistema di valoriL'UE "rispetta tutti i popoli, tutte le tradizioni e i diritti fondamentali che ne derivano, senza dimenticare il ruolo della Chiesa nel mondo".

Tutti questi aspetti, riuniti e portati avanti in modo completo e interdipendente, possono davvero far progredire tutti i popoli".verso un nuovo orizzonte di amore e di pace, di fraternità e di solidarietà, di sostegno reciproco e di accoglienza".

L'esempio di Giuseppe

Facendo un passo indietro, riferimenti a questo approccio alla cura appaiono anche nella recente Lettera apostolica Patris Cordecon cui Papa Francesco ha inaugurato l'8 dicembre l'Anno di San Giuseppe, sul cui esempio pronuncia parole bellissime per ogni cristiano da seguire.

In questo contesto, riferendosi al marito di Maria, il Papa sottolinea il suo "coraggio creativo"Lo dimostrano tutte le occasioni in cui la famiglia di Nazareth si è trovata di fronte a difficoltà, dalla mancanza di alloggio prima del parto alla fuga in Egitto. In tutte le occasioni in cui Giuseppe - come Dio fa con ciascuno dei suoi figli -, animato dal desiderio di "prendersi cura" (della moglie, del figlio) conserva i tesori che il Signore gli aveva affidato, mostra il vero significato di responsabilità e di amministrazione.

I precedenti

Se si considerano i precedenti sette anni di pontificato e i messaggi proposti da Papa Francesco per questa speciale Giornata mondiale, giunta alla cinquantesima edizione, emerge un filo conduttore nei temi che vengono sottolineati - nel loro insieme - al di là dell'attualità del fenomeno umano nel suo contesto storico: aspetti legati proprio alla cura.

Nei primi due anni, 2014 e 2015, la "fraternità" è stata infatti il tema chiave della riflessione del Papa all'inizio di ogni anno solare. Poi, la necessità di superare l'indifferenza, di vincere la violenza, di prendersi cura dei migranti e dei rifugiati, anche attraverso la buona politica, oltre che il dialogo, la riconciliazione e la conversione ecologica, lo scorso anno.

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