Puntate alla giugulare (di Novell)!

Gli eventi dolorosi di queste settimane dimostrano che la debolezza è sempre presente nella nostra Chiesa, sia nella persona che sbaglia sia in coloro che trasformano questa stessa debolezza in un motivo di attacco e di umiliazione pubblica.

18 settembre 2021-Tempo di lettura: 2 minuti

Sono passate ormai diverse settimane dall'angosciante notizia delle dimissioni dell'incumbent di Solsona, per motivi a dir poco strani, che ha scosso le redazioni generali e religiose della Spagna.

Per la maggior parte del mondo, anche all'interno della Chiesa, Solsona era una di quelle diocesi che bisognava cercare sulla mappa. Un luogo antico e storico che per molti è stato dimenticato e che ancora oggi è alla ribalta, sulle prime pagine, nei telegiornali e nelle opinioni delle persone di tutto il mondo.

Se questa storia ha rivelato qualcosa, è come la debolezza possa essere sempre presente nella nostra Chiesa e come, per molti e soprattutto all'interno di questa Chiesa, invece di essere un motivo di esame personale e comunitario, diventi un'arma e un motivo di attacco, disprezzo e umiliazione pubblica.

Evidentemente questo evento, o almeno quello che ne sappiamo, è stato uno scandalo in senso proprio: per le caratteristiche, le connotazioni o la non conoscenza... ma non meno scandalosa è la morbosità, il pettegolezzo da sacrestia e il "sangue" che si sta facendo di questo caso e dei suoi protagonisti, soprattutto nei media "religiosi".

Che ci sia chi, dall'esterno della Chiesa, prenda questo tipo di questioni per attaccare o deridere la fede è normale, potremmo dire che è quasi scontato. Ma che quelli di noi che si confessano cattolici, e ogni domenica si battono il petto proclamando la propria colpa, nel giro di poche ore siano andati alla giugulare, giudicando le intenzioni, i cuori e le vite degli altri, senza mostrare un minimo di carità o di senso soprannaturale, questo alimenta davvero lo scandalo.

Ho letto, nel racconto di Twitter di un noto comunicatore, come la reazione di alcuni media, considerati di informazione religiosa, a questo caso lo abbia portato a pensare al passo evangelico della donna adultera. Sono d'accordo con lui. Con la differenza che, al giorno d'oggi, abbiamo sostituito le pietre con tastiere e macchine fotografiche. Come sosteneva questo stesso giornalista, soprattutto nei media religiosi, l'informazione su questioni che riguardano direttamente le persone deve basarsi su uno squisito rispetto per la persona con carità.

La storia della Chiesa è scritta con l'inchiostro dei peccatori e dei santi, o meglio, con l'inchiostro dei santi che sanno di essere peccatori e dei peccatori che possono diventare santi.

Di fronte alle miserie dell'uno o dell'altro, la parola più forte ed efficace che possiamo dire o scrivere è la preghiera, che, per la comunione dei santi, non viene meno nemmeno nei casi più estremi... anche se il fegato vuole scagliare la tastiera contro l'altra persona.

L'autoreMaria José Atienza

Caporedattore di Omnes. Laureata in Comunicazione, con oltre 15 anni di esperienza nella comunicazione ecclesiale. Ha collaborato con media come COPE e RNE.

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