Letture della domenica

La parola di Dio entra nella storia. Letture per la seconda domenica di Avvento

Andrea Mardegan commenta le letture della seconda domenica di Avvento e Luis Herrera tiene una breve omelia video. 

Andrea Mardegan-1° dicembre 2021-Tempo di lettura: 2 minuti
bibbia

Nelle prime parole dopo il Vangelo dell'infanzia di Gesù e Giovanni, Luca segue un'usanza frequente nei libri profetici dell'Antico Testamento e inizia citando le autorità civili e religiose del tempo in cui la parola di Dio "colpisce" Giovanni.

Come Isaia, Geremia, Baruch, Ezechiele, Osea, Amos e altri, che iniziano il loro libro definendo il tempo storico in cui la parola di Dio è stata loro manifestata. Ciò significa che la Parola di Dio entra nella storia per salvarla e il suo accadimento è storicamente verificabile. Luca rivela così di voler presentare Giovanni come un profeta inviato da Dio. Già nei brani dedicati all'infanzia di Gesù e di Giovanni, Luca ci aveva abituato a questa struttura: situazione storica e parola di Dio che arriva. "Al tempo di Erode, re di Giudea", Secondo Luca, la parola di Dio, portata direttamente dall'angelo Gabriele, giunse a Zaccaria e poi a Maria di Nazareth. Introduce la nascita di Gesù citando il decreto di Cesare Augusto sul censimento emanato "in quei giorni", e che "è stato fatto quando Quirino era governatore della Siria". 

La storia umana e la Parola di Dio si intrecciano, e il Verbo di Dio che si fa uomo nel grembo di Maria entra nella storia in un modo completamente nuovo e finora inimmaginabile. I nomi delle autorità sono sette, cinque civili e militari e due religiose. Un numero che nella Bibbia richiama la pienezza. Luca ci fa capire che tutte le autorità di ogni genere e di ogni epoca, e l'intera storia umana, saranno abitate in modo nuovo e per sempre dalla parola di Dio, con straordinaria potenza ed efficacia. "Ogni valle sarà colmata, ogni monte e colle sarà spianato; le cose storte saranno raddrizzate e le cose inaccessibili saranno spianate". 

Ricordiamo le parole di Gesù che definisce Giovanni come "il più grande tra i nati di donna", ma aggiunge anche: "Il più piccolo nel Regno dei Cieli è più grande di lui". Anche noi siamo in quella piccolezza. Ricordiamo, dunque, la dimensione profetica della nostra vocazione cristiana. Riconosciamo che è l'iniziativa di Dio, e che la sua parola ricevuta provoca come conseguenza: andare, agire e parlare. È lo stesso processo che si verifica in Maria e, con più difficoltà, in Zaccaria. Ricevono la parola, agiscono e poi profetizzano. Questo è ciò che accade nel battesimo e in tutta la vita cristiana. Per facilitare l'ascolto della Parola, siamo chiamati a riprodurre il deserto di Giovanni: il silenzio, l'ascolto, l'allontanamento dalle cose che gridano e non ci permettono di ascoltare Dio che parla e ci invia nel suo nome. E lasciamo che la sua parola ci porti dove vuole lui.

Omelia sulle letture della seconda domenica di Avvento

Il sacerdote Luis Herrera Campo offre il suo nanomiliauna breve riflessione di un minuto per queste letture.

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