Vaticano

Persone con disabilità: verso una cultura “dell’inclusione integrale”

Un forte appello per promuovere una "cultura dell'inclusione integrale" delle persone con disabilità, superando la mentalità utilitaristica e discriminatoria della "cultura dello scarto", lo ha lanciato Papa Francesco l’11 aprile scorso, ricevendo in Udienza nella Sala Clementina i partecipanti alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.

Giovanni Tridente-22 aprile 2024-Tempo di lettura: 2 minuti

Il Papa bacia un bambino con la sindrome di Down ©OSV

Un forte appello per promuovere una "cultura dell'inclusione integrale" delle persone con disabilità, superando la mentalità utilitaristica e discriminatoria della "cultura dello scarto", lo ha lanciato Papa Francesco l’11 aprile scorso, ricevendo in Udienza nella Sala Clementina i partecipanti alla plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.

"Quando questo principio elementare non è salvaguardato, non c'è futuro né per la fraternità né per la sopravvivenza dell'umanità", ha ammonito il Pontefice riferendosi al principio della dignità inviolabile di ogni essere umano, indipendentemente dalle sue condizioni.

Pur riconoscendo i progressi fatti in molti Paesi, Francesco ha denunciato che in troppe parti del mondo le persone con disabilità e le loro famiglie sono ancora "isolate e spinte ai margini della vita sociale". Una situazione che si verifica non solo nei Paesi più poveri, dove la disabilità "condanna spesso alla miseria", ma anche in contesti di maggior benessere economico.

Mentalità trasversale

La "cultura dello scarto", per il Papa, è trasversale e non ha confini. Essa porta a valutare la vita solo in base a "criteri utilitaristici e funzionali", dimenticando la dignità intrinseca di ogni persona con disabilità, "soggetti pienamente umani, titolari di diritti e doveri".

Un aspetto particolarmente insidioso di questa mentalità è la tendenza a far sentire le persone con disabilità "un peso per sé e per i propri cari". "Il diffondersi di questa mentalità trasforma la cultura dello scarto in cultura di morte", ha aggiunto Francesco, ricordando che "le persone non sono più sentite come un valore primario da rispettare e tutelare".

Per contrastare questo fenomeno, il Pontefice ha esortato a "promuovere la cultura dell'inclusione, creando e rafforzando i legami di appartenenza alla società". È necessario un impegno corale di governi, società civile e delle stesse persone con disabilità come "protagoniste del cambiamento".

Sussidiarietà e partecipazione

"Sussidiarietà e partecipazione sono i due pilastri di un'effettiva inclusione", ha detto ancora, sottolineando l'importanza dei movimenti che promuovono la partecipazione sociale attiva. Un cammino che richiede "la decisione e la capacità di trovare percorsi efficaci" per rendere concreto una sorte di nuovo umanesimo, seguendo quanto già ribadito nella Fratelli Tutti: "Qualunque impegno in tale direzione diventa un esercizio alto della carità”.

Dignità per tutti

All’inizio del mese è apparso un altro documento che fa riferimento a queste tematiche, la Dichiarazione Dignitas infinita del Dicastero per la Dottrina della Fede, dove si sottolinea che ogni essere umano ha la stessa ed intrinseca dignità, indipendentemente dal fatto che sia in grado o meno di esprimerla adeguatamente.

Il tema della disabilità è affrontato in modo specifico nei numeri 53 e 54, nei quali si evidenzia “la cultura dello scarto” nei confronti delle persone diversamente abili, una sfida attuale che richiede maggiore attenzione e sollecitudine, soprattutto se si pensa che in alcune culture queste persone vivono situazioni di grande emarginazione. Invece, l’assistenza fornita ai più svantaggiati è proprio “un criterio per verificare una reale attenzione alla dignità di ogni individuo”.

Anche qui c’è un richiamo inevitabile alla Fratelli tutti: “Prendersi cura della fragilità dice forza e tenerezza, dice lotta e fecondità in mezzo a un modello funzionalista e privatista”. Significa in definitiva “farsi carico del presente nella sua situazione più marginale e angosciante ed essere capaci di ungerlo di dignità”.

L'autoreGiovanni Tridente

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