Vaticano

"Il Bambino ci chiede di essere una voce per i senza voce", sottolinea il Papa il giorno di Natale.

Nel tradizionale messaggio natalizio che accompagna la benedizione Urbi et Orbi Papa Francesco ha ricordato i tanti luoghi della terra in cui la pace rimane un obiettivo e anche gli ultimi dei figli di Gesù: i bambini abortiti, i migranti e le vittime della guerra.

Maria José Atienza-25 dicembre 2023-Tempo di lettura: 3 minuti
papa urbi

La Terra Santa è stata molto presente nel messaggio di Papa Francesco al mondo prima della sua benedizione Urbi et Orbi dal balcone centrale della Basilica di San Pietro, in una mattina fredda e un po' nuvolosa a Roma, ma che non ha impedito a centinaia di persone di venire nel cuore del Vaticano per accompagnare il Papa nel giorno di Natale.

Il Papa ha esordito ricordando che "là, dove in questi giorni regnano il dolore e il silenzio, è risuonato l'annuncio atteso da secoli". Un annuncio che "ci riempie di fiducia e di speranza nel sapere che il Signore è nato per noi".

Il Papa, seguendo la linea dell'omelia del Messa della vigilia di NataleHa ricordato che l'incarnazione di Cristo significa che "noi esseri umani, con i nostri limiti, abbracciamo la certezza di una speranza senza precedenti, quella di essere nati per il cielo".

Il Papa ha incentrato il suo messaggio sulla pace. Sulla pace che non sembra accompagnare la vita di Cristo, nemmeno alla sua nascita. Il pontefice ha ricordato che anche molti bambini non hanno una vita serena, nemmeno alla nascita: "Quanti innocenti vengono uccisi nel mondo: nel grembo materno, sulle strade dei disperati in cerca di speranza, nella vita di tanti bambini la cui infanzia è devastata dalla guerra. Sono i piccoli Gesù di oggi", ha sottolineato il Santo Padre.

Francesco ha paragonato i nostri tempi alla situazione di Betlemme, dove nacque Gesù: "Oggi, come al tempo di Erode, gli intrighi del male, che si oppongono alla luce divina, si muovono nell'ombra dell'ipocrisia e del nascondimento. Quanti massacri a causa delle armi avvengono in un silenzio assordante, nascosto a tutti".

Ma la speranza della Pace è oggi più che mai attuale, ha voluto sottolineare il Papa: "Cristo è nato per voi! Rallegratevi, voi che avete abbandonato la speranza, perché Dio vi tende la mano; non vi punta il dito contro, ma vi offre la sua piccola mano di bambino per liberarvi dalle vostre paure, per sollevarvi dalla fatica e per mostrarvi che siete preziosi ai suoi occhi".

Appello di pace in Terra Santa all'America

Particolarmente importante è stato l'appello del Papa alla pace per tutta la terra. Francesco ha chiesto che la pace, da parte del Principe della Pace, "venga in Israele e in Palestina, dove la guerra sta sconvolgendo la vita di queste popolazioni; abbraccio entrambe, in particolare le comunità cristiane di Gaza e di tutta la Terra Santa".

Il Papa ha rinnovato "un appello urgente per il rilascio di coloro che sono ancora tenuti in ostaggio. Chiedo che si ponga fine alle operazioni militari, con le loro drammatiche conseguenze di vittime civili innocenti, e che si ponga rimedio alla disperata situazione umanitaria permettendo l'arrivo degli aiuti. Che si ponga fine alla violenza e all'odio, ma che si trovi una soluzione alla questione palestinese attraverso un dialogo sincero e perseverante tra le parti, sostenuto da una forte volontà politica e dal sostegno della comunità internazionale".

Oltre a Israele e alla Palestina, il pensiero del Papa si è rivolto ad altri conflitti, meno presenti nei media, come "la Siria martirizzata, così come lo Yemen, che continua a soffrire. Penso al caro popolo libanese e prego perché possa presto ritrovare la stabilità politica e sociale".

Con gli occhi fissi su Gesù Bambino, imploro la pace per Ucraina. Rinnoviamo la nostra vicinanza spirituale e umana al suo popolo martire, affinché attraverso il sostegno di ciascuno di noi possiamo sentire l'amore di Dio nel concreto.

Possa arrivare il giorno in cui ci sarà una pace definitiva tra Armenia e Azerbaigian. Che si incoraggi il perseguimento di iniziative umanitarie, il ritorno sicuro e legale degli sfollati alle loro case e il rispetto reciproco per le tradizioni religiose e i luoghi di culto di ciascuna comunità.

Non dimentichiamo le tensioni e i conflitti che affliggono le regioni del Sahel, del Corno d'Africa e del Sudan, così come il Camerun, la Repubblica Democratica del Congo e il Sud Sudan.

Possa arrivare il giorno in cui i legami fraterni nella penisola coreana saranno rafforzati, aprendo strade per il dialogo e la riconciliazione che possano creare le condizioni per una pace duratura".

Anche il continente di origine del Papa era presente in questo appello alla pace. Per il continente americano, il Papa ha chiesto di "trovare soluzioni adeguate per superare i dissensi sociali e politici, per combattere le forme di povertà che offendono la dignità delle persone, per risolvere le disuguaglianze e per affrontare il doloroso fenomeno delle migrazioni".

Francesco ha attaccato "gli interessi e i profitti che tirano i fili delle guerre", come la compravendita di armi e gli interessi mercantilistici.  

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