Vaticano

Il Papa ringrazia i giornalisti per il loro lavoro di "compagni di viaggio

I giornalisti accreditati presso la Santa Sede hanno incontrato Papa Francesco lunedì 22 gennaio. Durante l'udienza, il Papa ha citato un libro del direttore di Omnes Giovanni Tridente sul lavoro del giornalista vaticano.

Maria José Atienza-23 gennaio 2024-Tempo di lettura: 2 minuti
papa vaticanisti

Il Papa con i partecipanti all'incontro ©.

Papa Francesco ha ricevuto in udienza i membri dell'Associazione Internazionale dei Giornalisti accreditati presso la Santa Sede lunedì 22 gennaio nella Sala Clementina.

Durante l'incontro, il Papa ha ringraziato i giornalisti, "i miei compagni di viaggio" come li ha definiti, per il loro lavoro di informazione sull'attività della Santa Sede e ha chiesto loro di perdonarlo per "le volte in cui le notizie che mi riguardano in vario modo vi hanno portato via dalle vostre famiglie, dal giocare con i vostri figli e dal passare del tempo con i vostri mariti o mogli".

Il Papa ha incoraggiato i giornalisti a tornare alle radici di una vocazione, quella del giornalista che "sceglie di toccare personalmente le ferite della società e del mondo. È una vocazione che nasce fin da piccoli e vi porta a capire, a fare luce e a raccontare".

Il Papa cita un libro di un editore dell'Omnes

Papa Francesco ha citato, in questo discorso, parole tratte dalla prefazione scritta dall'emerito vaticanista Luigi Accattoli a un libro di Giovanni Tridente, editore di Omnes a Roma, dal titolo Diventare vaticanisti. L'informazione religiosa ai tempi del web.

La citazione si riferiva espressamente al lavoro di cronista della Santa Sede, che egli definisce "un lavoro rapido fino alla spietatezza, doppiamente scomodo se applicato a un soggetto elevato come la Chiesa, che i media commerciali portano inevitabilmente al loro livello [...] di mercato". In tanti anni di vaticanesimo", ha aggiunto, "ho imparato l'arte di cercare e raccontare storie di vita, che è un modo di amare l'umanità [...]. Ho imparato l'umiltà. Ho incontrato molti uomini di Dio che mi hanno aiutato a credere e a rimanere umano. Quindi non posso che incoraggiare chi vuole avventurarsi in questa specializzazione giornalistica.

Il Papa ha usato questo libro per ricordare che il vaticanista "dovrà resistere alla vocazione nativa della comunicazione di massa di manipolare l'immagine della Chiesa, quanto e più di qualsiasi altra immagine dell'umanità associata. In effetti, i media tendono a distorcere le notizie religiose. Le deformano sia nel registro alto o ideologico che in quello basso o spettacolare. L'effetto complessivo è una doppia deformazione dell'immagine della Chiesa: il primo registro tende a costringerla in una veste politica, il secondo tende a relegarla a notizia leggera".

Senza indorare la pillola ma senza creare rumore

Il Papa non ha nascosto la sua gratitudine per "la delicatezza che avete così spesso nel parlare degli scandali nella Chiesa: a volte e tante volte ho visto in voi una grande delicatezza, un rispetto, un silenzio quasi, dico, 'imbarazzato'" e ha anche sottolineato il lavoro per evitare la superficialità degli stereotipi che molti professionisti dei media riportano sulla Santa Sede.

"La bellezza del vostro lavoro intorno a Pietro è che è fondato sulla solida roccia della responsabilità nella verità", ha riassunto il Papa nel suo discorso.

"Non nascondere la realtà e le sue miserie, non indorare le tensioni ma allo stesso tempo non fare rumore inutile", ha concluso il Papa che li ha incoraggiati, innanzitutto, a comunicare con la loro testimonianza e, come in ogni udienza, ha chiesto la loro preghiera.

Dopo il discorso del Santo Padre, i giornalisti presenti hanno potuto salutare il Papa, che si è fermato in modo particolare con alcuni di loro, conoscenti del pontefice dopo averne seguito per anni i viaggi e gli eventi.

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