Vaticano

"Nessun dialogo con il diavolo" ricorda il Papa all'Angelus

Il Papa ha incoraggiato i fedeli a non entrare mai in dialogo con il diavolo "perché poi vince sempre lui" e ha ribadito il suo appello alla pace di fronte ai numerosi conflitti di oggi.

Maria José Atienza-28 gennaio 2024-Tempo di lettura: 2 minuti
angelus papa

Il Papa all'Angelus del 28 gennaio 2024

Il bel tempo ha caratterizzato la preghiera dell'Angelus presieduta da Papa Francesco in Piazza San Pietro. Questa domenica, 24 gennaio, la Chiesa celebra anche la festa di San Tommaso d'Aquino, Dottore della Chiesa e patrono delle scuole cattoliche.

La preghiera dell'Angelus di oggi in Vaticano è stata caratterizzata dalla presenza di un folto gruppo di giovani e bambini che hanno partecipato alla Carovana della Pace organizzata dall'Azione Cattolica di Roma.

Nelle sue parole prima della preghiera mariana, il Papa, riferendosi al Vangelo di questa domenica, ha sottolineato che "ciò che il diavolo vuole è mettere le nostre anime in catene. Il diavolo ci toglie sempre la libertà". Francesco ci ha incoraggiato a "nominare" alcune delle tante catene con cui il diavolo ci lega nella nostra vita: le dipendenze, le mode dominanti, il consumismo e l'edonismo, così come altre tentazioni come "i condizionamenti che minano l'autostima, la serenità e la capacità di scegliere e amare la vita; la paura o l'intolleranza".

Il Papa ha ripetutamente sottolineato che non dobbiamo mai dialogare o negoziare con il diavolo. Il pontefice ha sottolineato l'esempio di Cristo stesso che non dialoga mai con il diavolo. Quando viene tentato nel deserto, Cristo risponde con le parole della Bibbia; mai un dialogo".

"Non si può dialogare con il diavolo perché se si entra in dialogo con lui, vince sempre. Siate attenti", ha ripetuto con fermezza il Papa, incoraggiando i fedeli a invocare Gesù di fronte alle tentazioni e ad avere un atteggiamento sincero per chiedersi se vogliono davvero "essere liberati da quelle catene che imprigionano il mio cuore".

Petizione per la pace e il rispetto

Dopo aver recitato l'Angelus, Francesco ha rivolto la sua attenzione al lungo conflitto in Myanmar. Ancora una volta, Francesco ha ribadito il suo invito "a tutte le parti coinvolte, a compiere passi di dialogo e a rivestirsi di comprensione, affinché la terra del Myanmar possa raggiungere la meta della riconciliazione fraterna".

Il Papa ha anche chiesto che "sia consentito il passaggio degli aiuti umanitari per garantire i bisogni di ogni persona". Non solo in Myanmar, ma anche in "Medio Oriente, Palestina e Israele, e ovunque ci siano combattimenti". Francesco ha nuovamente invocato il rispetto per le persone, ricordando le tante vittime di conflitti come quelli in Ucraina.

Oltre a chiedere con forza la pace per tutte queste aree, ha aggiunto un appello per "la liberazione di tutti coloro che rimangono rapiti e la fine di ogni forma di violenza; affinché tutti offrano il loro contributo allo sviluppo pacifico del Paese, per il quale è necessario un rinnovato sostegno da parte della comunità internazionale".

Il pontefice ha anche ricordato l'attacco di questo fine settimana alla chiesa di Santa Maria Draperis a Istanbul, che ha ucciso una persona e ne ha ferite diverse altre.

Oltre a questo ricorrente appello alla pace, il Papa, in occasione dell'odierna Giornata Mondiale dei Lebbrosi, ha incoraggiato un maggiore impegno nell'aiuto e nel reinserimento sociale di coloro che soffrono, ancora oggi, di questa malattia "che colpisce i più poveri ed emarginati".

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