Vaticano

Il cardinale Parolin chiude il 750° anniversario della morte di San Tommaso d'Aquino

Con una messa solenne nell'abbazia di FossanovaIl cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha chiuso i due giorni di celebrazioni per il 750° anniversario della morte di San Tommaso d'Aquino.

Hernan Sergio Mora-10 marzo 2024-Tempo di lettura: 3 minuti
fossa nova santo tomas

L'abbazia di Fossa Nova, consacrata nel 1209, è uno dei massimi esempi di architettura gotica cistercense italiana. Situata a 120 chilometri a sud di Roma, oggi è il cuore di una parrocchia affidata dalla diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno alla Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato.

Qui il teologo domenicano, nato intorno al 1224 nella cittadina italiana di Roccasecca, che stupì l'Europa e la Sorbona - e lo fa tuttora - con la sua brillante teologia, "soggiornò su richiesta dell'abate, trascorrendo i suoi ultimi istanti di vita mentre si recava a un concilio nella città di Lion", ha spiegato a Omnes uno dei sacerdoti assegnatari, Marcelo Navarro.

All'inizio della Messa, il cardinale Parolin ha detto: "Vi porto il saluto e la benedizione di Papa Francesco che si unisce a noi nella preghiera in questa particolare occasione". Dopo la celebrazione, OMNES ha avuto l'opportunità di chiedere al numero due del Vaticano informazioni su questo desiderio del Successore di Pietro.

"Aveva già scritto una bella lettera in occasione del 700° anniversario della canonizzazione, esprimendo tutta la sua ammirazione per questo grande santo, per la sua saggezza, per la sua difesa e promozione della dottrina e per la sua capacità di evangelizzazione".

Il porporato italiano ha aggiunto che "il Papa, in linea con il Evangelii Gaudium e con l'emissione di Chiesa in movimentoSi sente particolarmente vicino a San Tommaso d'Aquino".

La Messa è stata concelebrata dal cardinale Peter Turkson, da mons. Mariano Crociata, vescovo della diocesi e da circa 75 sacerdoti con la partecipazione del Coro Polifonico di Cisterna.

Nell'omelia il Cardinale Parolin ha definito "veramente formidabile l'eredità che San Tommaso d'Aquino ci ha lasciato", perché è "un'eredità filosofica, teologica, spirituale e pastorale, l'eredità di un'esistenza tutta santa, un patrimonio vivo e fecondo".

Siamo tutti chiamati", ha esortato il cardinale, "anche se in modi diversi, a essere discepoli del Maestro Tommaso e seguaci del suo cammino di santità, perché, come ha sottolineato Papa Francesco nella lettera già citata, la sua eredità è la sua santità".

Il Segretario di Stato vaticano ha concluso la sua omelia considerando che "la persona santa non è semplicemente una persona che fa le cose secondo le regole, ma una persona innamorata di Dio, e trasportata da questo amore diventa come il Signore". Al termine della celebrazione il coro dell'Associazione Polifonica Pontina ha intonato "Adoro te devote", uno dei cinque inni eucaristici composti nel 1264 dal Dottore Angelico, in occasione del Corpus Domine, su commissione di Papa Urbano IV.

Se posso fare una confessione", ha detto il cardinale Parolin rivolgendosi all'uditorio in un fuori programma, "durante tutta questa celebrazione mi sono sentito molto piccolo, piccolo dentro di me davanti alla maestà e alla bellezza e alla semplicità di questo tempio, piccolo dentro per la santità e la saggezza di Tommaso d'Aquino", esortando i presenti a "ricevere questa eredità e a farla fruttificare".

Nell'ambito della commemorazione, il giorno precedente nella concattedrale di Santa Maria Annunziata, il vescovo Mariano Crociata aveva celebrato una messa seguita da una processione con le reliquie del santo per le vie del centro di Priverno.

Da parte sua, il Comune di Priverno, insieme alla diocesi e ai Beni Culturali, ha organizzato una serie di iniziative a partire dal 1° marzo, come le opere pittoriche e scultoree di Armando Giordani sulla vita del santo, o due pellegrinaggi tra arte e natura dal castello di Maenza all'Abbazia di Fossanova - l'ultimo sentiero percorso da San Tommaso - guidati dalle associazioni "Sentiere Nord Sud" e "Il Gruppo dei Dodici".

L'autoreHernan Sergio Mora

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