Comunione e corresponsabilità

La comunione e il modo di viverla tra cristiani adulti, che è la corresponsabilità, richiede un costante atteggiamento di conversione personale e di formazione permanente per tutti.

24 giugno 2024-Tempo di lettura: 3 minuti
Sinodo

Il prossimo ottobre, la seconda fase del Sinodo dei Vescovi sulla sinodalità. Il lavoro dovrebbe concentrarsi principalmente sulla corresponsabilità ecclesiale, che è differenziata nella Chiesa. 

Ciò significa insistere sulla responsabilità cristiana di ogni battezzato e sulla formazione permanente che deriva dal battesimo e dalla cresima. Il Sinodo La necessità di una tale corresponsabilità e formazione nella Chiesa di oggi deve essere motivata teologicamente in modo dettagliato. 

La corresponsabilità si basa sui principi dell'Antico e del Nuovo Testamento, sulla Tradizione, sul Magistero, in particolare sul Concilio Vaticano II e sul Magistero successivo. 

La Chiesa nasce dalla volontà di Cristo di evangelizzare. L'evangelizzazione è il compito fondamentale della Chiesa: "... la Chiesa è nata per evangelizzare.La Chiesa ha ricevuto dagli Apostoli il solenne comando di Cristo di proclamare la verità che ci salva e di portarla fino ai confini della terra." (LG, 17).

Ma l'evangelizzazione è impensabile senza la comunione ecclesiale. Una comunità divisa si sfalda da sola: "Ogni regno diviso contro se stesso viene distrutto, e ogni città o casa divisa contro se stessa non resterà in piedi." (Mt 12,25). 

La corresponsabilità è legata alla comunione; è il modo di vivere la comunione tra cristiani adulti. Comunione, corresponsabilità ed evangelizzazione sono quindi intimamente legate.

La comunione e il modo di viverla tra cristiani adulti, che è la corresponsabilità, richiede un costante atteggiamento di conversione personale e di formazione permanente per tutti (vescovi, sacerdoti, religiosi, laici), poiché tutti abbiamo difficoltà a condividere e ad esporre le nostre opinioni e il nostro modo di vedere le cose alle opinioni e al consenso degli altri.

Nel fondamento teologico e pastorale della corresponsabilità, vanno sottolineati questi due aspetti fondamentali. 

La corresponsabilità nell'evangelizzazione implica avere chiara in mente la struttura della Chiesa voluta da Cristo e trasmessa dalla Tradizione, dalla Sacra Scrittura e dal Magistero.

Non si tratta di trasformare la Chiesa in una democrazia alla maniera degli Stati moderni, dove il voto della maggioranza è quello che conta.

Cristo ha voluto per la sua Chiesa una struttura di comunione, di pari dignità dei battezzati, ma con pastori e fedeli: "...".Tutti i discepoli di Cristo sono stati incaricati di diffondere la fede secondo le loro possibilità. Ma... è proprio del sacerdote consumare l'edificazione del Corpo con il sacrificio dell'Eucaristia." (LG, 17).

Deve essere chiaro a tutti che una struttura del genere non può essere cambiata, ma questo non toglie nulla alla corresponsabilità. È un modo diverso, non democratico, di vivere una corresponsabilità autentica e sincera. 

La corresponsabilità richiede quindi l'apertura allo Spirito Santo, che guida la Chiesa e l'evangelizzazione, come risulta dagli Atti degli Apostoli.

Richiede un dialogo e un ascolto costanti, il rispetto e la considerazione di tutte le opinioni, anche quelle minoritarie, nella misura in cui non contraddicono le verità di fede e di morale contenute nella Sacra Scrittura ed esposte dal Magistero, distinguendone i diversi gradi di certezza e il loro costante aggiornamento e fedeltà.

La corresponsabilità richiede discernimento, essendo consapevoli a tutti i livelli ecclesiali che l'istanza ultima di discernimento nelle questioni che riguardano la Chiesa universale e la sua missione appartiene al Magistero autentico. 

Abbiamo già strutture di corresponsabilità. È urgente che, a tutti i livelli, funzionino e funzionino bene.

I vari consigli parrocchiali, presbiterali ed episcopali non possono essere semplici organismi che sono sulla carta ma che al momento della verità non funzionano come previsto. Abbiamo un intero compito davanti a noi.

Non possiamo dimenticare, anche se è più difficile, che la formazione dei fedeli laici deve cercare il loro coinvolgimento in tutti gli ambiti della società civile.

La Chiesa, nella sua struttura fondamentale, è una combinazione di fedeli laici e sacerdoti. Questa combinazione, per funzionare bene per la santificazione e l'evangelizzazione, richiede che ogni fedele sappia stare al suo posto, senza clericalizzare i laici e senza secolarizzare i sacerdoti.

L'autoreCelso Morga

Arcivescovo della diocesi di Mérida Badajoz

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