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Massacro in Texas. Nulla sarà più come prima

La sparatoria compiuta da uno studente della "Robb Elementary" di Uvalde, in Texas, lascia un saldo di venti morti, moltissimi feriti e un vuoto indelebile nella comunità di Uvalde, che si chiede se e quando finiranno questi atti di violenza insensati.

Gonzalo Meza·12 de septiembre de 2022·Tiempo de lectura: 3 minutos

Testo originale del articolo in spagnolo qui

Martedì 24 maggio, come sempre alla fine di ogni anno scolastico, nella scuola elementare «Robb Elementary» di Uvalde, in Texas, si stavano mettendo a punto i dettagli per festeggiare i diplomi e per il congedo degli studenti diplomai.

La festa, una di quelle tipiche di questo mese, si è trasformata in lutto nazionale dopo che al mattino di quel giorno, uno studente delle superiori armato di un fucile di grosso calibro, ha aperto spietatamente il fuoco prendendo di mira insegnanti, personale della scuola, e diverse decine di bambini di seconda e terza elementare.

La sparatoria ha provocato 21 morti*, dei quali tre insegnanti e 18 bambini. Prima di mettere in atto l’attacco di sorpresa contro gli innocenti, l’aggressore avrebbe ucciso la nonna.

Uvalde è una cittadina molto piccola, ove «tutti si conoscono», quindi un evento di una tale portata segna e segnerà profondamente questa città: «La gente non crede a quello che è successo» dice uno di coloro che erano là per partecipare alla festa.

Uvalde è una città di circa 16.000 abitanti, per la maggior parte di origine ispanica. Geograficamente costituisce il punto intermedio a Ovest, tra San Antonio e il confine con il Messico. Conta diverse scuole, tra cui la scuola cattolica del Sacro Cuore di Gesù con la sua omonima Parrocchia. La chiesa è uno dei centri cattolici più importanti nella parte occidentale dell’Archidiocesi di San Antonio.

Niente sarà più come prima per le famiglie delle vittime, e tanto più per la comunità di Uvalde.

Dopo l’annuncio della notizia, decine di parrocchiani si sono radunati nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, l’unica chiesa cattolica di Uvalde, per unirsi in preghiera e partecipare alla Messa presieduta martedì sera. da Mons. Gustavo García Siler Siller, Arcivescovo di San Antonio.

“Non ci sono parole per descrivere la travolgente tristezza, il dolore e lo shock per l’incomprensibile perdita di vite umane di bambini e adulti alla Robb Elementary School.  
Quando finiranno questi atti insensati di violenza?  Questi massacri non possono essere considerati la nuova normalità. La Chiesa Cattolica chiede costantemente la protezione della vita, e queste sparatorie di massa sono un problema molto urgente in cui tutti devono agire, sia i leader eletti che i cittadini”, ha affermato Monsignor García Siller.

Il problema delle armi da fuoco

Oltre ai criminali ci sono altri colpevoli: le armi da fuoco. La sparatoria di Uvalde riapre per l’ennesima volta il dibattito su una questione intoccabile per una buona parte della popolazione degli Stati Uniti: il possesso di armi da fuoco, diritto tutelato dal Secondo Emendamento della Costituzione.
 Nella maggior parte degli Stati Uniti, qualsiasi adulto può acquistare armi: fucili, pistole da 9 mm, fucili, fucili mitragliatori o a richiesta anche armi più specializzate.
Ci sono  cataloghi e si organizzano perfino delle fiere in cui i grandi produttori vendono i loro prodotti, proponendoli come fossero innocui petardi. In molti stati, ottenere una pistola può essere facile come prendere le medicine in farmacia. Basta presentare un documento d’identità.

Solo 10 giorni prima, un altro attacco era avvenuto in un supermercato a Buffalo, nello stato di New York, che aveva provocato 10 morti e 3 feriti. Secondo il Pew Research Center, nel 2020 negli Stati Uniti sono morte 45.222 persone per ferite da arma da fuoco, di queste 513 sono i morti durante sparatorie di massa. Questi incidenti sono aumentati notevolmente, passando dai 2 dell’anno 2000 ai quaranta del 2020.
Molte di queste tragedie sono avvenute nelle scuole pubbliche e persino nelle chiese.

Il dibattito sulla regolamentazione e la proibizione delle armi da fuoco negli Stati Uniti va avanti da decenni, ma senza risultati. Anche governi stranieri, ad esempio il Messico, hanno denunciato che la vendita incontrollata di armi negli Stati Uniti non riguarda solo quel Paese, ma contagia anche il Messico. Gran parte delle armi usate dai trafficanti di droga in quel paese è  prodotta negli Stati Uniti e le armi attraversano illegalmente il confine nelle mani dei trafficanti di droga.

Mentre i membri del Partito Democratico, compreso il Presidente Biden, si battono per la regolamentazione e la restrizione della vendita di armi, il Partito Repubblicano non cede di una virgola. L’ostacolo, o attore principale in questa materia, tuttavia, è la National Rifle Association (NRA Associazione Nazionale del Fucile), che è una delle organizzazioni più influenti e potenti del paese.

L’NRA ha bloccato ogni tentativo di regolamentare il possesso e l’acquisto delle armi. È probabile che in questi giorni il tema non vada oltre i tabloid, anche dopo massacri spietati come quello avvenuto a Uvalde e le proteste di tutti. Anche il Presidente Biden protesta: «Sono stanco, stufo di tutto questo» (Messaggio alla Nazione dopo la Strage di Uvalde, 24 maggio).

 Il motivo, come ha fatto notare in innumerevoli occasioni papa Francesco (Ndt: anche a proposito dell’invio di armi in Ucraina) è che dietro le armi ci sono interessi economici molto potenti che sarà molto difficile sconfiggere.

*Vittime dal 25 maggio alle 10:00 ora spagnola

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