Vaticano

Papa Francesco: "La fragilità è, in realtà, la nostra vera ricchezza".

Papa Francesco ha incontrato oggi i fedeli in Aula Paolo VI per l'udienza generale del mercoledì. È il primo pubblico del 2023.

Paloma López Campos-4 gennaio 2023-Tempo di lettura: 3 minuti
Udienza del Papa 4-1

Papa Francesco alla prima udienza generale del 2023 (CNS Photo / Paul Haring)

Papa Francesco era oggi in Aula Paolo VI con i fedeli di tutto il mondo che hanno partecipato all'udienza generale, molti dei quali hanno anche salutato il Papa emerito. Benedetto XVI.

Il Santo Padre ha iniziato l'udienza menzionando Benedetto XVIil cui "pensiero acuto e colto non era autoreferenziale, ma ecclesiale, perché voleva sempre accompagnarci all'incontro con Gesù". Gesù, il Crocifisso Risorto, il Vivente e il Signore, è stata la meta a cui Papa Benedetto ci ha condotto, prendendoci per mano".

Farsi conoscere

Con la sua predicazione all'udienza odierna, il Papa conclude il catechesi sul discernimentoche va avanti da agosto. Per chiudere questo ciclo, Francesco ha fatto riferimento all'"accompagnamento spirituale, importante prima di tutto per la conoscenza di sé, che abbiamo visto essere una condizione indispensabile per il discernimento".

Nell'accompagnamento spirituale, ha detto il Papa, "è importante, innanzitutto, farsi conoscere, senza aver paura di condividere i nostri aspetti più fragili, in cui ci scopriamo più sensibili, deboli o timorosi di essere giudicati". La fragilità è, infatti, la nostra vera ricchezza, che dobbiamo imparare a rispettare e ad accogliere, perché, offerta a Dio, ci rende capaci di tenerezza, misericordia e amore. Ci rende umani. Questa fragilità non è tanto negativa, quanto parte della bellezza della natura umana, perché "Dio, per renderci simili a sé, ha voluto condividere fino in fondo la nostra fragilità".

Accompagnamento spirituale e discernimento

L'accompagnamento spirituale è uno strumento necessario per il discernimento, perché "se è docile allo Spirito Santo, aiuta a smascherare equivoci anche gravi nella considerazione di noi stessi e nel rapporto con il Signore". Attraverso un accompagnamento spirituale che assomiglia alle confidenze dei personaggi del Vangelo con Cristo, si può trovare Dio. Ci sono esempi di questo nei racconti evangelici che ci ricordano che "le persone che hanno un vero incontro con Gesù non hanno paura di aprirgli il loro cuore, di presentargli la loro vulnerabilità e inadeguatezza". In questo modo, la loro condivisione diventa un'esperienza di salvezza, di perdono liberamente ricevuto".

Il Santo Padre afferma che "raccontare a qualcun altro ciò che abbiamo vissuto o che stiamo cercando aiuta, innanzitutto, a fare chiarezza al nostro interno, portando alla luce i tanti pensieri che ci abitano e che spesso ci disturbano con i loro insistenti ritornelli". Attraverso l'accompagnamento, "scopriamo con sorpresa modi diversi di vedere le cose, segni di bontà che sono sempre stati presenti in noi".

Tuttavia, è importante ricordare che "chi accompagna non sostituisce il Signore, non fa l'opera al posto dell'accompagnato, ma cammina al suo fianco, lo incoraggia a leggere ciò che si muove nel suo cuore, il luogo per eccellenza dove il Signore parla".

Le basi dell'accompagnamento spirituale

Il Papa non ha voluto dimenticare i pilastri su cui si basa l'accompagnamento spirituale. Così, afferma che "l'accompagnamento può essere fruttuoso se, da entrambe le parti, abbiamo sperimentato la filiazione e la fratellanza spirituale. Scopriamo di essere figli di Dio quando scopriamo di essere fratelli e sorelle, figli dello stesso Padre. Per questo è fondamentale far parte di una comunità itinerante. Non andiamo al Signore da soli. Come nella storia evangelica del paralitico, spesso siamo sostenuti e guariti grazie alla fede di un'altra persona. Quando queste basi non sono solide, "l'accompagnamento può portare ad aspettative irrealistiche, incomprensioni e forme di dipendenza che lasciano la persona in uno stato infantile".

Maria, insegnante

Non è solo in Gesù che si trova un maestro che insegna come vivere nell'accompagnamento, il Papa sottolinea la figura di Santa MariaÈ una "maestra di discernimento: parla poco, ascolta molto e custodisce il suo cuore". Quando parla, ha detto Francesco al pubblico, lo fa con saggezza. "Nel Vangelo di Giovanni, c'è una brevissima frase pronunciata da Maria che è una parola d'ordine per i cristiani di tutti i tempi: "... è maestra di discernimento".Fate quello che vi dice"(cfr. 2.5)".

Questa saggezza della Madonna nasce perché "Maria sa che il Signore parla al cuore di ciascuno di noi e ci chiede di tradurre questa parola in azioni e scelte". Ella ha saputo incarnare tutto questo nella sua vita, così che "è presente nei momenti fondamentali della vita di Gesù, soprattutto nell'ora suprema della sua morte in croce".

Discernimento, arte e dono

Il Papa ha concluso quest'ultima catechesi sul discernimento affermando che il discernimento "è un'arte, un'arte che si può imparare e che ha le sue regole. Se viene appresa bene, ci permette di vivere la nostra esperienza spirituale in modo sempre più bello e ordinato. Soprattutto il discernimento è un dono di Dio, che va sempre chiesto, senza mai presumere di essere esperti e autosufficienti".

È importante tenere presente che "la voce del Signore è sempre riconoscibile, ha uno stile unico, è una voce che rasserena, incoraggia e rassicura nelle difficoltà". È questa voce che in tutta la Bibbia ripete "Non temere". Sapendo questo, "se confidiamo nella sua parola, giocheremo bene il gioco della vita e saremo in grado di aiutare gli altri". Come il SalmoLa sua Parola è una lampada per i nostri piedi e una luce per il nostro cammino (cfr. 119,105)".

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