Vangelo

Le dimore della casa del Padre. Quinta domenica di Pasqua (A)

Joseph Evans commenta le letture della quinta domenica di Pasqua e Luis Herrera tiene una breve omelia in video.

Giuseppe Evans-4 maggio 2023-Tempo di lettura: 2 minuti

Gesù sembra ferito dalla richiesta apparentemente casuale di Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci basta".. Ci sono vari livelli di ignoranza in quello che Filippo chiede: come se chiedesse qualcosa di piccolo, come se il Padre fosse qualcosa che si può semplicemente mostrare, come se la sete di divinità si potesse placare così facilmente... Ma Gesù si concentra su un aspetto di questa ignoranza e gli dice: "Sono con voi da tanto tempo e non mi conosci, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre; come fate a dire: 'Mostraci il Padre'?".

E insiste, sottolineando la grande realtà che Filippo, e senza dubbio anche gli altri apostoli, non avevano colto: Gesù come rivelatore del Padre, perché è uno con il Padre: "Credetemi: io sono nel Padre e il Padre in me".

Quando Gesù si avvicina al suo mistero pasquale, espressione ultima del piano salvifico di Dio per l'umanità, attraverso il quale saremo resi partecipi della vita della Trinità, sente il bisogno di dirci di più su questa vita, una vita che è venuto sulla terra per darci il potere di condividere. Egli stesso è la via per questa vita, come dice a Tommaso: "Io sono la via, la verità e la vita". Attraverso Gesù abbiamo accesso alla vita trinitaria e il suo stesso ritorno al Padre è per preparare la nostra "dimora" nella casa del Padre: "Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore.... Quando andrò a prepararvi un posto, tornerò e vi prenderò con me, perché dove sono io, siate anche voi".. Il cielo, e la vita cristiana che ne è l'anticipazione, è la casa nella vita stessa di Dio, nella vita familiare della Trinità. Gesù va al Padre per portarci con sé.

Le altre letture di oggi sembrano estranee al Vangelo, ma hanno un sottile legame con esso. Ognuna, a suo modo, tratta della vita sacerdotale della Chiesa. Nella prima lettura, gli Apostoli istituiscono il diaconato per il lavoro di servizio, in modo da potersi concentrare sui compiti più direttamente sacerdotali della preghiera e della predicazione. Il salmo ci incoraggia a lodare Dio con gioia e canto. Nella seconda lettura, san Pietro dice ai primi cristiani che formano "un sacerdozio regale". Ogni testo ci parla del "anima sacerdotale". che ogni cristiano ha ricevuto nel Battesimo. Dobbiamo vivere un'esistenza sacerdotale, trasformando tutto ciò che facciamo in un atto di culto e di sacrificio a Dio. Ma questa esistenza sacerdotale, come vediamo in Gesù, diventa più "attiva" quanto più prendiamo coscienza della nostra filiazione divina. In ogni relazione, più si ama e più si è pronti a offrire se stessi all'altro, e non c'è amore più grande di quello paterno-filiale tra Dio Padre e Gesù, suo Figlio. Quanto più amiamo Dio come Padre e desideriamo portare tutti in cielo, tanto più siamo disposti a diventare sacerdoti del nostro sacrificio per Lui.

Omelia sulle letture della domenica V di Pasqua (A)

Il sacerdote Luis Herrera Campo offre il suo nanomiliaUna breve riflessione di un minuto per queste letture domenicali.

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