Vaticano

"Dio entra in contatto con la nostra vita ferita per guarirla".

All'Angelus, Papa Francesco ha ricordato che Dio non ha paura di avvicinarsi ai malati per guarirli, toccare le loro ferite e farli uscire dalla malattia. Ha anche ricordato l'inizio della Quaresima, che inizia questo mercoledì.

David Fernández Alonso-16 febbraio 2021-Tempo di lettura: 3 minuti
angelus papa Francesco

Papa Francesco ha recitato il tradizionale Angelus questa domenica mattina, 14 febbraio, dalla finestra del Palazzo Apostolico Vaticano alla presenza di alcuni fedeli riuniti in Piazza San Pietro. Nelle ultime settimane, il Santo Padre ha celebrato l'Angelus domenicale dalla biblioteca del Palazzo Apostolico, a causa delle misure sanitarie dovute alla pandemia. 

Esclusione sociale

Il Papa ha riflettuto sul passo del Vangelo di oggi, che racconta l'incontro tra Gesù e un uomo affetto da lebbra. Francis ha ricordato che all'epoca, "I lebbrosi erano considerati impuri e, secondo le prescrizioni della Legge, dovevano essere tenuti lontani dai luoghi abitati.".

"Erano esclusi da tutte le relazioni umane, sociali e religiose. Gesù, invece, permette all'uomo di avvicinarsi a lui, si commuove e addirittura lo raggiunge e lo tocca."Francesco ha fatto notare che in questo modo il Figlio di Dio mette in pratica la Buona Novella che annuncia.

Dio si è avvicinato alla nostra vita, ha compassione per la sorte dell'umanità ferita e viene ad abbattere ogni barriera che ci impedisce di vivere il rapporto con Lui, con gli altri e con noi stessi.

D'altra parte, il Papa ha sottolineato che in questo episodio possiamo osservare due azioni che colpiscono: da un lato c'è il lebbroso che osa avvicinarsi a Gesù e dall'altro Gesù stesso che, mosso da compassione, lo tocca per guarirlo.

In Gesù poteva vedere un altro volto di Dio: non il Dio che punisce, ma il Padre della compassione e dell'amore, che ci libera dal peccato e non ci esclude mai dalla sua misericordia.

Uscire dall'isolamento

L'azione del lebbroso si distingue perché "nonostante le prescrizioni della Legge, esce dall'isolamento e si avvicina a Gesù". La sua malattia era considerata un castigo divino, ma in Gesù ha potuto vedere un altro volto di Dio: non il Dio che punisce, ma il Padre della compassione e dell'amore, che ci libera dal peccato e non ci esclude mai dalla sua misericordia".

Nella stessa ottica, il Papa ha voluto sottolineare che quest'uomo "Può uscire dal suo isolamento, perché in Gesù trova Dio che condivide il suo dolore. L'atteggiamento di Gesù lo attrae, lo spinge a uscire da se stesso e ad affidargli la sua storia di dolore.".

Toccare con amore significa stabilire una relazione, entrare in comunione, coinvolgersi nella vita dell'altro fino a condividerne anche le ferite.

D'altra parte, anche Gesù agisce in modo da scandalizzare, perché "mentre la Legge proibiva di toccare i lebbrosi, egli si commuove, stende la mano e lo tocca per guarirlo". Non si limita alle parole, ma lo tocca. Toccare con amore significa stabilire una relazione, entrare in comunione, coinvolgersi nella vita dell'altro fino a condividerne anche le ferite".

Distanza di sicurezza

Per il Papa, questo gesto di Gesù mostra che Dio non è indifferente, che non si tiene a "distanza di sicurezza"; al contrario, "si avvicina con compassione e tocca la nostra vita per guarirla".

Gesù ci raggiunge con compassione e tocca le nostre vite per guarirle.

Prima di concludere il suo discorso dalla finestra di Piazza San Pietro, Francesco ha ricordato che ancora oggi, in tutto il mondo, ci sono tanti fratelli e sorelle affetti da lebbra, "o altre malattie e condizioni a cui, purtroppo, sono associati pregiudizi sociali." e en alcuni casi c'è persino una discriminazione religiosa.

Dio entra in contatto con i malati

Di fronte alle molte e diverse circostanze che possono presentarsi nel corso della nostra vita, "Gesù ci annuncia che Dio non è un'idea o una dottrina astratta, ma colui che si è "contaminato" con la nostra umanità ferita e che non ha paura di entrare in contatto con le nostre ferite", ci mette in guardia dal rischio di tacere il nostro dolore "indossando maschere", per "rispettare le regole della buona reputazione e dei costumi sociali", o di cedere direttamente all'egoismo e alle paure interiori per "non coinvolgerci troppo nelle sofferenze degli altri".

Prima di concludere, il Papa ha invitato i fedeli a chiedere al Signore la grazia di vivere queste due "trasgressioni" del Vangelo: "Quella del lebbroso, perché abbiamo il coraggio di uscire dal nostro isolamento e, invece di rimanere lì a lamentarci o a piangere sui nostri fallimenti, andiamo da Gesù così come siamo. E poi la trasgressione di Gesù: un amore che ci fa andare oltre le convenzioni, che ci fa superare il pregiudizio e la paura di mischiarci con la vita dell'altro".

Infine, ha ricordato che il mercoledì segna l'inizio della Quaresima, un tempo di conversione e di preghiera, ideale per crescere nell'amicizia con Dio, vivendo nella speranza, nella fede e nella carità.

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