Vaticano

"Basta strumentalizzare il Libano e il Medio Oriente", dice il Papa

La pace e la fratellanza in Libano hanno unito ieri in preghiera e riflessione Papa Francesco e i patriarchi cristiani, ortodossi e protestanti. Il Papa ha fatto appello alla vocazione del Libano come "terra di tolleranza e pluralismo".

Rafael Miner-2 luglio 2021-Tempo di lettura: 4 minuti
viaggio di papa francesco in libano

"Basta con il profitto di pochi a scapito della pelle di molti! Basta con il prevalere di verità parziali a scapito delle speranze dei popoli! Basta con l'uso del Libano e del Medio Oriente per gli interessi e i vantaggi di altri! Ai libanesi deve essere data l'opportunità di essere protagonisti di un futuro migliore, nella loro terra e senza indebite interferenze".

Così Papa Francesco ha detto a conclusione della preghiera ecumenica per la pace nel mondo. LibanoIl Santo Padre aveva anche parlato ai leader cristiani nella Basilica di San Pietro. Poco prima, il Santo Padre aveva definito il Paese mediterraneo: "In questi tempi di disgrazia vogliamo affermare con tutte le nostre forze che il Libano è, e deve continuare ad essere, un progetto di pace. La sua vocazione è quella di essere una terra di tolleranza e pluralismo, un'oasi di fraternità dove si incontrano religioni e confessioni diverse, dove convivono comunità diverse, anteponendo il bene comune ai vantaggi particolari".

Il discorso papale

Il filo conduttore del suo discorso sono state alcune parole della Scrittura: "Una frase che il Signore pronuncia nella Scrittura è risuonata oggi tra noi, quasi come una risposta al grido della nostra preghiera. Sono poche parole in cui Dio dichiara di avere "progetti di pace e non di sventura" (Ger 29,11). Piani di pace e non di sventura. Voi, cari libanesi, vi siete distinti nel corso dei secoli, anche nei momenti più difficili, per il vostro spirito intraprendente e la vostra operosità.

I vostri alti cedri, simbolo del Paese, evocano la florida ricchezza di una storia unica. E ci ricordano anche che i grandi rami crescono solo da radici profonde. Che possiate ispirarvi agli esempi di coloro che hanno costruito fondamenta comuni, vedendo nella diversità non ostacoli ma possibilità. Siate radicati nei sogni di pace dei vostri anziani", ha aggiunto. "Per questo è essenziale che chi è al potere si metta con decisione e senza ulteriori indugi al vero servizio della pace e non al servizio dei propri interessi".

"Un appello a tutti".

Il Papa ha poi rivolto un appello solenne ai cittadini libanesi, ai leader politici, ai libanesi della diaspora, alla comunità internazionale, rivolgendosi a ciascun gruppo individualmente:

"A voi, cittadini: non perdetevi d'animo, non perdete il coraggio, trovate nelle radici della vostra storia la speranza di rifiorire".

 "A voi, leader politici: che, secondo le vostre responsabilità, possiate trovare soluzioni urgenti e stabili all'attuale crisi economica, sociale e politica, ricordando che non c'è pace senza giustizia".

"A voi, cari libanesi della diaspora: mettete le migliori energie e risorse a vostra disposizione al servizio della vostra patria".

"A voi, membri della comunità internazionale: con i vostri sforzi comuni, che si creino le condizioni affinché il Paese non affondi, ma intraprenda un percorso di ripresa". Questo sarà un bene per tutti.

"Costruire un futuro insieme

Il Romano Pontefice ha poi fatto appello alla visione cristiana che deriva dalle Beatitudini, incoraggiando l'impegno. "Piani di pace e non di sventura. Come cristiani, oggi vogliamo rinnovare il nostro impegno a costruire un futuro insieme, perché il futuro sarà pacifico solo se sarà comune. Le relazioni tra le persone non possono basarsi sul perseguimento di interessi particolari, privilegi e profitti. No, la visione cristiana della società viene dalle Beatitudini, nasce dalla mitezza e dalla misericordia, ci porta a imitare nel mondo le azioni di Dio, che è Padre e vuole l'armonia tra i suoi figli.

"I cristiani", ha sottolineato il Papa, "sono chiamati a essere seminatori di pace e artigiani di fraternità, a non vivere con rancori e rimpianti del passato, a non fuggire dalle responsabilità del presente, a coltivare uno sguardo di speranza verso il futuro". Crediamo che Dio ci mostri una sola direzione per il nostro cammino: quella della pace.

"Dal conflitto all'unità

Al centro del suo discorso, Francesco ha ricordato il suo recente viaggio apostolico in Iraq e l'incontro interreligioso che ha tenuto nella terra di Abramo: "Assicuriamo quindi ai nostri fratelli e sorelle musulmani e a quelli di altre religioni la nostra apertura e disponibilità a collaborare per costruire la fraternità e promuovere la pace. Questo "non richiede vincitori e vinti, ma fratelli e sorelle che, nonostante le incomprensioni e le ferite del passato, stanno passando dal conflitto all'unità" (Discorso, incontro interreligioso, Piana di Ur, 6 marzo 2021)".

All'inizio, il Papa aveva chiesto perdono per "gli errori che abbiamo commesso quando non siamo riusciti a dare una testimonianza credibile e coerente del Vangelo; le opportunità che abbiamo perso sul cammino della fraternità, della riconciliazione e della piena unità". Per questo chiediamo perdono e con cuore contrito diciamo: "Signore, abbi pietà" (Mt 15,22). È il grido di una donna che, proprio nei pressi di Tiro e Sidone, incontra Gesù e, angosciata, lo implora con insistenza: "Signore, aiutami" (v. 25).

Ha detto che oggi il grido di quella donna "è diventato il grido di un intero popolo, il popolo libanese, deluso e sfinito, bisognoso di certezze, di speranza e di pace". Abbiamo voluto accompagnare questo grido con le nostre preghiere. Non arrendiamoci, non stanchiamoci di implorare il Cielo per la pace che gli uomini hanno difficoltà a costruire sulla terra.

Pace per il Medio Oriente

In questa giornata, il Papa ci ha incoraggiato a chiedere la pace senza stancarci. "Chiediamo con insistenza la pace per il Medio Oriente e per il Libano. Questo amato Paese, tesoro di civiltà e spiritualità, che nel corso dei secoli ha irradiato saggezza e cultura, che è stato testimone di un'esperienza unica di coesistenza pacifica, non può essere lasciato in balia del destino o di coloro che perseguono senza scrupoli i propri interessi".

La giornata è stata intensa. È iniziata la mattina presto a Santa Marta con il saluto del Santo Padre ai leader delle comunità cristiane libanesi. Poi, il primo atto è stato una preghiera comune davanti all'altare principale della Basilica di San Pietro, pregando per la pace in Libano. Ora, dopo l'incontro, Papa Francesco auspica "che a questa giornata seguano iniziative concrete all'insegna del dialogo, dell'impegno educativo e della solidarietà".

Il Papa ha espresso "grande preoccupazione nel vedere questo Paese - che mi sta a cuore e che desidero visitare - nel mezzo di una grave crisi", e ha ringraziato tutti i partecipanti per la loro disponibilità ad accettare l'invito e per lo scambio fraterno.

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