Cultura

Pio XII e gli archivi vaticani

Dal 9 all'11 ottobre, presso la Pontificia Università Gregoriana, si terrà "I nuovi documenti del Pontificato di Pio XII e il loro significato per le relazioni ebraico-cristiane".

Antonino Piccione-19 luglio 2023-Tempo di lettura: 4 minuti
Pio XII

Le modalità di partecipazione saranno rese note solo a settembre, ma la macchina organizzativa si è già messa in moto per garantire il successo di un evento di notevole portata e di grandi aspettative. Soprattutto dal punto di vista storico e teologico.

Dal 9 all'11 ottobre, presso la Pontificia Università Gregoriana, si terrà "I nuovi documenti del Pontificato di Pio XII e il loro significato per le relazioni ebraico-cristiane". L'iniziativa, riferiscono i promotori, "si concentrerà sul modo in cui questi archivi gettano luce sulle controversie storiche e teologiche relative alla Papa Pio XII e il Vaticano durante il periodo dell'Olocausto, e sulle relazioni ebraico-cristiane a molti livelli: dai non specialisti a coloro che occupano posizioni di autorità nei circoli decisionali e nelle istituzioni ebraiche e cattoliche".

Ci vorranno "decenni di esami e analisi per determinare il vero valore di questi archivi, stimati in almeno 16 milioni di pagine". Tuttavia, "alcune importanti scoperte sono pronte per essere condivise con il grande pubblico".

L'evento è organizzato dalla Fondazione Cdec di Milano, dal Centro Studi Giudaici "Cardinal Bea" - Facoltà di Storia e Beni Culturali della Gregoriana, dal U.S. Holocaust Memorial Museum, dallo Yad Vashem e dal Center for Catholic-Jewish Studies della Saint Leo University, con il sostegno dell'UCEI, dell'Archivio Apostolico Vaticano, del Dicastero per la Cultura e l'Educazione della Santa Sede. Holocaust Memorial Museum, Yad Vashem e il Center for Catholic-Jewish Studies della Saint Leo University, con il sostegno dell'UCEI, dell'Archivio Apostolico Vaticano, del Dicastero per la Cultura e l'Educazione della Santa Sede, della Commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo del Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, del Dipartimento di Stato americano, delle Ambasciate di Stati Uniti e Israele in Vaticano, della Fondazione Giovanni XXIII per gli Studi Religiosi, di Resilience e dell'American Jewish Committee. La conferenza è patrocinata da: UCEI - Unione delle Comunità Ebraiche Italiane; Santa Sede - Archivio Apostolico Vaticano, Dicastero per la Cultura e l'Educazione, Commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo del Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani; Dipartimento di Stato americano, Ufficio dell'Inviato Speciale per le Questioni dell'Olocausto; Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede; Ambasciata d'Israele presso la Santa Sede; FSCIRE - Fondazione Giovanni XXIII per gli Studi Religiosi; Resilienza; AJC - Comitato ebraico americano.

Come è noto, Papa Francesco ha reso accessibili milioni di documenti relativi al pontificato di Pio XII (1939-1958). Secondo alcuni si tratta di una figura controversa: da un lato, in quanto protagonista di riconosciute azioni di protezione delle vittime del nazifascismo, in particolare nei drammatici mesi dell'occupazione di Roma; dall'altro, accusato di troppi "silenzi" di fronte alle drammatiche notizie che giungevano in Vaticano, già nel 1939, dai territori occupati da Hitler, a partire dalla Polonia. Nel 2020, l'Archivio Apostolico Vaticano ha messo a disposizione degli studiosi i documenti del pontificato di Pio XII. Grazie a questa straordinaria opportunità di ricerca, è ora possibile effettuare un'analisi più completa e un'interpretazione più accurata di un passaggio cruciale della storia del XX secolo. 

Nell'ambito di un'iniziativa promossa dall'ISCOM il 6 dicembre 2022 sulla persecuzione degli ebrei durante il pontificato di Pio XII, lo storico Johan Ickx (Archivio della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato) ha spiegato la decisione di Papa Francesco di digitalizzare il registro "Ebrei": "Il registro "Ebrei" è utile per dare maggiore impulso alla ricerca storiografica e per consentire alle famiglie dei perseguitati di ricostruire più facilmente le vicende dei loro parenti che hanno chiesto aiuto alla Santa Sede durante la seconda guerra mondiale".

I documenti "ebraici" del Vaticano

"Il registro ebraico è un po' speciale", ha osservato Ickx, "perché normalmente i registri dei nostri archivi storici della Segreteria di Stato sono contraddistinti dal nome di uno Stato, con il quale la Santa Sede ha mantenuto o mantiene normali relazioni bilaterali in un determinato periodo storico. Sotto il pontificato di Papa Pacelli, intorno al 1938, fu creato un registro archivistico con questo nome - "Ebrei" - come se, per la Santa Sede, si trattasse di una nazione specifica. Il registro rimase aperto fino al 1946 e poi, con la fine della Seconda guerra mondiale, fu chiuso".

Già nel suo libro "Pio XII e gli ebrei" del 2021, Ickx ha dimostrato la volontà della Santa Sede di aiutare i perseguitati dal nazifascismo. Ma poi anche la sua incapacità di farlo, perché la Santa Sede fu spesso ostacolata: "I nazisti erano presenti in mezza Europa in quel periodo e impedivano qualsiasi iniziativa di aiuto. Ma anche il regime fascista in Italia portava avanti le persecuzioni e quindi spesso ostacolava gli sforzi di soccorso del Vaticano. Spesso anche i governi nazionali non collaboravano.

Uno dei documenti più interessanti del libro è una lettera del cardinale Gasparri, datata 9 febbraio 1916, in cui risponde a una richiesta dell'American Jewish Committee di New York.

Una lettera, secondo Ickx, ispirata proprio da Eugenio Pacelli, allora alla Segreteria di Stato: "In quel caso, gli ebrei americani chiedevano al Vaticano una presa di posizione da parte di Papa Benedetto XV sulle persecuzioni razziali già iniziate durante la Prima Guerra Mondiale. Il Segretario di Stato Gasparri rispose con questo testo, autorizzandone esplicitamente la pubblicazione. I giornali delle comunità ebraiche americane le fecero eco, definendola con soddisfazione un'autentica "enciclica". Nel testo gli ebrei vengono letteralmente definiti "fratelli" e si afferma che i loro diritti devono essere tutelati come quelli di "tutti i popoli". È il primo documento nella storia della Chiesa cattolica e della Santa Sede a esprimere questo principio. "Sono le parole che - secondo Ickx - troviamo nel documento Nostra Aetate del Concilio Vaticano II, pubblicato nel 1965. Sono proprio i principi che Pio XII ha applicato per decenni durante il suo pontificato di fronte alla grande sfida del nazismo e poi del comunismo". 

L'autoreAntonino Piccione

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