America Latina

Messico e visita papale Elezioni, narco e guerriglia

Papa Francesco visiterà il Messico dal 12 al 18 febbraio. Quali sono le sfide di questo viaggio in un paese colpito da violenza, traffico di droga e povertà?

Ada Irma Cruz Davalillo-13 febbraio 2016-Tempo di lettura: 3 minuti

Esattamente un anno fa, nel gennaio 2015, a bordo dell'aereo che lo riportava a Roma dopo una visita nelle Filippine, Papa Francesco non aveva in agenda di recarsi in Messico; in ogni caso, spiegò, se lo avesse fatto, sarebbe stato in un viaggio che includeva la capitale di quel Paese, perché questo gli avrebbe permesso di frequentare la Basilica di Guadalupe.

In un certo senso, le dichiarazioni rilasciate da lui stesso più tardi, nel marzo 2015, rendevano comprensibile il fatto che non sarebbe stato sicuramente in grado di trasferirsi in Messico, dato che "Ho la sensazione che il mio pontificato sarà breve... Quattro o cinque anni, non so, oppure due o tre. Beh, sono già passati due". Infine, nel dicembre 2015, lo stesso Francesco ha annunciato e dettagliato la sua visita in Messico, il che ha permesso all'editorialista messicano Raymundo Riva Palacio di affermare che "Il Papa si è "autoinvitato" in Messico".

In effetti, si sostiene che sia "Un viaggio che ha colto di sorpresa il governo messicano", poiché non rientrava nell'agenda diplomatica tra la Santa Sede e il governo di Enrique Peña Nieto, il presidente messicano più ossequioso nei confronti della Chiesa e del papato.

Per sostenere la tesi dell'"autoinvito" papale, si invocano discrepanze politiche, ma anche l'intervento diretto di sacerdoti gesuiti messicani che hanno espressamente incontrato privatamente il Papa durante il suo soggiorno a Cuba per insistere sulla convenienza di programmare una visita in Messico.

Per gli analisti politici del Paese, quindi, non è passata inosservata l'esplicita inclusione della città di San Cristóbal las Casas nel tour di Francesco in Messico, così come gli intensi sforzi per fargli visitare la tomba del vescovo Samuel Ruiz e rendergli una sorta di omaggio.

La figura del vescovo è stata avvolta dalle polemiche dopo il primo giorno del gennaio 1994, quando un gruppo di guerriglieri addestrati in Chiapas dichiarò guerra al governo messicano e iniziò una serie di attacchi armati. Era direttamente collegato ai promotori di questi atti di violenza.

È anche vero che nella diocesi, sia durante il periodo del vescovo Ruiz che successivamente, sono stati condotti esperimenti pastorali che sono stati ufficialmente sospesi dalla Santa Sede a causa delle loro inesattezze dottrinali.

San Cristóbal de las Casas si trova nello Stato del Chiapas, uno dei più poveri del Messico. E, come le altre città dell'agenda di Papa Francesco, mostra il volto del sottosviluppo e della povertà diffusa, soprattutto nelle comunità dove la mancanza di agroindustria non ha permesso agli abitanti di raggiungere livelli di benessere più elevati.

Papa Francesco visiterà infatti San Cristóbal de las Casas, Città del Messico, Morelia e Ciudad Juárez. Morelia, con un maggior grado di industrializzazione, è stata colpita dalla violenza scatenata dalle bande o cartelli della droga, cresciuti sotto la protezione della corruzione e della connivenza dei politici e degli imprenditori della zona. È una città con un alto fervore religioso, nonostante l'assalto dei governi rivoluzionari che hanno vessato la Chiesa per decenni.

Ciudad Juárez è attraente per il gran numero di stabilimenti di assemblaggio che impiegano uomini e donne provenienti da tutto il Paese in cerca di un reddito più elevato. La violenza è stata evidenziata sia dal traffico di droga che dalla morte di donne, molte delle quali erano madri single che erano andate a lavorare nelle "maquiladoras" create lì da consorzi stranieri interessati a rifornire con regolarità e precisione le imprese statunitensi.

Quanto al Distretto Federale, una delle città più popolate del mondo, mantiene evidenti e profondi contrasti. Nonostante i problemi e le difficoltà, tutti questi Paesi, come la maggior parte del Messico e a differenza dell'Europa, hanno una religiosità significativa che spiega in larga misura la speranza in cui la gente vive anche nelle zone più svantaggiate.

La situazione in Messico non è diversa da quella di Giovanni Paolo II o di Benedetto XVl, ma ciò che colpisce è che per la prima volta un Papa arriva in un anno di elezioni.

In realtà, tutti gli attori politici del Paese avevano concordato in tutte le visite papali di tenerli lontani dalle elezioni, con il chiaro scopo di garantire che nessuno dei partiti o dei candidati cercasse di approfittarne a proprio vantaggio. Ora, però, accadrà il contrario: cosa succederà? Dovremo aspettare e vedere.

L'autoreAda Irma Cruz Davalillo

Città del Messico

Per saperne di più
Newsletter La Brújula Lasciateci la vostra e-mail e riceverete ogni settimana le ultime notizie curate con un punto di vista cattolico.
Banner pubblicitari
Banner pubblicitari