Vaticano

"La luce della fede ci fa vedere la misericordia di Dio".

Il Santo Padre ha incentrato la catechesi dell'udienza di questo mercoledì sulla dottrina della "giustificazione", di cui parla San Paolo nella Lettera ai Galati, ricordando che la giustificazione deriva dalla fede in Cristo.

David Fernández Alonso-29 settembre 2021-Tempo di lettura: 3 minuti
catechesi giustificazione

Foto: ©2021 Catholic News Service / Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti.

Papa Francesco ha riflettuto sul concetto di giustificazione nella catechesi di mercoledì 29 settembre. "Nel nostro cammino per comprendere meglio l'insegnamento di San Paolo, ci imbattiamo oggi in un tema difficile ma importante, quello della giustificazione. Si è discusso molto su questo argomento per trovare l'interpretazione più coerente con il pensiero dell'apostolo e, come spesso accade, ci sono state anche posizioni opposte. Nella Lettera ai Galati, come nella Lettera ai Romani, Paolo insiste sul fatto che la giustificazione deriva dalla fede in Cristo".

"Cosa si nasconde dietro la parola "giustificazione", così decisiva per la fede? Non è facile arrivare ad una definizione esaustiva, ma nell'insieme del pensiero di San Paolo si può semplicemente dire che la giustificazione è la conseguenza dell'"iniziativa misericordiosa di Dio che concede il perdono" (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1990). Dio, infatti, attraverso la morte di Gesù, ha distrutto il peccato e ci ha dato definitivamente il perdono e la salvezza. Così giustificati, i peccatori sono accolti da Dio e riconciliati in Lui. È come un ritorno al rapporto originario tra Creatore e creatura, prima che intervenisse la disobbedienza del peccato. La giustificazione che Dio realizza, quindi, ci permette di riacquistare l'innocenza persa con il peccato. Come avviene la giustificazione? Rispondere a questa domanda significa scoprire un'altra novità dell'insegnamento di San Paolo: la giustificazione avviene per grazia.

"L'apostolo", spiega il Pontefice, "tiene sempre presente l'esperienza che ha cambiato la sua vita: l'incontro con Gesù risorto sulla via di Damasco. Paolo era stato un uomo orgoglioso, religioso e zelante, convinto che nella scrupolosa osservanza dei precetti ci fosse la giustizia. Ora, però, è stato conquistato da Cristo e la fede in Lui lo ha profondamente trasformato, facendogli scoprire una verità fino ad allora nascosta: non siamo noi a diventare giusti con i nostri sforzi, ma è Cristo, con la sua grazia, a renderci giusti. Così Paolo, per essere pienamente consapevole del mistero di Gesù, è pronto a rinunciare a tutto ciò di cui era precedentemente ricco (cfr. Fil 3,7), perché ha scoperto che solo la grazia di Dio lo ha salvato".

Francesco ci assicura che "la fede ha un valore globale per l'apostolo". "Tocca", dice, "ogni momento e ogni aspetto della vita del credente: dal battesimo alla partenza da questo mondo, tutto è permeato dalla fede nella morte e risurrezione di Gesù, che dà la salvezza". La giustificazione per fede sottolinea la priorità della grazia, che Dio offre a coloro che credono nel suo Figlio senza distinzione".

Non dobbiamo quindi concludere che per Paolo la Legge mosaica non ha più alcun valore; essa rimane un dono irrevocabile di Dio, è, scrive l'apostolo, "santa" (1 Corinzi 5:1).Rm 7,12). Anche l'osservanza dei comandamenti è essenziale per la nostra vita spirituale, ma anche in questo caso non possiamo contare sulle nostre forze: la grazia di Dio che riceviamo in Cristo è fondamentale. Da Lui riceviamo quell'amore gratuito che ci permette, a nostra volta, di amare in modo concreto.

In questo contesto, dice il Santo Padre, "è bene ricordare anche l'insegnamento che viene dall'apostolo Giacomo, che scrive: 'Vedete come un uomo è giustificato dalle opere e non dalla sola fede'. [...] Perché come il corpo senza lo spirito è morto, così la fede senza le opere è morta" (Gc 2,24.26). Così le parole di Giacomo integrano l'insegnamento di Paolo. Per entrambi, quindi, la risposta di fede richiede di essere attivi nell'amore per Dio e nell'amore per il prossimo".

Il Papa ha concluso la catechesi dicendo che "la giustificazione ci introduce nella lunga storia della salvezza, che mostra la giustizia di Dio: di fronte alle nostre continue cadute e alle nostre inadeguatezze, Egli non si è rassegnato, ma ha voluto renderci giusti, e lo ha fatto per grazia, attraverso il dono di Gesù Cristo, con la sua morte e risurrezione. Così la luce della fede ci permette di riconoscere quanto sia infinita la misericordia di Dio, la grazia che opera per il nostro bene. Ma la stessa luce ci permette anche di vedere la responsabilità che ci è stata affidata di collaborare con Dio nella sua opera di salvezza. La forza della grazia deve essere combinata con le nostre opere di misericordia, che siamo chiamati a vivere per testimoniare quanto sia grande l'amore di Dio.

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