Vaticano

"La campagna Share The Journey termina, ma la missione continua".

Il cardinale Luis Antonio G. Tagle, Presidente di Caritas Internationalis, insieme al Segretario Generale di Caritas Internationalis e al Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha chiuso la campagna. Condividere il viaggio che Papa Francesco ha inaugurato nel 2017 e che mira a generare una cultura dell'incontro e dell'accoglienza per i migranti e i rifugiati.

Maria José Atienza-15 giugno 2021-Tempo di lettura: 3 minuti
migranti venezuela

Foto: ©CNS photo/Lincoln Holder, Newsday handout via Reuters

La conferenza stampa di conclusione della Campagna è iniziata con l'intervento del cardinale Luis Antonio G. Tagle. Tagle, che ha sottolineato che Condividere il viaggio è stato "un grande momento di incontro, di solidarietà e, soprattutto, un'espressione dell'amore della Chiesa per i migranti". Cristiani, musulmani, induisti, seguaci di altre religioni e persone senza religione sono stati accolti come persone umane.

Il prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli e presidente di Caritas Internationalis ha sottolineato che, sebbene la campagna sia formalmente terminata, "la missione continua", soprattutto in un momento in cui la pandemia può "intensificare l'egoismo e la paura degli estranei".

Maggiore impegno durante la pandemia

In questo senso, Aloysius John, Segretario Generale di Caritas InternationalisHa ricordato che l'obiettivo principale della campagna è quello di "vivere l'imperativo morale di accogliere e offrire ospitalità a migranti e rifugiati che fuggono da ingiustizie, sofferenze, violenze e povertà in cerca di una vita dignitosa".

Il Segretario Generale di Caritas Internationalis ha ricordato alcune delle azioni che, in questi quattro anni, sono state promosse dall'epicentro Caritas per "condividere il messaggio che la migrazione è un'opportunità per aprire le braccia e accogliere lo straniero" e ha valorizzato gli sforzi che, in tutto il mondo, sono stati compiuti "per fornire sostegno ai migranti e ai rifugiati, soprattutto durante la pandemia di AIDS-19, consentendo loro l'accesso al cibo, ai bisogni di base, ai vestiti e, soprattutto, all'assistenza sanitaria".

In modo particolare ha voluto sottolineare il lavoro della Caritas in aree di conflitto come il Libano, dove il centro migranti "ha sostenuto i lavoratori migranti che sono stati imprigionati nel Paese, impossibilitati a tornare nei loro Paesi d'origine a causa delle restrizioni ai viaggi imposte dalla pandemia COVID-19 e che ancora soffrono gli effetti delle conseguenze dell'esplosione chimica, di cui sono stati vittime anche i loro datori di lavoro"; il lavoro di Caritas Giordania nell'assistenza ai migranti e ai rifugiati siriani con cibo e assistenza medica o l'inestimabile lavoro di Caritas Bangladesh con le migliaia di rifugiati Rohingya che cercano sicurezza in Bangladesh.

Il Segretario Generale di Caritas Internationalis ha inoltre invitato la comunità a partecipare all'iniziativa accendendo una candela virtuale di speranza sul sito web di Caritas Internationalis  e condividendo un messaggio di solidarietà con milioni di sfollati che trasmetteranno a Papa Francesco.

Anche la religione Maria de Lourdes Lodi RissiniNel suo intervento in videoconferenza, la coordinatrice nazionale della Caritas per l'Africa meridionale ha evidenziato il lavoro della Caritas in Sudafrica. In questo senso, ha ricordato, ad esempio, il lavoro svolto in quell'area per inserire i bambini privi di documenti nel sistema scolastico sudafricano o l'attenzione alle donne che, arrivate nel Paese dopo i loro mariti, scoprono di aver formato un'altra famiglia e di non avere risorse con cui vivere o l'attenzione alle migliaia di persone rimaste per strada e senza lavoro a causa della Covid.

Diritto di vivere in pace sulla propria terra

Da parte sua, Mons. Bruno-Marie DufféIl Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ha ricordato i quattro verbi con cui Papa Francesco chiama la comunità cristiana ad accogliere i migranti e che "ci impegnano a intraprendere con loro un cammino morale, sociale, politico, giuridico e spirituale: Accogliere, Proteggere, Promuovere e Integrare".

Ha inoltre sottolineato che "la dignità della persona umana, principio fondamentale dell'insegnamento sociale cattolico, è ciò che dà significato e traduzione morale ai diritti umani di tutte le persone". Particolarmente importante è stato l'invito a "lavorare con i Paesi da cui provengono i migranti e a sostenere programmi di sviluppo umano integrale", perché "c'è il diritto primario di essere accolti, ma anche il diritto di tornare nella propria patria, la terra dei propri antenati e della propria comunità, per viverci in pace".

La campagna "Condividere il viaggio - Condividere il viaggio" è iniziato nel 2017 con l'obiettivo di sensibilizzare la comunità cristiana alla realtà della migrazione e di aprire le braccia per generare una cultura dell'incontro, per interrogarci e ripensare il modo in cui accogliamo gli altri.

Lo stesso Papa Francesco ha sottolineato nel suo discorso di apertura che "il viaggio si fa in due: quelli che vengono nella nostra terra e noi, che andiamo al loro cuore, per capirli, per capire la loro cultura, la loro lingua. Cristo stesso ci chiede di accogliere i nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati a braccia aperte, a braccia spalancate. Accoglierli proprio così, a braccia aperte". 

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