Vaticano

"Il Signore può fare grandi cose attraverso di noi quando siamo trasparenti con Lui".

Il Papa ha commentato il Vangelo della Solennità dei Santi Pietro e Paolo durante la preghiera dell'Angelus, assicurando che "attraverso i loro testimoni, Pietro e Paolo, ci incoraggia a toglierci la maschera, a rinunciare alle mezze misure, alle scuse che ci rendono tiepidi e mediocri".

David Fernández Alonso-29 giugno 2021-Tempo di lettura: 3 minuti
angelus Papa Francesco

Foto: ©2021 Catholic News Service / Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti.

Dopo aver celebrato la Messa nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo nella Basilica di San Pietro con la benedizione dei palli per i nuovi arcivescovi, Papa Francesco ha recitato l'Angelus dalla finestra del Palazzo Apostolico e ha commentato il Vangelo. "Nella parte centrale del Vangelo di oggi (Mt 16, 13-19), il Signore pone ai suoi discepoli una domanda decisiva: "Ma voi chi dite che io sia" (v. 15). È la domanda cruciale che Gesù pone anche a noi oggi: "Chi sono io per voi? Chi sono io per voi, che avete abbracciato la fede ma avete ancora paura di uscire in profondità nella mia Parola?Chi sono io per teChi sono io per te, che sei cristiano da molto tempo ma che, stanco per l'abitudine, hai perso il tuo primo amore? Chi sono io per te, che stai attraversando un momento difficile e hai bisogno di scuoterti per andare avanti? Gesù chiede: Chi sono io per te? Oggi diamogli una risposta che venga dal cuore".

"Prima di questa domanda", dice il Papa, "Gesù ne ha posta un'altra ai suoi discepoli: "Chi dice la gente che io sia" (cfr. v. 13). Era un sondaggio per registrare le opinioni su di lui e sulla fama di cui godeva, ma la fama non interessa a Gesù. Perché ha fatto questa domanda? Per sottolineare una differenza, che è la differenza fondamentale della vita cristiana. C'è chi resta alla prima domanda, alle opinioni, e parla di di GesùC'è chi, d'altra parte, non ha mai avuto problemi, parlare con Gesùoffrendogli la nostra vita, entrando in relazione con lui, facendo il passo decisivo. È questo che interessa al Signore: essere al centro dei nostri pensieri, essere il punto di riferimento dei nostri affetti; essere, insomma, l'amore della nostra vita".

Francesco ha detto, riferendosi ai santi Pietro e Paolo, che "i santi che stiamo celebrando hanno fatto questo passo e sono diventati testimoni. Non erano tifosima imitatori di Gesù. Non erano spettatori, ma protagonisti del Vangelo. Non credevano a parole, ma nei fatti. Pietro non parlava di missione, era un pescatore di uomini, Paolo non scriveva libri dotti, ma lettere vissute, viaggiando e testimoniando. Entrambi hanno speso la loro vita per il Signore e per i fratelli. E ci provocano. Perché corriamo il rischio di rimanere alla prima domanda: dare pareri e opinioni, avere grandi idee e dire belle parole, ma non rischiare mai. Quante volte, ad esempio, diciamo che vorremmo una Chiesa più fedele al Vangelo, più vicina alla gente, più profetica e missionaria, ma poi, nella pratica, non facciamo nulla! È triste vedere che molti parlano, commentano e discutono, ma pochi testimoniano. I testimoni non si perdono in parole, ma portano frutto. Non si lamentano degli altri o del mondo, ma iniziano con se stessi. Ci ricordano che Dio non va dimostratoma mostratonon annunciato da proclami, ma testimoniato dall'esempio".

"Tuttavia", continua Francesco, "guardando alle vite di Pietro e Paolo, può sorgere un'obiezione: sono stati certamente testimoni, ma non sempre esemplari: Pietro ha rinnegato Gesù e Paolo ha perseguitato i cristiani. Ma, ecco il punto, hanno anche testimoniato le loro cadute. San Pietro avrebbe potuto dire agli evangelisti: "Non scrivete gli errori che ho fatto io". Ma no, la sua storia viene direttamente dai Vangeli, con tutte le sue miserie. Lo stesso vale per San Paolo, che nelle sue lettere parla di errori e debolezze. È da qui che parte il testimone: dalla verità su se stesso, dalla lotta contro la propria doppiezza e falsità. Il Signore può fare grandi cose attraverso di noi quando non ci preoccupiamo di difendere la nostra immagine, ma siamo trasparenti con Lui e con gli altri. Oggi, cari fratelli e sorelle, il Signore ci interroga. La sua domanda: Chi sono io per te?Ci scava dentro. Attraverso i suoi testimoni, Pietro e Paolo, ci incoraggia a toglierci la maschera, a rinunciare alle mezze misure e alle scuse che ci rendono tiepidi e mediocri. La Madonna, Regina degli Apostoli, ci aiuti in questo e accenda in noi il desiderio di testimoniare Gesù.

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