Spagna

"Abbiamo bisogno di modi efficaci, solidali e creativi per accogliere i migranti".

Il 20 giugno, Giornata Mondiale del Rifugiato, deve essere una giornata in cui cercare urgentemente "modi efficaci, solidali e creativi per affrontare le sfide che Papa Francesco ha posto" per prendersi cura di coloro che fuggono da gravi crisi umanitarie.

Maria José Atienza-21 giugno 2021-Tempo di lettura: < 1 minuto

In occasione dell'odierna celebrazione della Giornata Mondiale del Rifugiato, i vescovi della Sottocommissione per le Migrazioni e la Mobilità Umana della Conferenza Episcopale Spagnola hanno diffuso una nota in cui ricordano che sono più di 30 milioni le persone che si trovano in questa situazione e che sono state particolarmente colpite dalle conseguenze della crisi del coronavirus. 

I vescovi hanno descritto le sfide poste dal Papa di fronte alle migrazioni, sottolineando che la Chiesa spagnola accoglie "le giuste richieste di queste persone che bussano alle nostre porte e che stiamo accompagnando dalle parrocchie e da altre entità, soprattutto quando purtroppo sono lasciate fuori dai meccanismi di accoglienza e vivono con gravi incertezze giuridiche".

Per questo motivo, hanno incoraggiato la ricerca urgente di "modi efficaci, solidali e creativi per rispondere alle sfide che Papa Francesco sta lanciando per prendersi cura di coloro che fuggono da gravi crisi umanitarie: "Aumentare e semplificare la concessione dei visti",
adottare programmi di sponsorizzazione privati e comunitari,
aprire corridoi umanitari per i rifugiati più vulnerabili,
fornire una sistemazione adeguata e dignitosa,
garantire la sicurezza personale e l'accesso ai servizi di base,
garantire l'assistenza consolare,
il diritto di avere sempre con sé i documenti d'identità personali,
pari accesso alla giustizia,
la possibilità di aprire conti bancari e la garanzia delle basi per il sostentamento della vita,
dare loro la possibilità di muoversi e di lavorare,
proteggere i minori e garantire loro un accesso regolare all'istruzione,
prevedere programmi di affidamento o di custodia temporanea,
garantire la libertà religiosa,
promuovere l'inclusione sociale,
per favorire il ricongiungimento familiare e preparare le comunità ai processi di integrazione" (FT n. 130).

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