Superare la cultura del pettegolezzo e degli aggettivi

Il rovescio della medaglia di una società pluralista è che molte persone pensano e sentono in modo molto diverso sulle questioni fondamentali della vita. Quando questi temi centrali entrano nel dibattito pubblico, spesso le posizioni si polarizzano e compaiono etichette che definiscono ogni posizione riducendo l'altra a un'etichetta.

2 aprile 2019-Tempo di lettura: 2 minuti

 Papa Francesco ha tenuto una memorabile omelia durante la liturgia penitenziale con i giovani detenuti a Panama e si è soffermato su questo punto, calato nella logica della vita quotidiana: "Mettiamo etichette sulle persone: questo è così, questo ha fatto così. Queste etichette, alla fine, l'unica cosa che ottengono è dividere: qui ci sono i buoni e là i cattivi; qui ci sono i giusti e là i peccatori. E Gesù non lo accetta, questa è la cultura degli aggettivi. Ci piace aggettivare le persone, ci piace. Come ti chiami? Il mio nome è 'buono'. No, è un aggettivo. Come ti chiami? Andate al nome della persona: chi siete, cosa fate, quali illusioni avete, come si sente il vostro cuore. I pettegoli non sono interessati, cercano subito l'etichetta per sbarazzarsi di loro. La cultura dell'aggettivo che squalifica la persona, pensateci, per non cadere in questo che ci viene così facilmente offerto dalla società".

Jack Valero, fondatore del progetto Voci cattolicheè stato in Uruguay a marzo, tenendo seminari, conferenze e interviste. Nel programma Questa è la mia bocca ha spiegato la sua proposta per affrontare le questioni controverse: "Il nostro metodo si basa sul parlare dal punto di vista dell'altro".. Quando qualcuno critica la Chiesa, "Alla base c'è una cosa buona: la cerchiamo, ci andiamo e ne parliamo. Si propone di "unire e spiegare, non combattere; non avere due parti in lotta".

Questa prospettiva relazionale si collega alla proposta del Papa di superare le etichette: "Mangiando con gli esattori delle tasse e con i peccatori, Gesù rompe la logica che separa, esclude ed escludeisola e divide falsamente tra "buoni e cattivi".Come fa Gesù? Lo fa creando collegamenti in grado di attivare nuovi processi".

I nuovi processi che emergono dai legami sono, tra gli altri, nuove conversazioni più aperte, in cui ognuno può esprimere la propria identità con la volontà di ascoltare: imparare, capire e anche rispondere. Una conversazione può portare alla distanza o al riavvicinamento; per questo, quando si tratta di affrontare questioni controverse e fondamentali della vita, è importante valutare se il rapporto con l'altra persona è abbastanza forte da contenere le tensioni e incanalarle verso percorsi fruttuosi di comprensione e amicizia.

L'autoreJuan Pablo Cannata

Professore di Sociologia della comunicazione. Università Austral (Buenos Aires)

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