FirmeRafael Vázquez Jiménez

L'album del viaggio di Francesco in Iraq

Le fotografie che compongono l'album del viaggio di Papa Francesco in Iraq rimarranno nella memoria di tutti i cristiani. Un album che mostra come essere Chiesa nel mondo di oggi.

3 aprile 2021-Tempo di lettura: 2 minuti

Foto: Zahra Amiri / Unsplash

Ogni viaggio ha un album in cui conserviamo i ricordi che rimangono impressi nella nostra anima. La storica visita di Papa Francesco in Iraq, la Ur dei Caldei, patria di Abramo, la Ninive del profeta Giona o la Babilonia di Geremia ed Ezechiele, con i suoi canali irrigati dalle lacrime del popolo ebraico in esilio, ha anche il suo album, che mostra un modo di essere Chiesa nel mondo di oggi.

Prima immagine

Preghiera tra le rovine di Mosul, dove cristiani e musulmani si sono incontrati. La sofferenza non fa distinzione tra religioni ed etnie. Tutti hanno sofferto e il dolore li ha uniti nello stesso grido. Papa Francesco ha mostrato una Chiesa che va a consolare non solo i suoi figli, alimentando il settarismo e il confronto tra i popoli, ma che accompagna la fragilità nella sua nudità. Il nemico della minoranza cristiana non è stato l'Islam. Sciiti, sunniti, cristiani, yazidi... hanno avuto un nemico comune: un gruppo terroristico e criminale con obiettivi non religiosi.

Seconda foto

L'incontro di Francesco con Al-Sistani. Il Papa entra a piedi nudi nell'umile dimora del leader spirituale dell'Islam sciita a Najaf, accanto alla tomba dell'Imam Ali; Al-Sistani rompe il protocollo e si alza in piedi per accoglierlo. Due uomini che assaporano il gusto della semplicità, due leader che si rispettano e si aprono il cuore a vicenda, e in loro due tradizioni religiose che si uniscono e desiderano lavorare insieme per la pace nel mondo. Una Chiesa scalza, che abbandona i pregiudizi e unisce le forze al servizio dell'umanità. Nessuna firma di un documento? No. Il grande Documento sulla Fraternità era quella foto.

Terza foto

L'incontro interreligioso a Ur dei Caldei. La fede non è un elemento di divisione, ma di fratellanza. "L'autentica religiosità è l'adorazione di Dio e del prossimo". Chi usa la violenza in nome di Dio, profana il suo Santo Nome, non è un vero credente. Cristiani e musulmani hanno denunciato la strumentalizzazione della religione e hanno guardato insieme alle stelle, come Abramo, confidando nella promessa di fratellanza. E lì hanno mostrato il volto di una Chiesa che profetizza e difende il valore sacro della vita umana.

Ultima foto

L'incontro nella cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora della Salvezza, a Baghdad. Lì, con l'immagine di un tappeto fatto di fili multicolori che si intrecciano e creano una bella composizione, ci ha presentato una Chiesa che apprezza la diversità ed è pronta a portare i suoi colori nella società per costruire la fraternità, la cui fonte e origine è in Dio.

L'autoreRafael Vázquez Jiménez

Direttore del Segretariato della Sottocommissione episcopale per le relazioni interconfessionali

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