Cultura

San Bruno, fondatore dell'Ordine dei Certosini

San Bruno, fondatore dell'Ordine certosino, rifiutò gli incarichi ecclesiastici per condurre una vita di silenzio e preghiera. Grazie a lui, oggi ci sono 23 certose nel mondo, la più recente delle quali è stata fondata in Corea del Sud.

José M. García Pelegrín-6 ottobre 2024-Tempo di lettura: 4 minuti
San Bruno

Scultura raffigurante San Bruno (Wikimedia Commons / La Poetessa di Calabria)

Domenica 9 ottobre 2011, Benedetto XVI si è recato alla Certosa di Serra San Bruno; il suo predecessore, San Giovanni Paolo II, vi era già stato il 5 ottobre 1984. Il nome di questa località della provincia italiana di Ancona, nelle Marche, deriva da San Bruno, che fondò il monastero nel 1091.

Durante la sua visita, Benedetto XVI ha fatto riferimento alla vita contemplativa: "La comunione ecclesiale ha bisogno di una forza interiore, quella forza che il Padre Priore ha ricordato poco fa citando l'espressione 'captus ab Uno', riferita a San Bruno: 'tenuto dall'Uno', da Dio, 'Unus potens per omnia', come abbiamo cantato nell'inno dei Vespri. Il ministero dei pastori attinge dalle comunità contemplative una linfa spirituale che viene da Dio". E ancora: "Questa vocazione, come ogni vocazione, trova la sua risposta in un cammino, in una ricerca che dura tutta la vita".

San Bruno e la sobrietà dei Certosini

San Bruno fondò l'Ordine certosino, considerato il più rigoroso all'interno della Chiesa cattolica. La sobrietà dei Certosini si riflette non solo nel loro stile di vita, ma anche nella loro liturgia, basata su quella sviluppata da San Bruno e dai suoi compagni. Questa liturgia comprende molti periodi di silenzio e manca di strumenti musicali, anche se incorpora il canto certosino, simile al canto gregoriano ma più austero.

Sul sito ufficiale "chartreux.org"Dopo aver diretto a lungo la scuola della cattedrale di Reims, Maestro Bruno, "uomo dal cuore profondo", rispondendo alla chiamata divina a una vita esclusiva per Dio solo, nel 1084 si recò con sei compagni sul massiccio della Chartreuse per far rivivere lo spirito dei Padri del deserto in Occidente. Fondò poi un altro monastero in Calabria, dove morì nel 1101". La sua morte avvenne il 6 ottobre, data in cui la Chiesa cattolica ne celebra la memoria.

Nascita dell'Ordine

Bruno nacque intorno al 1030 a Colonia, nell'attuale Germania, e fin da giovane si distinse per la sua intelligenza e la sua pietà. Studiò a Reims, dove in seguito divenne insegnante e rispettato canonico. La sua lotta contro la simonia, la compravendita di cariche ecclesiastiche, lo segnò profondamente, portandolo a cercare una vita lontana dalla politica ecclesiastica e dai beni materiali.

La perfezione cristiana a cui anelava la trovò, insieme a un gruppo di compagni, in una vita completamente dedicata alla preghiera e alla contemplazione: nel 1084, il vescovo Ugo di Grenoble, ex allievo di Bruno, donò loro un pezzo di terra rocciosa e inospitale sulle Alpi francesi. Lì fondarono La Grande Chartreuse, il monastero madre dell'Ordine certosino. Questo monastero divenne un modello di vita monastica incentrato sul silenzio, la preghiera e il lavoro manuale.

I monaci certosini vivono in una solitudine quasi assoluta, trascorrendo gran parte delle loro giornate in solitudine, nelle proprie celle, dove pregano, meditano e svolgono lavori manuali. Gli incontri comunitari sono rari e la conversazione è limitata. Una volta alla settimana possono parlare durante una passeggiata comunitaria, mentre il resto del tempo comunicano con il linguaggio dei segni.

La corte papale e gli ultimi anni di San Bruno

Tuttavia, Bruno non poté godere appieno del suo ritiro per molti anni. Nel 1090, Papa Urbano II, un altro suo ex allievo, lo convocò a Roma. Sebbene desiderasse profondamente vivere in solitudine, Bruno obbedì, ma presto scoprì che la vita alla corte papale non era compatibile con il suo spirito ascetico. Rifiutò l'offerta di essere nominato arcivescovo di Reggio in Calabria, scegliendo di tornare a una vita solitaria in un luogo ancora più remoto, dove fondò il suo secondo monastero a La Torre, in Calabria.

Trascorse gli ultimi anni in questo eremo, circondato da laici e chierici che condividevano la sua ricerca della vita perfetta nella contemplazione e nel silenzio. La sua morte, avvenuta il 6 ottobre 1101, segnò la fine di una vita dedicata a Dio, ma anche l'inizio di una venerazione che sarebbe durata nei secoli.

Nonostante l'austerità della sua vita, l'influenza di Bruno fu profonda e duratura. La sua eredità si diffuse rapidamente attraverso l'Ordine certosino, che si diffuse in tutta Europa e raggiunse il suo apice nel XVI secolo, con circa 5.600 monaci e monache in 198 monasteri.

A differenza di altri ordini religiosi, i Certosini non cercarono per secoli la canonizzazione formale del loro fondatore. Solo nel 1514, sotto il papato di Leone X, la santità di Bruno fu ufficialmente riconosciuta da un decreto papale che ne confermava la venerazione, senza bisogno del tradizionale processo di canonizzazione. Successivamente, nel 1623, la sua festa fu estesa alla Chiesa universale, consolidando così il suo posto nella storia della spiritualità cattolica.

L'Ordine certosino oggi

L'impatto di Bruno sulla spiritualità cristiana risiede nel suo rifiuto delle tentazioni del potere e della ricchezza e nella ricerca di una vita dedicata esclusivamente alla preghiera e al servizio di Dio. In un'epoca segnata dalla corruzione e dall'ambizione di potere all'interno della Chiesa, Bruno si distinse per la purezza di cuore e l'integrità, qualità che ispirarono i suoi contemporanei e che continuano a essere un modello per i certosini di oggi.

Oggi l'Ordine certosino esiste ancora, con 23 certose (18 di monaci e 5 di monache) in tutto il mondo, dove circa 270 monaci e 60 monache seguono i precetti del loro fondatore. I Certosini continuano a vivere secondo le rigide regole stabilite da Bruno oltre 900 anni fa, mantenendo la pratica del silenzio, della preghiera costante e del lavoro manuale, e facendo proprio il motto dell'ordine: "Stat crux dum volvitur orbis" ("La croce sta ferma mentre il mondo gira"). Un motto diffuso sostiene che l'ordine certosino non è mai stato riformato perché non è mai stato deformato ("Nunquam reformata, quia nunquam deformata").

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