Vaticano

Papa Francesco: "Che ognuno di noi possa promuovere l'annuncio missionario ovunque viva".

Il sesto giorno del viaggio apostolico di Papa Francesco, il secondo in Papua Nuova Guinea, è stato caratterizzato da due eventi speciali: la Messa domenicale al Sir John Guise Stadium e la visita pomeridiana alla città periferica di Vanimo, a 1.000 chilometri di distanza.

Hernan Sergio Mora-9 settembre 2024-Tempo di lettura: 3 minuti

Papa Francesco indossa un copricapo tradizionale durante un incontro con i fedeli all'esterno della Cattedrale di Santa Croce a Vanimo ©CNS photo/Lola Gomez)

La giornata del Pontefice nella capitale della Papua Nuova Guinea, Port Moresby, è iniziata con la visita al Primo Ministro James Marape presso la Nunziatura. Poco dopo è partito alla volta di Sir John Guise, uno stadio gremito di fedeli che lo hanno atteso con canti, particolarmente animati quando Papa Francesco ha fatto il suo giro in un golf cart aperto, partendo dall'adiacente stadio di calcio.

Il Papa, in forma su una sedia a rotelle, ha celebrato la Santa Messa con preghiere in inglese, motu e tok pisin, e vari inni.

Nell'omelia, parlando del miracolo di Gesù con il sordomuto, ha ricordato che "c'è una sordità interiore e un mutismo del cuore che dipende da tutto ciò che ci chiude in noi stessi, ci chiude a Dio e agli altri: l'egoismo, l'indifferenza, la paura di rischiare e di esporsi, il risentimento, l'odio, e la lista potrebbe continuare".

Il Pontefice, spiegando la parabola, ha assicurato che "questa è la vicinanza di Gesù, che viene a toccare la nostra vita e a rimuovere ogni distanza". Infatti, "come afferma San Paolo, con la sua venuta ha annunciato la pace a coloro che erano lontani".

"Gesù si avvicina e, come i sordomuti, dice anche a noi: 'Effeta', cioè 'Apriti'". E ha concluso con un'esortazione: "Il Signore dice anche a voi oggi: "Coraggio, non abbiate paura, popolo papuano, apritevi! Apritevi alla gioia del Vangelo, apritevi all'incontro con Dio, apritevi all'amore dei vostri fratelli".

Dopo aver recitato l'Angelus, si è recato alla Nunziatura dove ha pranzato per poi dirigersi all'aeroporto internazionale di Jacksons. Da lì, un aereo militare C-130 lo ha portato in poco più di due ore alla città di Vanimo, con una popolazione di 40.000 abitanti, il 30% dei quali sono cattolici.

Sulla spianata antistante la Cattedrale della Santa Croce, sede episcopale della diocesi di Vanimo, alcune migliaia di fedeli lo hanno accolto con danze e canti, a cui si sono aggiunte le parole del vescovo, le testimonianze di una catechista, di una bambina della Casa dei Bambini di Luján, di una suora e di una famiglia.

Il Papa ha ricordato che "dalla metà del XIX secolo la missione qui non è mai cessata: religiosi e religiose, catechisti e missionari laici non hanno mai smesso di predicare la Parola di Dio e di offrire aiuto ai loro fratelli e sorelle".

"Così - ha aggiunto il Papa - le chiese, le scuole, gli ospedali e i centri missionari testimoniano intorno a noi che Cristo è venuto a portare la salvezza a tutti, affinché ciascuno possa fiorire in tutta la sua bellezza per il bene comune".

E sebbene "abbiamo sentito come alcuni di voi, per fare questo, affrontino lunghi viaggi, per raggiungere anche le comunità più lontane", ha ricordato che "possiamo aiutarvi anche in un altro modo, e cioè che ognuno di noi promuova l'annuncio missionario dove vive, cioè a casa, a scuola, sul posto di lavoro; affinché, ovunque, nella foresta, nei villaggi o nelle città, alla bellezza del paesaggio corrisponda la bellezza di una comunità in cui le persone si amano".

Li ha quindi invitati a formare "come una grande orchestra" per "espellere la paura, la superstizione e la magia dai cuori della gente; per porre fine a comportamenti distruttivi come la violenza, l'infedeltà, lo sfruttamento, l'abuso di alcol e droga".

Ricordiamoci", ha concluso il Successore di Pietro, "che l'amore è più forte di tutto questo e la sua bellezza può guarire il mondo, perché è radicato in Dio.

Una rosa d'oro è stata posta davanti all'immagine della Vergine Maria e il vescovo ha recitato la preghiera di consacrazione a Maria.

Poco dopo, il Pontefice ha visitato la Holy Trinity Humanistic School, una scuola cattolica gestita dalla parrocchia e dall'Istituto del Verbo Incarnato. Accolto dai missionari e accompagnato nella School & Queen of Paradise Hall, Francesco ha assistito a un concerto dell'orchestra studentesca e ha poi avuto un incontro privato con i missionari.

La giornata si è conclusa con il ritorno a Port Moresby, alla Nunziatura, dove il Pontefice ha trascorso la notte in attesa del suo ultimo giorno in Papua Nuova Guinea.

L'autoreHernan Sergio Mora

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