Vaticano

"La velocità eccessiva polverizza la vita, non la rende più intensa".

Nella giornata di preghiera e digiuno per la pace, nell'ambito del ciclo di catechesi sulla vecchiaia, Papa Francesco ha riflettuto sulla velocità con cui siamo abituati al quotidiano, affermando che "l'eccessiva velocità rende ogni esperienza più superficiale e meno nutriente", soprattutto nei giovani.

David Fernández Alonso-2 marzo 2022-Tempo di lettura: 3 minuti
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Foto: Djim Loic / Unsplash

All'udienza generale del Mercoledì delle Ceneri, giornata di preghiera e digiuno per la pace in Ucraina, Papa Francesco ha tenuto la seconda catechesi del ciclo sulla vecchiaia.

"Nel passo biblico delle genealogie degli antenati", ha esordito Francesco, "colpisce subito l'enorme longevità: si parla di secoli! Quando inizia qui la vecchiaia? E cosa significa che questi antichi padri vivono così a lungo dopo aver generato i loro figli? Padri e figli vivono insieme per secoli! Questa cadenza secolare dell'età, narrata in stile rituale, conferisce al rapporto tra longevità e genealogia un profondo significato simbolico".

"È come se la trasmissione della vita umana, così nuova nell'universo creato, richiedesse un'iniziazione lenta e prolungata. Tutto è nuovo, all'inizio della storia di una creatura che è spirito e vita, coscienza e libertà, sensibilità e responsabilità. La nuova vita - la vita umana - immersa nella tensione tra la sua origine "a immagine e somiglianza" di Dio e la fragilità della sua condizione mortale, rappresenta una novità ancora da scoprire. E richiede un lungo periodo di iniziazione, in cui è indispensabile il sostegno reciproco tra le generazioni, per decifrare le esperienze e affrontare gli enigmi della vita. In questo lungo periodo, lentamente, si coltiva anche la qualità spirituale dell'uomo".

"In un certo senso, ogni passaggio epocale della storia umana ci offre questa sensazione: è come se dovessimo riprendere le nostre domande sul senso della vita dall'inizio e con calma, quando il palcoscenico della condizione umana appare pieno di nuove domande e di interrogativi inediti. Certamente, l'accumulo di memoria culturale aumenta la familiarità necessaria per affrontare brani inediti. I tempi di trasmissione sono ridotti; ma i tempi di assimilazione richiedono sempre pazienza. L'eccesso di velocità, che già ossessiona tutti i passaggi della nostra vita, rende ogni esperienza più superficiale e meno "nutriente". I giovani sono vittime inconsapevoli di questa scissione tra il tempo dell'orologio, che vuole essere bruciato, e i tempi della vita, che richiedono un'adeguata "fermentazione". Una lunga vita permette di sperimentare questi tempi lunghi e i danni della fretta".

"La vecchiaia impone certamente ritmi più lenti: ma non si tratta solo di tempi di inerzia. La misura di questi ritmi apre a tutti spazi di senso della vita sconosciuti all'ossessione della velocità. Perdere il contatto con i ritmi lenti della vecchiaia chiude questi spazi per tutti. È in questo contesto che ho voluto istituire la festa dei nonni l'ultima domenica di luglio. L'alleanza tra le due generazioni agli estremi della vita - i bambini e gli anziani - aiuta anche le altre due - i giovani e gli adulti - a collegarsi per rendere l'esistenza di tutti più ricca di umanità.

"Immaginiamo", ha proposto il Papa, "una città in cui la coesistenza di età diverse sia parte integrante del disegno complessivo del suo habitat. Pensiamo alla formazione di relazioni affettive tra anziani e giovani che si irradierebbero nello stile generale delle relazioni. La sovrapposizione delle generazioni diventerebbe una fonte di energia per un umanesimo veramente visibile e vivibile. La città moderna tende a essere ostile agli anziani (e non a caso anche ai bambini). L'eccessiva velocità ci trascina in una centrifuga che ci travolge come coriandoli. Perdiamo di vista il quadro generale. Ognuno si aggrappa al proprio pezzo, che galleggia al di sopra dei flussi della città-mercato, per la quale i ritmi lenti sono perdite e la velocità è denaro. La velocità eccessiva polverizza la vita, non la rende più intensa".

"La pandemia", ha ricordato il Santo Padre, "nella quale siamo ancora costretti a vivere, ha imposto - molto dolorosamente, purtroppo - una battuta d'arresto all'ottuso culto della velocità. E in questo periodo i nonni hanno fatto da barriera alla "disidratazione" emotiva dei piccoli. L'alleanza visibile delle generazioni, che armonizza tempi e ritmi, ci restituisce la speranza di non vivere la vita invano. E restituisce a ciascuno di noi l'amore per la nostra vita vulnerabile, chiudendo la strada all'ossessione della velocità, che semplicemente la consuma. I ritmi della vecchiaia sono una risorsa indispensabile per cogliere il senso della vita scandita dal tempo. Grazie a questa mediazione, diventa più credibile il destino della vita nell'incontro con Dio: un disegno che si nasconde nella creazione dell'essere umano "a sua immagine e somiglianza" e si suggella nel divenire uomo del Figlio di Dio.

Il Papa ha concluso affermando che "oggi siamo testimoni di una maggiore longevità della vita umana. Questo ci offre l'opportunità di aumentare l'alleanza tra tutte le fasi della vita; e anche con il significato della vita nella sua totalità. Lo Spirito ci conceda l'intelligenza e la forza per questa riforma: l'arroganza del tempo dell'orologio deve essere convertita nella bellezza dei ritmi della vita. Il patto generazionale è indispensabile. Che Dio ci aiuti a trovare la musica giusta per questa armonizzazione.

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