Cultura

Uno spazio di dialogo tra arte sacra classica e contemporanea

Sulle rovine di una chiesa tardogotica, il Museo diocesano Kolumba di Colonia si presenta come un'armoniosa fusione di vecchio e nuovo, integrando una cappella costruita negli anni Cinquanta.

José M. García Pelegrín-28 settembre 2024-Tempo di lettura: 3 minuti
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I musei diocesani non sono solo spazi dedicati all'esposizione di arte sacra; soprattutto in una società secolarizzata, sono anche luoghi che testimoniano l'influenza dell'arte e della cultura cristiana sulla vita contemporanea. A differenza dei tesori delle cattedrali, che tendono a concentrarsi sull'arte liturgica, i musei diocesani dialogano con la cultura contemporanea, esponendo arte contemporanea accanto all'arte cristiana tradizionale.

Un esempio importante in Germania è il Museo diocesano di Colonianotevole sia per la sua architettura che per la sua collezione d'arte, che crea un profondo dialogo tra arte classica e contemporanea. Il nome "Kolumba" deriva dalla chiesa tardo-gotica dedicata alla martire del III secolo, conosciuta in Spagna come Santa Coloma. Questa chiesa, un tempo la più grande chiesa parrocchiale di Colonia, fu distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale. Il museo è stato costruito sulle sue rovine dall'architetto svizzero Peter Zumthor. Inaugurato nel 2007, l'edificio ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti architettonici come il Premio tedesco per l'architettura DAM (2008) e il Premio per l'architettura della Renania Settentrionale-Vestfalia (2011).

Una fusione di passato e presente

Il Museo Kolumba è un buon esempio di armonia tra vecchio e nuovo: l'edificio moderno integra le rovine della chiesa distrutta e la cappella "Maria in den Trümmern", costruita nel 1950 dall'architetto di Colonia Gottfried Böhm. È inoltre possibile esplorare gli scavi archeologici nei sotterranei del museo: da passerelle sopraelevate si possono vedere i resti di abitazioni romane e di edifici ecclesiastici di epoca carolingia, romanica e gotica.

L'esterno sobrio dell'edificio è rivestito di mattoni grigi caldi, che conferiscono dinamismo alle ampie pareti. Questo minimalismo si riflette anche all'interno: la sobrietà della decorazione e l'uso selettivo dei materiali permettono di concentrare l'attenzione sulle opere d'arte. Il mattone grigio del nuovo edificio si fonde con il basalto e i mattoni delle rovine, seguendo la disposizione della vecchia chiesa e mantenendo così la continuità storica. L'architettura di Peter Zumthor assume così frammenti storici e crea un ambiente ideale per la mostra contemporanea.

Il museo ospita un cortile interno che sostituisce un cimitero medievale, contribuendo all'atmosfera di riflessione e contemplazione che lo caratterizza. Il cuore dell'edificio è costituito da un'ampia sala espositiva in cui convivono opere d'arte antiche e moderne, favorendo il già citato dialogo tra le epoche.

Storia e sviluppo del Museo Kolumba

Il museo è stato fondato nel 1853 dalla "Società per l'Arte Cristiana" e nel 1989 è stato rilevato dall'Arcidiocesi di Colonia. Nel 2004 ha adottato il nome "Kolumba", in riferimento alla chiesa distrutta. Concepito come un "museo della contemplazione", il suo scopo è quello di invitare il pubblico a esplorare l'arte come riflesso della vita. La collezione spazia dalla tarda antichità ai giorni nostri, con particolare attenzione all'arte cristiana. Ogni anno, a metà settembre, viene presentata una nuova mostra annuale che combina opere della collezione permanente con opere d'arte moderna. Queste mostre, con titoli come "Lo spazio infinito si espande" (2007/2008), "L'uomo lascia la terra" (2008/2009) o "Santuario" (2013/2014), danno ogni anno un nuovo significato alla collezione. La collezione attuale è dedicata a "L'ABC dell'arte".

La cappella "Maria tra le rovine".

Uno degli elementi più emblematici del Museo Kolumba è la cappella "Maria nelle rovine", costruita nel 1950 da Gottfried Böhm come simbolo di speranza dopo la sua distruzione. La chiesa di San Kolumba, documentata dal 980, fu quasi completamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, lasciando solo parte delle pareti esterne e una statua tardogotica della Vergine su un pilastro.

La cappella, che sorge sulle rovine della chiesa, ha una struttura semplice, simile a una tenda. Böhm progettò un altare di basalto a tre livelli e decorò la cappella con opere di artisti famosi, come le "Finestre dello Spirito Santo" di Jan Thorn Prikker e la "Finestra di Santa Caterina" di Georg Meistermann.

Nel 1957 è stata aggiunta la cappella del Santissimo Sacramento, che oggi ospita un tabernacolo disegnato dall'artista Elisabeth Treskow. L'elegante semplicità dell'architettura, unita al simbolismo dell'arte, fa di questa cappella un luogo di culto centrale nella città. Coloniacon la celebrazione della Santa Messa e il programma di confessioni quotidiane.

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