Vaticano

Domenica delle Palme. La meraviglia di vedere Dio che ama

Anche quest'anno, come l'anno scorso, le celebrazioni della Settimana Santa a Roma con il Papa avranno una particolare espressione motivata dalla pandemia. Così è stato per la Domenica delle Palme, il portico della settimana che precede la Pasqua. 

David Fernández Alonso-28 marzo 2021-Tempo di lettura: 3 minuti
papa francesco la domenica delle palme

Foto: ©2021 Catholic News Service / Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti.

L'altare della Cattedra di San Pietro è stato lo scenario della Messa della Domenica delle Palme, che commemora l'ingresso trionfale di Gesù Cristo a Gerusalemme ma proclama anche il Vangelo della Passione del Signore. Questa combinazione genera sempre un "senso di meraviglia", che Papa Francesco ha usato come filo conduttore della sua omelia. 

In questa occasione non c'è stata la solenne processione con le Palme o i rami di Palma prima della Messa, che di solito si svolge nella piazza a partire dall'obsleisco centrale, ma l'ingresso del Signore nella città santa è stato commemorato più brevemente all'interno, ai piedi dell'altare della Confessione; e il numero dei partecipanti è stato ridotto.

Passare dallo stupore alla meraviglia

Nel contesto della Pasqua, Gesù ci sorprende in diversi modi, ha spiegato il Santo Padre. Innanzitutto, perché la vittoria che il suo popolo si aspetta non viene dalla spada, ma dalla croce, e questa differenza dimostra che "lo stupore è diverso dalla semplice ammirazione", e i suoi seguaci "di fronte alla spada", ha detto.dmiraban a Gesù, ma non erano disposti a lasciarsi sorpresa per Lui".

Ammirare Gesù non è sufficiente. È necessario seguire il suo percorso, lasciarsi interrogare da lui, passare dall'ammirazione allo stupore.

Papa FrancescoDomenica delle Palme

Oggi, come in ogni epoca, ci sono molti che ammirano Gesù per vari motivi - le sue opere, il suo esempio, il suo insegnamento - senza che questo cambi la loro vita; tuttavia, "ammirare Gesù non è sufficiente". È necessario seguire il suo percorso, lasciarsi interrogare da lui, passare dall'ammirazione allo stupore".

In ogni ferita

Per noi la croce equivale all'umiliazione. Ora, secondo le parole di San Paolo nella lettera ai Filippesi, che afferma che Gesù "svuotò se stesso, [...] umiliò se stesso" (Fil. 2, 7.8). Francesco li ha ricordati e ha descritto la croce di Gesù come una "cattedra" in cui il redentore "ci insegna in silenzio" con la propria umiliazione, volontariamente assunta. Non era necessario, ma ha voluto "scendere nella nostra sofferenza" per recuperarci. Ha provato ogni cosa in noi, anche la più dolorosa o vergognosa, trasformandola. "Ora sappiamo che non siamo soli. Dio è con noi in ogni dolore, in ogni paura. Nessun male, nessun peccato ha l'ultima parola".

Lasciamoci sorprendere dall'amore di Dio

In breve, per sperimentare la gioia di essere cristiani dobbiamo lasciarci "sorprendere ogni giorno dal suo amore ammirevole, che ci perdona e ci fa ripartire", sentire "la meraviglia della grazia" e percepire "la bellezza dei nostri fratelli e il dono della creazione".

Guardiamo il Crocifisso e diciamogli: "Signore, quanto mi ami, quanto sono prezioso per te!".

Papa FrancescoDomenica delle Palme

Per questo il Papa ci ha invitato, al termine dell'omelia di questa Domenica delle Palme, a "cominciare dallo stupore": "Guardiamo il Crocifisso e diciamogli: 'Signore, quanto mi ami, quanto sono prezioso per te'". Qui sta la grandezza della vita, nello "scoprire che siamo amati". E nella bellezza di amare.

Di questo stupore, ha detto Papa Francesco, c'è un primo esempio nel Vangelo. È il centurione che, vedendolo "morire così", esclama: "Davvero quest'uomo era il Figlio di Dio! 15, 39). Si tratta di stupore perché "l'avevo visto morire d'amore". Soffriva, era esausto, ma continuava ad amare". Sulla croce, "Dio si è rivelato e regna solo con la forza disarmata e disarmante dell'amore".

Per la seconda volta

Al termine della Santa Messa della Domenica delle Palme, che segna l'inizio della Settimana Santa, Papa Francesco ha recitato l'Angelus. Ha fatto riferimento alla situazione che stiamo vivendo nel contesto della pandemia, che per la seconda volta ci porta a vivere una Settimana Santa speciale: "Siamo entrati nella Settimana Santa. Per la seconda volta lo viviamo nel contesto della pandemia. L'anno scorso eravamo più scioccati, quest'anno siamo più provati. E la crisi economica è diventata più pesante".

Gesù prende la croce, cioè si assume il peso del male che questa realtà comporta, il male fisico, il male psicologico e soprattutto il male spirituale.

Papa FrancescoAngelus della Domenica delle Palme

"In questa situazione storica e sociale, cosa fa Dio?", si chiede il Santo Padre, e la risposta è chiara: "Prende la croce. Gesù prende la croce, cioè si fa carico del male che questa realtà comporta, il male fisico, il male psicologico e soprattutto il male spirituale, perché il Maligno approfitta delle crisi per seminare sfiducia, disperazione e erbacce".

Rispondere come la Vergine

Questo ci deve portare a rispondere all'amore di Dio. "E cosa dobbiamo fare?", esclama Francesco. Il modello "ci viene mostrato dalla Vergine Maria, la Madre di Gesù, che è anche la sua prima discepola". Ha seguito il figlio. Si è fatta carico della sua parte di sofferenza, di oscurità, di smarrimento, e ha percorso la via della passione, mantenendo accesa nel suo cuore la lampada della fede.

Un dono immeritato

Con la grazia di Dio, "anche noi possiamo fare questo viaggio". E lungo la Via Crucis quotidiana incontriamo i volti di tanti fratelli e sorelle in difficoltà": Papa Francesco ci incoraggia a non passare oltre, a lasciare che il nostro cuore sia mosso a compassione e ad avvicinarci. "In questo momento, come il Cireneo, potremmo pensare: "Perché io? Ma poi scopriremo il dono che, senza meritarlo, ci è stato fatto".

Il Santo Padre ha fatto una commemorazione speciale prima di recitare la preghiera dell'Angelus per le vittime della violenza, in particolare quelle dell'attentato avvenuto questa mattina in Indonesia.

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