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Alcuni elementi biblici frequenti nell'iconografia

Fregi d'altare, tessuti liturgici o scene secondarie in molti dipinti sono alcuni dei luoghi in cui troviamo varie figure di origine biblica. Il loro scopo è sempre quello di concentrare lo sguardo dello spettatore su Cristo e di renderlo consapevole della continuità della storia della salvezza.

Maria José Atienza-17 aprile 2025-Tempo di lettura: 5 minuti

Quando si contemplano le varie sculture, pitture o elementi architettonici presenti nei diversi templi, ci si imbatte spesso in elementi di origine biblica il cui significato è direttamente legato alla scena o al personaggio rappresentato, facendo parte di un'iconografia che comunica visivamente il messaggio teologico.

Alcune sono più conosciute, come l'immagine dell'agnello o del serpente che viene calpestato dal piede del Vergine MariaTuttavia, ci sono altri elementi che compaiono frequentemente nell'iconografia popolare il cui significato o riferimento è talvolta sconosciuto a molti fedeli.

Agnello

La figura dell'agnello è un elemento biblico che si riferisce a Gesù. Come nell'Antica Alleanza il sacrificio dell'agnello veniva offerto in espiazione dei peccati, con la Nuova Alleanza Gesù, l'Agnello di Dio, cancella con la sua morte i peccati del mondo. 

Nel racconto dell'Esodo 12, il sangue dell'agnello sulle porte delle case degli Ebrei li liberò dalla piaga degli Egiziani; il sangue di Cristo, versato nella sua passione e morte, fa uscire gli uomini dal peccato e li purifica: "Questi sono quelli che escono dalla grande tribolazione: hanno lavato e reso candide le loro vesti nel sangue dell'Agnello". (Ap 7:14). 

Geremia e Isaia usano già l'immagine dell'agnello per riferirsi al Messia: "...".Io, come un agnello mansueto, sono stato condotto al macello". (Ger 11, 19) e "Come un agnello condotto al macello, come una pecora davanti al tosatore". (Is 53,7). 

La figura dell'agnello assumerà la sua massima potenza nell'Apocalisse con la presenza dell'agnello apocalittico: "Vidi in mezzo al trono e alle quattro creature viventi, e in mezzo agli anziani, un Agnello in piedi, come se fosse stato ucciso; aveva sette corna e sette occhi, che sono i sette spiriti di Dio inviati su tutta la terra". (Ap 5:6-7).

 L'iconografia cristiana ha ripreso queste due immagini dell'agnello: l'agnello eucaristico che versa docilmente il suo sangue per i peccati del mondo e il potente agnello dell'ultimo libro davanti al quale si prostrano i re della terra e che sconfigge il drago diabolico. 

Albero di Jesse, la genealogia di Gesù

L'Albero di Jesse si riferisce alla genealogia di Gesù, descritta in dettaglio nei Vangeli di Matteo e Luca del Nuovo Testamento. La prima genealogia traccia l'ascendenza di Gesù dal re Davide a Giuseppe, suo padre terreno, mentre la seconda risale a Dio stesso.

L'importanza della genealogia era fondamentale per il popolo ebraico in quanto stabiliva la legittimità e l'adempimento delle profezie messianiche in Gesù, sottolineano gli studiosi. Dimostrando il suo legame con le figure chiave dell'Antico Testamento, si sottolinea che Gesù è il Messia tanto atteso e promesso a Israele. 

Una delle più belle rappresentazioni di questo Albero di Jesse si trova nella pala d'altare della cappella di Santa Ana nella Cattedrale di Burgos, opera di Gil de Siloe, il cui tema iconografico centrale rappresenta l'origine genealogica della Vergine attraverso l'Albero di Jesse. 

Profeti, re e sacerdoti

Nel 1997, San Giovanni Paolo II ha dedicato una delle sue udienze al tema "Cristo nella storia dell'umanità che lo ha preceduto". Le parole del Papa polacco sono una guida pratica per identificare, negli antenati di Cristo, le caratteristiche chiave della sua natura messianica. 

Il pontefice ha citato Abramo, Giacobbe, Mosè e Davide, figure che ricorrono nelle varie rappresentazioni artistiche della vita di Cristo: Abramo che gioisce per la nascita di Isacco e per la sua rinascita dopo il sacrificio era una gioia messianica: annunciava e prefigurava la gioia ultima che il Salvatore avrebbe offerto. Mosè come liberatore e, soprattutto, Davide come re. Queste sono alcune delle immagini che ricorrono nei dipinti e nelle sculture che si riferiscono direttamente a Cristo. 

Uno dei rimandi più originali è la figura dei Magi provenienti dall'Oriente e della Regina di Saba e Salomone. Così come i Magi si recano ad adorare il Signore grazie alle loro conoscenze, la Regina di Saba visita Salomone per accedere alla sapienza del figlio di Davide. 

Questa simbologia può essere vista, per esempio, nella Trittico dell'Adorazione dei Magidipinto da Bosch nel 1494, in cui la scena della regina di Saba è incarnata nel mantello di Gaspare.

L'inserimento di questi personaggi come figure secondarie nelle pale d'altare o nelle basi degli ostensori sacramentali fu una caratteristica costante del Barocco, sia in Europa che in America Latina, creando una linea di continuità visiva tra l'Antico e il Nuovo Testamento.

Il teschio di Adamo

Molto spesso nelle raffigurazioni di Cristo crocifisso, ai piedi della croce compare un teschio. 

Alcuni esempi noti possono essere visti in La crocifissione di Andrea Mantegna o Giotto, Il Calvario di Luís Tristán, o la splendida Cristo crocifisso scultura in avorio di Claudio Beissonat.

La presenza di questo teschio e di alcune ossa ai piedi della Croce indica che, secondo la tradizione, i resti di Adamo riposerebbero nello stesso luogo in cui fu crocifisso Gesù.

In questo modo Cristo, con la sua morte e resurrezione, vince la morte di Adamo e paga il riscatto per l'anima dell'uomo decaduto. Non per niente la cappella sotto il Calvario nella Basilica del Santo Sepolcro è così chiamata, Cappella di Adamo

Questo simbolismo del teschio di Adamo è spesso associato alla rappresentazione arborea della croce, facendo diretto riferimento al legno su cui fu inchiodato Gesù Cristo.

Espulsione dal paradiso e dal giardino

La cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso narrata nel terzo capitolo della Genesi è una delle immagini costanti dell'iconografia cristiana. Essi appaiono in relazione nel mistero della salvezza in diverse fasi. 

Una delle relazioni più interessanti è l'inclusione di Adamo ed Eva nella rappresentazione dell'Annunciazione alla Vergine, di cui abbiamo un esempio paradigmatico nel delicato e dettagliato lavoro del Beato Angelico su questo tema. Alla disobbedienza di Adamo ed Eva si contrappone l'obbedienza totale della Vergine nella sua "Sia fatto a me". 

Adamo ed Eva vengono espulsi da un giardino puro in cui è sorta la vita: il giardino che prefigura il grembo verginale di Maria in cui nasce la Vita che è Cristo e che riecheggia anche nel Cantico dei Cantici: "Tu sei un giardino chiuso, sorella mia, moglie mia; una sorgente chiusa, una fontana sigillata".. Maria, come Porta del Cielo, riapre il Paradiso all'uomo dando alla luce il Salvatore.

Serpente calpestato

È una delle immagini più popolari del simbolismo mariano: il piede della Vergine che schiaccia un serpente/drago. 

L'immagine ha la sua origine in Genesi 3, 15: "Porrò ostilità tra te e la donna, tra la tua discendenza e la sua discendenza; essa ti schiaccerà la testa quando le colpirai il calcagno". 

Questa immagine è particolarmente legata alle rappresentazioni della Vergine Immacolata, che è "la Donna" per eccellenza. 

L'allegoria del serpente sotto il piede della Vergine si ritrova, ad esempio, nell'immagine che corona la Colonna dell'Immacolata a Roma, così come nella maggior parte delle rappresentazioni pittoriche e scultoree dell'Immacolata Concezione. 

La cerva 

La cerva è uno degli animali che compaiono nell'Antico Testamento, intimamente legato allo stato dell'anima umana con Dio. 

"Come la cerva cerca i ruscelli". (Sal 42,2), questo salmo è stato di ispirazione, soprattutto nei primi secoli del cristianesimo, come immagine del catecumeno cristiano che si prepara a ricevere i suoi sacramenti, l'acqua viva. 

L'immagine della cerva su ornamenti e oggetti di culto, soprattutto quelli legati all'Eucaristia, come calici e tessuti, e persino come stampo per le ostie eucaristiche del tipo trovato in Tunisia, risalente al VI secolo.

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