Vangelo

Agire con amore. Trentesima domenica del Tempo Ordinario (A)

Joseph Evans commenta le letture della 30ª domenica del Tempo Ordinario e Luis Herrera tiene una breve omelia video.

Giuseppe Evans-26 ottobre 2023-Tempo di lettura: 2 minuti

I farisei e i sadducei erano due gruppi all'interno dell'Israele del tempo di Gesù che avevano una visione radicalmente opposta del giudaismo. Come apprendiamo in seguito dagli Atti degli Apostoli: "(I Sadducei ritengono che non ci sia resurrezione, né di angeli né di spiriti, mentre i Farisei le ammettono entrambe)". (Atti 23:8). I Sadducei erano come i moderni liberali: credevano poco ed erano molto mondani. Ma erano riusciti a occupare le posizioni più alte nella vita di Israele di quel tempo. I Sadducei erano la classe sacerdotale e da loro proveniva il Sommo Sacerdote. I Farisei sostenevano di essere un movimento di riforma all'interno di Israele, con un profondo attaccamento e zelo per la Legge. Ma questo zelo portava alla rigidità e persino al fanatismo. Può sembrare sorprendente che Gesù sia stato più duro con i Farisei: perché non ha attaccato i Sadducei, mondani e corrotti? Probabilmente perché pensava che ci fossero poche speranze di una loro conversione. Ma la forza dei rimproveri di Cristo contro i farisei suggerisce che egli pensava che ci fosse la possibilità che almeno alcuni di loro si convertissero. Infatti, il più famoso convertito di tutti, San Paolo, era un fariseo.

Molto occasionalmente, nonostante la loro generale opposizione reciproca, si allearono contro Gesù. Nel Vangelo di oggi apprendiamo come i farisei, quando sentirono che Gesù aveva messo a tacere i sadducei, "met". per cercare di catturarlo, per "metterlo alla prova". La stessa parola, "prova", è usata per la tentazione del diavolo a Gesù nel deserto. A Gesù fu chiesto quale fosse il comandamento più grande. A quel tempo c'erano discussioni su questa questione tra le diverse scuole rabbiniche. Ma come nella tentazione di pagare o meno le tasse a Cesare, la risposta di Gesù va al cuore della questione, al principio essenziale. Attingendo alla rivelazione dell'Antico Testamento, Nostro Signore insegna che il primo comandamento è amare Dio sopra ogni cosa e il secondo, la sua controparte, è amare il prossimo come se stessi. La risposta non è seguire una regola particolare, ma l'amore che ispira le regole.

Naturalmente, l'amore porterà a compiere alcune azioni buone e ad evitare quelle cattive. La prima lettura elenca una serie di azioni cattive da evitare: trattare male gli estranei, trattare duramente gli orfani e le vedove, chiedere interessi eccessivi e così via. L'amore non fa male e certamente si sforzerà di stare lontano dalle azioni sbagliate. Ma l'accento va posto sull'amore a cui aspiriamo, non sulla norma da seguire. È una distinzione sottile ma importante: la ricerca dell'amore non significa abbandonare tutte le regole. Non si tratta di cedere al permissivismo: infatti, alcune cosiddette forme di amore non sono affatto vero amore. È piuttosto una questione di priorità, di cosa intendiamo veramente in ogni atto: amare o seguire una regola. L'obiettivo finale deve essere quello di agire con amore, non solo con giustizia.

Omelia sulle letture di domenica 30a domenica del Tempo Ordinario (A)

Il sacerdote Luis Herrera Campo offre il suo nanomiliaUna breve riflessione di un minuto per queste letture domenicali.

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