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Pregare con il Salmo 23

Il libro del salmi è un libro di preghiere; Benedetto XVI lo ha definito "il libro della preghiera per eccellenza" perché prevede l'incontro tra Dio e l'uomo. Si tratta di una raccolta di 150 poesie, molte delle quali sono state attribuite al re Davide, come nel caso del Salmo 23, che sarà oggetto della nostra riflessione.

Santiago Populín Tale-14 settembre 2024-Tempo di lettura: 5 minuti

Il Salmo 23 dal Salmario della Baia, il primo libro stampato in quelli che oggi sono gli Stati Uniti ©CNS photo/Nancy Wiechec

Il Catechismo della Chiesa Cattolica, numero 2588, afferma che ogni salmo "è di una tale sobrietà che gli uomini di ogni condizione e di ogni epoca possono veramente pregare con esso".

In esse possiamo vedere molte situazioni comuni a tutte le persone, come la sofferenza, la gioia, la famiglia, l'amicizia, il lavoro, ecc. e ci insegnano che possiamo trasformarle tutte in un motivo di preghiera.

In particolare, il Salmo 23Secondo la datazione greco-latina, è uno dei salmi più commentati e pregati sia nella tradizione ebraica che in quella cristiana. È un salmo di ringraziamento; un poema che riflette molto bene l'atteggiamento religioso dell'uomo che riconosce Dio, la sua azione nella propria vita, sottolineando la fiducia in Lui.

Commenti sul Salmo 23 (22) che possono aiutare la meditazione

1)  Il Signore è il mio pastore -Prima immagine

Il salmista chiama Dio il suo pastore. "L'immagine rimanda a un clima di fiducia, di intimità e di tenerezza: il pastore conosce le sue pecore una per una, le chiama per nome ed esse lo seguono perché lo riconoscono e si fidano di lui (cfr. Jn 10, 2-4). Si prende cura di loro, li custodisce come beni preziosi, pronto a difenderli, a garantire il loro benessere, a farli vivere in pace. Nulla può mancare se il pastore è con loro" (Benedetto XVI, Pubblico generale, 5 ottobre 2011).

2)  Non mi manca nulla

In Israele, come nella maggior parte del Medio Oriente, l'acqua e il pascolo scarseggiano. Ma alla presenza del Signore - il Buon Pastore - non manca nulla. Egli sa dove trovare da mangiare e da bere, perché la sua priorità è il suo gregge.

3)  Nei prati verdi mi fa riposare

Nel Cantico dei Cantici 1,7 leggiamo: "Dimmi dove pasci il gregge, dove lo conduci a riposare a mezzogiorno". Il buon Pastore, infatti, conduce il suo gregge a trovare pascoli abbondanti e un luogo di riposo molto confortevole.

4)  In acque tranquille mi conduce

Si tratta ancora di sorgenti d'acqua, ma non solo per bere e rinfrescarsi, bensì anche per purificarsi. Nella Bibbia troviamo spesso il simbolo della sete per parlare del desiderio di Dio. Per esempio, nel Salmo 42, 2-3: "Come la cerva cerca i ruscelli d'acqua, così l'anima mia cerca te, mio Dio. L'anima mia ha sete di Dio".

5)  Conforta la mia anima

Dopo la stanchezza della giornata, la sua cura ci conforta. In questo senso, il Salmo 27 presenta un'idea simile: "Il Signore è la mia luce e la mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è la mia forza e la mia potenza, chi può farmi tremare? Anche se i malvagi insorgono contro di me... Egli mi raccoglierà nella sua tenda... Anche se mio padre e mia madre mi abbandonano, Egli mi accoglierà".

6)  Mi guida per sentieri rettilinei in onore del suo nome

    Anche se cammino in valli oscure, non temo il male.

"Anche noi, come il salmista, se camminiamo dietro al buon Pastore, anche se i sentieri della nostra vita sono difficili, tortuosi o lunghi, spesso anche attraverso zone spiritualmente deserte, senza acqua e con un sole di bruciante razionalismo, sotto la guida del buon Pastore, Cristo, dobbiamo essere sicuri di essere sui sentieri giusti, e che il Signore ci guida, ci è sempre vicino e non ci mancherà nulla" (Benedetto XVI). (Benedetto XVI, Pubblico generale, 5 ottobre 2011).

7)  Perché tu sei con me

Qui arriviamo alla parte centrale del salmo. Il motivo per cui ci si sente al sicuro, senza paura, anche quando si attraversano le tenebre della vita, è la seguente affermazione: "Tu sei con me", questa è la cosa più importante. Anche il Salmo 118 afferma la stessa idea: "Se il Signore è con me, non ho paura; che cosa può farmi l'uomo? Benedetto XVI dice: "La vicinanza di Dio trasforma la realtà, la valle oscura perde ogni pericolo, si svuota di ogni minaccia". (Cfr. Benedetto XVI, Pubblico generale, 5 ottobre 2011).

8)  Il tuo bastone e il tuo vincastro mi confortano

Davide era re e pastore. Sicuramente il bastone e il vincastro si riferiscono a Dio Salvatore, liberatore, guida del popolo, in riferimento all'uscita dall'Egitto.

9)  Preparate un tavolo per me di fronte ai miei avversari. -Seconda immagine

Entriamo ora nella tenda del pastore. "La visione è coerente e genera alcuni simboli archetipici: l'ospitalità, il banchetto con cibo e bevande, la casa". Il Signore è presentato come un ospite divino. "È un gesto di condivisione non solo del cibo ma anche della vita, in un'offerta di comunione e di amicizia che crea legami ed esprime solidarietà" (cf. Alonso Schokel, L. e Carniti, Salmi I, traduzioni, interpretazioni e commentiBenedetto XVI, Pubblico generale, 5 ottobre 2011).

 10) Ungete il mio capo con l'olio

A quei tempi, ungere un visitatore - arrivato stanco da una giornata lunga e faticosa - era una grande manifestazione di affetto e apprezzamento. L'olio con essenze profumate dona freschezza e lenisce la pelle. Il Nuovo Testamento (cfr. Matteo 26) ci mostra che a Betania, nella casa di Simone il lebbroso, una donna compì un gesto molto caro al Signore: gli versò addosso un vaso di alabastro con del profumo. Quanto il Signore apprezzò questo gesto!

11) E il mio calice trabocca

Cosa implica questa figura? Benedetto XVI dice: "Il calice traboccante aggiunge una nota di festa, con il suo vino squisito, condiviso con sovrabbondante generosità. Cibo, olio, vino: sono doni che danno vita e gioia perché vanno oltre lo stretto necessario ed esprimono la gratuità e l'abbondanza dell'amore" (Benedetto XVI, Pubblico generale, 5 ottobre 2011).

12) La tua bontà e la tua misericordia mi accompagnano

Ogni giorno della mia vita

E abiterò a lungo nella Casa del Signore.

"La bontà e la fedeltà di Dio sono la scorta che accompagna il salmista che lascia la tenda e si rimette in viaggio. Ma è un viaggio che assume un significato nuovo, e diventa un pellegrinaggio verso il tempio del Signore, il luogo santo dove l'orante vuole "abitare" per sempre e al quale vuole tornare" (Benedetto XVI, Pubblico generale, 5 ottobre 2011).

Per concludere queste osservazioni, è importante sottolineare che il Salmo 23 acquista il suo pieno significato dopo che Gesù ha detto: "Io sono il buon pastore" (Gv 10:11,14). Con Lui, che ha già preparato per noi la mensa dell'Eucaristia, e sotto la sua guida, speriamo di raggiungere i verdi pascoli del suo Regno, in piena felicità (cf. Commento alla Sacra Bibbia, EUNSA, Facoltà di Teologia, Università di Navarra).

Alcuni suggerimenti per pregare con il Salmo 23

Primo, leggerlo con calma. In secondo luogo, leggete i commenti che le bibbie di solito hanno su quel particolare testo, per avere una corretta interpretazione e un buon complemento per la preghiera. In terzo luogo, meditatelo; può aiutarvi a rispondere alle seguenti domande nel dialogo con Dio:

  • Cosa vi colpisce del testo, come vi sfida, cosa vi dice?
  • Vi porta ad accorgervi della presenza di Dio al vostro fianco, ad abbandonarvi a Lui, ad essere più riconoscenti?
  • Come affrontate le difficoltà, i dispiaceri, i dolori e le preoccupazioni? Come vorreste reagire?

Preghiera di Santa Teresa d'Avila

"Non lasciate che nulla vi turbi, non lasciate che nulla vi spaventi, tutte le cose passano, Dio non si commuove, la pazienza è onnipotente, chi ha Dio non manca di nulla, Dio solo basta".

Sia il Salmo 23 (22) che la preghiera di Santa Teresa ci invitano a riposare nella provvidenza e nella protezione di Dio, che è la nostra guida sicura, è sempre con noi. Dio è amore puro, ci ama incondizionatamente ed è sempre pronto a perdonarci e a risanarci.

Entrambi ci ricordano con forza la fedeltà e l'amore indefettibile di Dio per noi e ci invitano a confidare pienamente nella sua cura e nelle sue provvidenze in tutte le circostanze della vita.

Uno scopo                        

Dopo aver meditato il Salmo 23 (22), potete chiedervi quale proposito vorrei realizzare con Dio, con la mia famiglia, con i miei amici, con la mia comunità, ecc. Uno di questi potrebbe essere quello di chiedere e mantenere la pace, che sarà il frutto dell'abbandono a Dio, soprattutto nei momenti di difficoltà che si presentano durante la giornata. Inoltre, trasmettere questa pace agli altri; come diceva Madre Teresa di Calcutta: "Che nessuno si avvicini mai a te senza sentirsi un po' meglio e più felice quando se ne va".                                         

L'autoreSantiago Populín Tale

Laurea in Teologia presso l'Università di Navarra. Laurea in Teologia spirituale presso l'Università della Santa Croce, Roma.

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