Vangelo

Fede e giustizia sociale. Sesta domenica del Tempo Ordinario (C)

Joseph Evans commenta le letture della sesta domenica del Tempo Ordinario (C) del 16 febbraio 2025.

Giuseppe Evans-13 febbraio 2025-Tempo di lettura: 2 minuti

Il Vangelo di Luca è, in generale, il più ottimista dei quattro Vangeli. In esso, e forse ancora di più nel Atti degli ApostoliLuca riesce immancabilmente a vedere il lato positivo delle cose. Se Marco sottolinea la Passione di Cristo e Giovanni, pur sottolineando la divinità di Cristo, vede con acutezza anche l'opposizione che Gesù deve affrontare da parte delle forze delle tenebre e persino del suo stesso popolo (cfr. Giovanni, p. 5). Giovanni 1, 5-11), Luca annuncia con gioia la salvezza di Cristo (ad esempio, Lucas 2, 10-11). 

Il racconto dell'infanzia di Matteo ci presenta la triste realtà della strage degli innocenti, ma nel racconto di Luca tutto è gioia, con appena un accenno alla futura sofferenza a cui fa riferimento l'anziano Simeone (Lucas 2, 34-35). Per Luca, la persecuzione non sembra essere un problema (ad esempio, Lucas 4, 28-30) e può addirittura diventare un'opportunità di crescita (I fatti 8, 1-6).

È sorprendente, quindi, che nella versione di Luca della BeatitudiniNel Vangelo di Matteo, che è quello di oggi, egli - a differenza di Matteo - si riferisce alle maledizioni che uno stile di vita mondano porterà. Nel racconto delle beatitudini di Matteo, Gesù propone solo una serie di benedizioni: Beati i poveri in spirito, i miti, i misericordiosi, ecc... Naturalmente, Gesù parla in entrambe le versioni, ma il punto qui è ciò che l'evangelista, ispirato dallo Spirito Santo, sceglie di registrare.

Luca dà la metà delle beatitudini di Matteo e riempie i vuoti con le maledizioni. Beati i poveri, quelli che hanno fame e piangono, i perseguitati... In questo senso, il suo racconto è molto più sociale, con una maggiore preoccupazione per i poveri e gli emarginati e per la giustizia sociale (tipico di Luca). L'elenco di Matteo è più interiore e spirituale ("...").Beati i poveri"). La sua preoccupazione è più per il rinnovamento interiore; quella di Luca è più per il cambiamento sociale. Le due versioni si completano perfettamente. 

E con questa stessa preoccupazione sociale (come il suo racconto della Magnificat di Maria: vedi Lucas 1:50-54), Luca delinea le maledizioni che l'oppressione degli umili porterà. I ricchi, i gonfiati, i vuoti di parole e i cercatori di fama saranno tutti maledetti. Nella prima lettura, Geremia ha il suo breve e molto più semplice elenco di benedizioni e maledizioni. Siamo maledetti perché confidiamo in noi stessi e benedetti perché confidiamo in Dio. È come Matteo e Luca, ma in poche parole.

Se il generalmente positivo Luca può essere così duro con gli abusi degli altri, la questione deve essere seria. Alla fine, abbiamo bisogno di entrambe le versioni: laddove il Gesù di Matteo ci chiama alla santità, Luca ci avverte che non c'è santità senza una preoccupazione pratica per la giustizia sociale.

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