Si potrebbe pensare che quando Gesù tornò nella sua città, Nazareth, dove era cresciuto, sarebbe stato accolto bene. Sicuramente lo conoscevano e gli sarebbero piaciuti. Ebbene, lo conoscevano, o pensavano di conoscerlo, ed era proprio questo il problema.
Lo avevano visto crescere. Era il falegname del posto. Conoscevano i suoi parenti più stretti. Erano sorpresi che sapesse così tanto. Nei 30 anni precedenti alla partenza da Nazareth, probabilmente non aveva mai predicato nella sinagoga. Ecco perché, nel Vangelo di oggi, sentiamo i suoi vicini dire: "Da dove gli viene tutto questo, quale sapienza gli è stata data, e questi miracoli fatti dalle sue mani? [...] E si scandalizzavano a causa sua"..
Gesù li ha lasciati come falegname del popolo. È tornato come Salvatore del mondo. Non era cambiato. Era sempre stato il Salvatore del mondo, ma lo aveva tenuto nascosto. Ora rivela la verità su di sé. Ma queste persone non erano disposte a lasciare che il loro benessere fosse disturbato. Non volevano saperne di più.
Anche noi possiamo correre lo stesso pericolo. Abbiamo una scarsa conoscenza della nostra fede e questo ci impedisce di voler andare in profondità. Questa è la grande tragedia: diventiamo compiacenti. Non vogliamo saperne di più.
Una delle peggiori maledizioni possibili è quella di sapere poco e pensare che sia sufficiente. Come dice il proverbio: "La poca conoscenza è pericolosa". Probabilmente il più grande teologo della Chiesa, San Tommaso d'Aquino, al quale Dio disse una volta: "Hai scritto bene di me, Tomás."In seguito ebbe una visione di Dio in cielo. Questa visione lo sconvolse a tal punto che posò la penna e non scrisse più. Rispetto a ciò che aveva visto in quella visione, pensava che tutto ciò che aveva scritto fosse "paglia". Morì pochi mesi dopo.
Dio è sempre di più. È infinito. C'è così tanto da imparare su di Lui. La grande mistica Santa Caterina da Siena descriveva la conoscenza di Dio come un'immersione in un oceano infinito dove c'è sempre di più da scoprire. Dio ci appagherà nella misura in cui ci lasceremo appagare. Se il nostro desiderio è come un ditale, Dio ci darà un ditale pieno di sé. Se il nostro desiderio è come un secchio, Dio ci darà un secchio pieno di sé. Se il nostro desiderio è come un serbatoio, Dio ci riempirà come un serbatoio. E se il nostro desiderio è come un oceano, Dio ci riempirà come un oceano. In definitiva, la domanda è: quanto desidero conoscere Dio?
Omelia sulle letture di domenica 14a domenica del Tempo Ordinario (B)
Il sacerdote Luis Herrera Campo offre il suo nanomiliaUna breve riflessione di un minuto per queste letture domenicali.