Vangelo

Timore malvagio e timore santo. Dodicesima domenica del Tempo Ordinario (A)

Joseph Evans commenta le letture della 12ª domenica del Tempo Ordinario e Luis Herrera offre una breve omelia video.

Giuseppe Evans-22 giugno 2023-Tempo di lettura: 2 minuti

Un tema chiaro che attraversa le letture di questa settimana è la paura. Ma dobbiamo distinguere tra paura buona e paura cattiva. C'è un timore santo: infatti, proprio uno dei doni dello Spirito Santo è il timore del Signore. Si tratta di una santa riverenza per Dio (senza confondere la fiducia in Dio come Padre amorevole con la mancanza di rispetto per Lui). Questo timore può essere anche una sensibile paura dell'inferno, come pericolo ultimo che vogliamo giustamente evitare. Infine, può essere un'espressione di affetto: la tenera paura di offendere la persona che amiamo.

Ma ci può essere anche una paura cattiva. Questo accade quando perdiamo la fiducia in Dio, come Adamo ed Eva che si nascosero dal Signore dopo aver mangiato dall'albero proibito. La paura può essere il risultato di una comprensione errata di Dio, che lo vede erroneamente come un giudice severo o un tiranno e non apprezza il fatto che sia un padre amorevole e misericordioso. Infine, si può avere paura quando si sa di essersi comportati male e si teme di essere scoperti, come un criminale che scappa dalla polizia.

Il diavolo provoca costantemente questi ultimi tipi di paura, portandoci a temere Dio e a perdere la fiducia in Lui. Questo porta al panico, che a sua volta porta ad azioni e decisioni sbagliate. Lo vediamo nelle letture di oggi, quando gli avversari di Geremia lo accusano ingiustamente di promuovere il terrore tra gli ebrei del suo tempo, quando Gerusalemme era assediata dai babilonesi: "Ho sentito l'accusa del popolo: "Mettetelo in soggezione, denunciatelo, denunciatelo!"". Si trattava di una distorsione esagerata del messaggio di Geremia, mentre in realtà il suo invito ad arrendersi ai Babilonesi era la cosa giusta da fare e avrebbe evitato molti spargimenti di sangue e la distruzione della città, che in realtà avvenne perché essi ignorarono le parole di Geremia.

Il salmista, tuttavia, incoraggia la fiducia nel Signore. Egli è in grado di soffrire lo scherno, la vergogna e il rifiuto perché confida in Dio. Ciò che farebbe temere gli altri lo porta solo a rinnovare il suo abbandono a Dio. E nel Vangelo Gesù ci insegna il santo timore e ciò che San Josemaría chiamava "svergognatezza santa". Gesù ci dice di non temere coloro che attaccano lui e i suoi discepoli. Al contrario, perdiamo ogni paura e siamo coraggiosi nella nostra testimonianza: "Chiunque si dichiara per me davanti agli uomini, anch'io mi dichiarerò per lui davanti al Padre mio che è nei cieli. E se qualcuno mi rinnega davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli". Tuttavia, è giusto temere e tenersi ben lontani da Satana, come ci si terrebbe sensatamente lontani da una bestia feroce: "Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima. No, temete colui che può portare alla perdizione l'anima e il corpo nella Gehenna". Infine, ciò che dovrebbe darci più fiducia è sapere quanto Dio ci ama e ci valorizza: "Non temere: tu vali più di molti passeri".

Omelia sulle letture della XII domenica del Tempo Ordinario (A)

Il sacerdote Luis Herrera Campo offre il suo nanomiliaUna breve riflessione di un minuto per queste letture domenicali.

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