Quando il re Ahaz, un re di Giuda molto carente nell'VIII secolo a.C., fu invitato da Isaia a chiedere un segno a Dio, il profeta glielo disse: "Chiedi al Signore tuo Dio un segno: nelle profondità degli abissi o nelle altezze del cielo".. In altre parole, può chiedere tutto ciò che vuole, per quanto straordinario e apparentemente impossibile possa sembrargli. Ahaz risponde, con uno sfoggio di falsa pietà: "Non chiedo, non voglio tentare il Signore".. Quando in realtà stava costantemente mettendo alla prova, provocando, Dio con la sua empietà. Isaia sottolinea: tu metti alla prova la pazienza non solo degli uomini, ma di Dio stesso. E aggiunge: "Perché il Signore, per conto suo, vi darà un segno. Ecco, la vergine è incinta e partorirà un figlio, che chiamerà Immanuel"..
Il segno assolutamente impossibile e inimmaginabile sarà il parto di una vergine. "perché Dio è con noi".. Questa profezia poteva avere un significato immediato all'epoca: una giovane principessa, fino ad allora vergine, avrebbe dato alla luce un bambino la cui nascita, assicurando la continuazione della dinastia davidica, avrebbe dimostrato che Dio era ancora vicino al suo popolo. Ma il vero e pieno significato di quella profezia si realizzò attraverso l'evento che la festa di oggi celebra: l'incarnazione del Figlio di Dio. Oggi, nel senso più letterale - e più miracoloso - del termine, una vergine ha dato alla luce colui che è veramente Dio con noi, perché è Dio fatto uomo.
Potremmo dire molte cose sulla festa dell'Annunciazione di oggi. Questa "segnale" si è compiuta con la nascita di Cristo: "Ed ecco il segno: troverete un bambino avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia". (Lucas 2,12), dissero ai pastori. Dio può fare ciò che è impossibile per gli uomini: ci offre una salvezza, una vicinanza, che non solo non osavamo desiderare, ma che non ci era nemmeno venuta in mente. La misericordia di Dio supera anche la nostra immaginazione. Ma è successo davvero: l'inconcepibile è diventato carne. Come cerchiamo di dire no Siamo incoraggiati dal fatto che Dio si è fatto carne ed è quindi disposto a soffrire con noi il freddo, la fame e, infine, la morte. Qualunque cosa cerchiamo di fare con la nostra abnegazione e il nostro dono di sé, Dio ci ha preceduti nella sua kenosiil suo svuotamento di sé (cf. Filippesi 2,7).
Ma la festa di oggi indica anche la capacità umana di rispondere a Dio, che si manifesta soprattutto nella sìil fiat dalla Vergine Maria all'angelo. Dio può avvicinarsi all'umanità attraverso coloro che hanno la fede e il coraggio di credere nella sua iniziativa e di accettarla (come non fece Ahaz). Maria non ha avuto bisogno di tempo per pensarci. Lo fece subito e totalmente con la pienezza del suo essere.