Vangelo

Chiamati alla santità. Solennità di Tutti i Santi

Joseph Evans commenta le letture per la solennità di Tutti i Santi.

Giuseppe Evans-30 ottobre 2023-Tempo di lettura: 2 minuti

La festa di oggi celebra i molti santi sconosciuti che non sono stati formalmente dichiarati santi o benedetti dalla Chiesa. La prima lettura parla di "un'immensa moltitudine, che nessuno poteva contare, di tutte le nazioni, razze, popoli e lingue". In realtà, chiunque si trovi in cielo è un santo. 

Ci sono molti santi anonimi, persone sante in cammino verso il cielo, conosciute solo dalle persone più vicine. Forse ne conoscete alcuni: quelli che Papa Francesco chiama "santi".i santi della porta accanto". Quel santo potrebbe essere vostra nonna, che prega tanto e pensa solo ad aiutare gli altri. Potrebbe essere uno zio meraviglioso che è un vero uomo di Dio e lavora duramente per aiutare i poveri e i bisognosi. Oppure un bravo lavoratore cattolico che preferisce perdere il lavoro piuttosto che tradire la sua coscienza facendo qualcosa che sa essere sbagliato. Potrebbe essere un insegnante cattolico che cerca di preparare le sue lezioni al meglio per amore di Dio e per portare un po' di quell'amore nel suo insegnamento. Sono persone che cercano davvero di cercare Dio, di pregare, di vivere bene, di usare bene i loro talenti e di testimoniare Cristo. La festa ci ricorda che siamo tutti chiamati alla santità, ognuno di noi, per stare davanti al trono di Dio condividendo il trionfo dell'Agnello, perché la vittoria dei santi è soprattutto la vittoria di Cristo in loro. La santità non fa distinzioni e riguarda ogni razza, età e condizione sociale. La santità non è facoltativa. Infatti, se non cerchiamo di essere santi, stiamo sprecando la nostra vita nell'egoismo, perché la santità è vivere per Dio e per gli altri, non per noi stessi. La santità è raggiungere il nostro pieno potenziale come esseri umani. È lasciare che Dio ci porti alle vette dell'amore, a librarci come aquile invece di strisciare come vermi nel fango. 

Essere santi è cercare di volare: mettersi in cammino per fare del bene agli altri, lasciare che Dio parli alla nostra coscienza e ci dica: "...".Su, figlio mio, figlia mia, non puoi fare un po' meglio, non puoi puntare un po' più in alto? E il Vangelo di oggi ci offre il modello della santità. È l'inizio del Discorso della montagna di Nostro Signore, quando delinea le Beatitudini: "...".Beati i poveri di spirito....". Le Beatitudini possono sembrare poco impressionanti, ma più le guardiamo e più ci rendiamo conto di quanto siano esigenti. Quanto è difficile essere veramente poveri in spirito, confidare solo in Dio e non nelle cose create. Quanto è difficile essere miti, puri di cuore, sempre misericordiosi, lottare per la rettitudine personale e la giustizia sociale, essere operatori di pace (ricordando che gli operatori di pace possono spesso essere presi nel fuoco incrociato), essere perseguitati per amore della giustizia. La festa di oggi ci invita a rinnovare la nostra lotta per la santità, considerando che si tratta davvero di "paradiso o rovina". Se non arriviamo in paradiso, la nostra vita sulla terra sarà stata un completo spreco.

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