Vangelo

Umanità e divinità di Cristo. Dodicesima domenica del Tempo Ordinario (B)

Joseph Evans commenta le letture della 12ª domenica del Tempo Ordinario e Luis Herrera offre una breve omelia video.

Giuseppe Evans-20 giugno 2024-Tempo di lettura: 2 minuti

Diversi passi dell'Antico Testamento chiariscono che il controllo del mare era una prerogativa divina. 

In generale, gli ebrei guardavano al mare con timore: rappresentava il caos ed era il dominio di mostri marini terrificanti come il Leviathan (vedi Giobbe 41). Ma diversi salmi esprimono il controllo di Dio sui mari e sulle onde: si vedano i salmi 89, 9, 93, 4 e, soprattutto, 107, 28-29, che fa parte del salmo di oggi. Ma essi gridarono al Signore nella loro angoscia ed egli li tirò fuori dai guai. Egli placò la tempesta con una brezza leggera e le onde del mare si placarono.

Questo può aiutarci a capire lo stupore dei discepoli, descritto nel Vangelo di oggi, quando Gesù calma le onde. "Erano pieni di paura e si dicevano l'un l'altro: "Ma chi è costui? Anche il vento e il mare gli obbediscono!"..

In altre parole, cominciavano a intravedere il potere divino di Gesù. Che poteva calmare le onde con poche parole: "Silenzio, silenzio!", -Poteva solo suggerire che lui stesso era in qualche modo divino. Solo Dio può stabilire i limiti del mare (come insegna la prima lettura di oggi) e solo Lui può calmare la sua furia.

Questo episodio è uno dei modi in cui, con una pedagogia divina, Cristo ha rivelato gradualmente la sua divinità ai suoi discepoli. Se avesse tentato di farlo tutto in una volta all'inizio del suo ministero, o non gli avrebbero creduto o, se lo avessero accettato, si sarebbero gettati a terra davanti a lui e non avrebbero osato rialzarsi. Dio mostra la sua potenza sia rivelandola che nascondendola, come quando diede a Mosè solo un assaggio della sua gloria divina, perché era tutto ciò che poteva sopportare (cfr. Esodo 33). 

L'apparente sonno di Gesù nella barca era certamente un segno della sua reale umanità. Si era dato così tanto alle folle da essere esausto, così stanco da poter dormire nel bel mezzo di una tempesta. Ma questo rivela anche la sua divinità. Dio, infatti, è il miglior maestro possibile, che veglia e rivela la sua potenza secondo la nostra debolezza e il nostro bisogno.

Ma la creazione divina va oltre l'universo materiale. Infatti, la sua creazione spirituale, o ri-creazione, è un'opera ancora più grande. Come ci insegna la seconda lettura di oggi, essere "in Cristo" significa essere "una nuova creazione". Dio ci ricrea per grazia. Per quanto prodigioso sia il potere di Gesù sulla creazione visibile, egli mostra il suo potere ancora di più trasformandoci attraverso la grazia. Egli calma le tempeste della passione e del male nella nostra vita, affinché possiamo vivere nella pace dell'amore divino.

Omelia sulle letture di domenica 12a domenica del Tempo Ordinario (B)

Il sacerdote Luis Herrera Campo offre il suo nanomiliaUna breve riflessione di un minuto per queste letture domenicali.

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