Letture della domenica

I quattro doni dell'Ultima Cena. Giovedì Santo (A)

Joseph Evans commenta le letture per la celebrazione eucaristica del Giovedì Santo (A)

Giuseppe Evans-3 aprile 2023-Tempo di lettura: 2 minuti

Il Giovedì Santo celebriamo i grandi doni di Cristo, ma ricordiamo anche il tradimento di Giuda e la codardia degli apostoli. Nella stessa notte in cui Cristo si spinge agli estremi dell'amore, anche la vigliaccheria e il tradimento umano si spingono agli estremi. Dopo che Cristo ci ha fatto - anche a Giuda - il dono più grande di tutti, il proprio corpo e sangue sotto forma di pane e vino, Giuda va a tradirlo nel luogo in cui Cristo incontrava i suoi amici e con il saluto di un amico: un bacio. Questa è la triste storia dell'umanità: la mescolanza di amore divino e tradimento umano. Ma l'amore divino è ostinato; Dio non si arrende, continua ad amarci per quanto lo deludiamo.

Nell'Ultima Cena, Gesù ci fa quattro doni inestimabili: ci dà l'Eucaristia, lava i piedi ai suoi discepoli, ci dà il sacerdozio e il nuovo comandamento.

Per comprendere il dono dell'Eucaristia, dobbiamo pensare all'amore delle madri per i loro figli piccoli. Una madre, dopo aver lavato il suo bambino, vedendolo così bello, poteva dirgli: "Ti mangerei. L'amore cerca l'unione, anche corporea. Perché ci baciamo? Perché cerchiamo l'unione fisica con quella persona. Cristo ci ama così tanto da permetterci di mangiarlo. L'amore lo porta a entrare in noi, anche corporalmente, per realizzare un'unione che va ben oltre il bacio. Vuole che lo mangiamo per poterlo amare.

Gesù mostra il suo amore anche diventando nostro servo. Lui, che è Dio, lava i piedi ai suoi discepoli, si fa nostro schiavo. Anche in questo caso, le nostre madri possono aiutarci a comprendere meglio questo amore. Sebbene non dovremmo mai trattare le nostre madri - o chiunque altro - come schiavi, le madri, di fatto, diventano liberamente le nostre serve. Il vero amore porta a un servizio radicale.

Gesù ci mostra il suo amore donandoci dei sacerdoti. Quando diede l'Eucaristia agli apostoli, disse loroFate questo in memoria di me".. Diede loro il potere di fare ciò che aveva appena fatto: cambiare il pane e il vino nel suo corpo e nel suo sangue. Li ha fatti sacerdoti. Ogni sacerdote è un segno dell'amore di Dio, un segno che egli vuole continuare a nutrire il suo popolo con se stesso, affinché noi possiamo trovare la vita in lui.

L'ultimo dono è il nuovo comandamento. Nell'ultima cena, Gesù disse: "Vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, anche voi amatevi gli uni gli altri". 

È un comandamento, ma è anche un dono. Comandandoci di amare, Gesù ci dà il potere di amare. Non ci rende semplicemente destinatari passivi del suo amore, ma possiamo anche trasmetterlo. Grazie alla misericordia di Dio, non solo riceviamo l'amore, ma possiamo anche donarlo agli altri. Non c'è niente di più grande che essere amati e amare. Questi sono i doni che celebriamo questa sera.

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