Letture della domenica

Pastori buoni, pecore sagge. Quarta domenica di Pasqua (A)

Joseph Evans commenta le letture della quarta domenica di Pasqua e Luis Herrera tiene una breve omelia in video.

Giuseppe Evans-27 aprile 2023-Tempo di lettura: 2 minuti

La domenica di oggi è conosciuta come la domenica del Buon Pastore perché ogni anno il Vangelo è tratto da Giovanni, capitolo 10, in cui Gesù parla di sé come del Buon Pastore. 

È nota anche come Domenica delle Vocazioni, perché nel 1964 Papa Paolo VI la istituì come giornata speciale di preghiera per le vocazioni. 

La logica è ovvia e si trova in quelle parole del profeta Geremia, quando Dio dice: "Vi darò pastori secondo il mio cuore, che vi nutriranno con conoscenza ed esperienza". (Ger 3,15). Chiediamo a Dio di concederci veri pastori d'anime che, a imitazione di Cristo, siano pronti a dare la vita per le pecore, a prendersi cura dei deboli, a cercare gli smarriti e a condurre tutti a buoni pascoli.

L'Israele del tempo di Gesù era una società profondamente agricola e le pecore erano di grande importanza. Il re davidico, il sovrano unto della stirpe di Davide, era visto come il pastore del suo gregge. Davide stesso era un pastorello quando fu unto per diventare re: "Ti ho preso dal pascolo, dal seguire il gregge, per essere la guida del mio popolo d'Israele". (2 Sam 7,8). E gli israeliti potevano essere molto teneri con le loro pecore, come vediamo nella parabola che Natan racconta a Davide dopo il grande peccato di Davide. Il profeta parla di un uomo povero che aveva una sola pecora. "La nutrì e la allevò con lui e con i suoi figli. Mangiava del suo pane, beveva del suo calice e riposava nel suo seno; era per lui come una figlia". (2 Sam 12:3).

Ma nel Vangelo di oggi (Gv 10,1-10), Gesù aggiunge una sfumatura leggermente diversa. Egli non è solo il Buon Pastore, come spiegherà, ma anche la porta dell'ovile, l'unica via legittima per entrare e uscire da esso. Se vediamo l'ovile come la Chiesa, il luogo dove siamo nutriti e tenuti al sicuro dai lupi, allora vi entriamo solo attraverso Cristo. Così come Cristo entra in noi attraverso l'Eucaristia, noi entriamo in lui attraverso il Battesimo. Ma Gesù ci incoraggia a "entrare e uscire" dall'ovile, non per lasciare la Chiesa, ma nel senso di uscire dai suoi confini ovvi - la parrocchia, la vita domestica di una famiglia cristiana - per andare nel mondo a testimoniare la nostra fede. 

Guidati da Gesù, il Buon Pastore, usciamo per dare testimonianza, con la sua parola nel cuore, ma torniamo all'ovile per essere ristorati, nutriti e rinnovati. Gesù ci parla qui della dinamica stessa della vita cristiana: abbiamo bisogno della parrocchia e della vita domestica, ma non dobbiamo rimanere chiusi in esse, bensì testimoniare nel lavoro e nel tempo libero. 

Infine, Gesù ci mette in guardia dai falsi maestri, ".il ladro..., che entra solo per rubare, uccidere e creare scompiglio", che cercano di accedere all'ovile se non attraverso di Lui. Con queste persone, dobbiamo essere come le pecore sensibili di cui parla Gesù.Non seguiranno lo straniero, ma fuggiranno da lui, perché non conoscono la voce dello straniero".

Omelia sulle letture della quarta domenica di Pasqua (A)

Il sacerdote Luis Herrera Campo offre il suo nanomiliaUna breve riflessione di un minuto per queste letture domenicali.

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