In che modo la comunità cristiana riflette il Dio che adora, in che modo la storia del popolo di Israele si collega alla missione dei cristiani e perché la Chiesa non può essere ridotta a una mera istituzione umana?
In una conversazione con don Giulio Maspero, esploriamo alcuni dei fondamenti spirituali, antropologici e giuridici che caratterizzano la comunità dei credenti. Membro del Consiglio della Pontificia Accademia di Teologia, è professore di Teologia dogmatica e decano della Facoltà di Teologia dell'Università di Roma. Pontificia Università della Santa Croce di Roma.
Professore, partiamo dal concetto di identità di una comunità religiosa: come la Chiesa riflette la divinità che venera?
- Ogni comunità religiosa si identifica in base alla divinità che adora. Nel caso della Chiesa, la divinità è il Dio di Gesù Cristo, quindi per capire cos'è la Chiesa e qual è la sua missione, dobbiamo partire dal mistero di questo Dio trino. A differenza delle divinità pagane, il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe è unico, trascendente e crea dal nulla per amore. Questa comunione trinitaria è il modello che la Chiesa stessa è chiamata a riflettere nella sua vita e nella sua azione.
Come possiamo comprendere adeguatamente questo Dio che è uno ma anche trino?
- Significa riconoscere che Dio, essendo Padre, Figlio e Spirito Santo, è comunione perfetta e assoluta. L'uomo, creato a sua immagine e somiglianza, partecipa a questa vita divina. L'Antico Testamento mostra la progressiva presa di coscienza del popolo ebraico della sua relazione con Dio, che culmina in Gesù Cristo. La Chiesa nasce proprio dall'incontro con il Dio trino che, in Gesù, si dona definitivamente, offrendoci di essere suoi amici e membri del Corpo mistico che è la Chiesa stessa.
Dove si colloca la storia del popolo di Israele in questo discorso?
- Israele è il popolo chiamato a vivere la relazione con l'unico Dio, scoprendo gradualmente la profondità dell'alleanza. Dopo momenti di crisi e di esilio, ha preso sempre più coscienza del valore dell'appartenenza a un Creatore che ama il suo popolo.
Con l'avvento di Gesù, il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe si rivela pienamente come Trinità: il cristianesimo non si limita a ereditare una monarchia terrena, ma accoglie e diffonde la possibilità di partecipare alla Vita divina aperta a tutti. La Chiesa è il prolungamento di questa storia d'amore, dove i battezzati entrano in una relazione profonda con il Dio trinitario.
Si sottolinea spesso che la Chiesa non può essere ridotta a una struttura puramente umana o politica...
- Infatti, la Chiesa non è un'istituzione politica come la monarchia davidica dell'Antico Testamento, né un semplice edificio o lo Stato Vaticano. È il Popolo di Dio, il Corpo di Cristo e il tempio dello Spirito Santo: tre immagini che parlano della ricchezza della comunione trinitaria che la genera. Il vincolo principale non è giuridico, ma spirituale: ogni cristiano, per la BattesimoLa Chiesa è in contatto con il Dio vivente e con tutti i fratelli e le sorelle nella fede.
Certo, nel corso di duemila anni di storia, la Chiesa si è dotata di strutture e regole per rendere visibile e operativa questa comunione, ma la sua origine e la sua forza risiedono nell'incontro vivo con il Risorto.
Da dove deriva il suo carattere universale, cioè "cattolico"?
- Essa deriva dal fatto che Dio è il Signore di tutti i tempi e di tutti i luoghi, cosicché la Chiesa, in quanto Popolo di Dio, è destinata a riunire persone di tutte le culture, età e provenienze. Questo è già proclamato nelle Scritture, dall'Antico al Nuovo Testamento: l'intera storia umana è vista come un progressivo incontro tra Dio e l'uomo.
Il Vangelo non è semplicemente un insieme di parole scritte in un libro, ma la presenza stessa di Cristo che abita nella sua comunità, soprattutto nei sacramenti, nella liturgia e nell'amore reciproco. Da qui la vocazione della Chiesa a essere segno di questa unità di Dio con l'umanità.
Quali fonti consiglierebbe a coloro che desiderano saperne di più sulla natura e sulla missione della Chiesa?
- I riferimenti principali sono tre. In primo luogo, la vita stessa della Chiesa, con i sacramenti, la liturgia e la testimonianza dei santi, che esprimono concretamente la sua realtà. In secondo luogo, la Sacra Scrittura, in particolare gli Atti degli Apostoli, dove troviamo la Chiesa delle origini. In terzo luogo, il Magistero della Chiesa, che comprende i documenti e il Catechismo.
Ecco tre esempi di testi: "La Chiesa nostra madre" di San Josemaría Escrivá; gli Atti degli Apostoli, che troviamo subito dopo i Vangeli; il Catechismo della Chiesa Cattolica e la Costituzione dogmatica "Lumen gentium" del Concilio Vaticano II. A mio avviso, l'insieme di queste fonti aiuta a cogliere la Chiesa come una comunione vivente in continuo dialogo con il Signore e con l'umanità.
In particolare, come può l'istituzione dialogare con il mondo di oggi?
- La Chiesa è il luogo in cui ogni persona è invitata a incontrare personalmente il Cristo risorto, diventando sua amica e condividendo la sua vita divina. È, quindi, una realtà che tocca la dimensione più profonda della persona, ma che si traduce anche in relazioni reali e concrete di comunione.
Nel corso del tempo, questo incontro ha portato a una struttura e a un'identità definite, nonostante i limiti e le difficoltà della storia umana. Alla fine, però, ciò che rimane fondamentale è la presenza del Risorto: è Lui che la rende possibile e la spinge a servire il mondo, annunciando la buona novella a ogni popolo e generazione.