Papa Francesco e i membri della Curia stanno trascorrendo quasi una settimana di ritiro in Vaticano, facendo esercizi spirituali. Ma di cosa si tratta esattamente?
Se quando sentiamo le parole "esercizi spirituali" pensiamo allo sport, non stiamo sbagliando di molto. Lo scopo di questi ritiri è quello di avvicinare il ritirante a Cristo attraverso uno sforzo spirituale con un metodo chiaro.
Tuttavia, il modo migliore per spiegarli è tornare alla persona che li ha ideati: Sant'Ignazio di Loyola. Nella sua opera "Esercizi spirituali", il santo li definisce come "ogni modo di esaminare la coscienza, di meditare, di ragionare, di contemplare, ogni modo di preparare e disporre l'anima, per rimuovere tutti gli affetti disordinati (attaccamenti, egoismo...) per cercare e trovare la volontà divina".
Sul sito web del Gesuiti I gesuiti spagnoli spiegano che "gli Esercizi Spirituali sono simili a esercizi di ginnastica interna che ci aiutano a esporci all'azione di Dio e ad assumere la sua chiamata a vivere la pienezza di vita che ci offre".
Gli Esercizi Spirituali originali
Questa "tabella di esercizi" può essere adattata alle circostanze individuali. Così, dall'impostazione originaria di un ritiro di 30 giorni, si può passare a esercizi che durano dai quattro agli otto giorni, e si possono fare anche da casa in una modernissima modalità "online". Ma l'essenziale è dedicare tempo alla preghiera personale con Cristo, cercando un incontro faccia a faccia con Lui.
Sant'Ignazio di Loyola considerava di grande importanza l'accompagnamento spirituale (da parte di un sacerdote, che predica le meditazioni) e il silenzio durante il ritiro. Tanto che è consuetudine non avere conversazioni durante i giorni del ritiro, per favorire il raccoglimento interiore.
Per i ritiri della durata di un mese, il fondatore della Compagnia di Gesù ha diviso le settimane in quattro fasi. Nella prima, i ritirati sono invitati a riflettere sulla creazione e sulla loro condizione di creature chiamate all'esistenza da Dio. Nella seconda settimana, la meditazione si addentrerà nella nascita di Cristo, per poi passare al mistero della sua Passione nella penultima tappa. Infine, l'ultima settimana è dedicata a Gesù risorto.
Per i tempi di preghiera, Sant'Ignazio raccomandava uno schema che inizia con una preghiera introduttiva per mettersi alla presenza di Dio. Poi, la cosa abituale da fare è meditare su una scena del Vangelo, cercando di immaginarla e di diventare un personaggio attivo. In seguito, il fondatore della Compagnia di Gesù invitava a un colloquio con Dio per applicare alla propria vita ciò che lo Spirito Santo ispira.
Passaggio a Cristo
Nonostante la grande quantità di tempo dedicata alla riflessione, gli Esercizi Spirituali Ignaziani non sono destinati a rimanere teorici. Al contrario, l'idea è che i partecipanti traggano risoluzioni chiare e pratiche che li aiutino ad avvicinarsi a Dio e a vivere il Vangelo.
Sant'Ignazio voleva che l'anima fosse esercitata e vivesse un momento di vera conversione attraverso meditazioni e momenti di preghiera. Su questa linea, il Papa Francesco ha affermato nel 2014 che "chi vive gli Esercizi in modo autentico sperimenta l'attrazione, il fascino di Dio". Grazie a ciò, ha proseguito il Santo Padre, si torna "trasfigurati alla vita ordinaria" e si porta "con sé il profumo di Cristo".
Attraverso l'esame di coscienza, la meditazione e la lettura, l'anima si allena gradualmente a riconoscere la voce dello Spirito Santo, scartando le ispirazioni che non provengono da Lui e favorendo l'intimità con il Signore.
In quest'ottica, ha perfettamente senso che il Papa e gli altri membri della Curia approfittino dei primi giorni di Quaresima per fare questi esercizi spirituali. Per questo motivo, il Pontefice non terrà alcuna udienza o atto pubblico durante questa settimana e riprenderà il suo programma venerdì 23 febbraio nel pomeriggio.