Gli insegnamenti del Papa

Spirito Santo, sinodalità e famiglia

Come la presenza e l'azione dello Spirito Santo cambiano il mondo? Sembrerebbe una domanda poco pratica. Ma se non fosse cambiato nulla, tanti cristiani che hanno migliorato il mondo non lo avrebbero fatto. E noi non saremmo ancora chiamati a migliorare il mondo, fianco a fianco con gli altri.

Ramiro Pellitero-8 luglio 2023-Tempo di lettura: 8 minuti
SPIRITO SANTO

Tra gli insegnamenti del Papa delle ultime settimane, spicca il "filo rosso" dell'azione dello Spirito Santo nella Chiesa e nei cristiani. La sua azione continua a essere presente in mezzo a noi, come un impulso creativo che soffia da molte direzioni e trova vari canali nella vita della Chiesa e di ogni cristiano. Il processo sinodale in corso ne è un canale, così come l'azione a favore della famiglia.

Spirito Santo, cuore creativo

Nella celebrazione liturgica di Pentecoste (cfr. Omelia del 28 maggio 2023), il Papa ha sottolineato tre momenti dell'azione dello Spirito Santo: nel mondo che ha creato, nella Chiesa e nei nostri cuori.

Lo Spirito Santo è intervenuto nella creazione e continua a essere creativo. Dal caos e dal disordine produce armonia, perché "...".egli stesso è armonia". (San Basilio, In Salmo. 29, 1: un testo, notiamo, che promuove la lode di Dio, come se il santo dottore ci dicesse che l'armonia si basa sul conoscere e amare Dio e sul farlo conoscere e amare).

In questo contesto, il Papa guarda alla nostra situazione attuale: "Nel mondo di oggi c'è tanta discordia, tanta divisione. Siamo tutti connessi, eppure ci troviamo scollegati gli uni dagli altri, anestetizzati dall'indifferenza e oppressi dalla solitudine.". Qui possiamo vedere l'azione del diavolo (parola che letteralmente significa "colui che divide"). Guerre, conflitti, divisioni, discordie che non possiamo superare da soli. Ecco perché "il Signore, al culmine della sua Pasqua, al culmine della salvezza, ha riversato sul mondo creato il suo Spirito buono, lo Spirito Santo, che si oppone allo spirito di divisione perché è armonia.".

E così è legato alla sua azione nella Chiesa. Un'azione che non è iniziata dando istruzioni o regole alla comunità cristiana, ma scendendo con i suoi doni sugli apostoli. Non ha creato una lingua uniforme per tutti, né ha eliminato differenze e culture, ma "... non ha creato una lingua uniforme per tutti, né ha eliminato differenze e culture, ma "...".armonizzato tutto senza omologare, senza uniformare.".

Docilità allo Spirito Santo

A Pentecoste - osserva il Papa -".tutti sono rimasti riempito di Spirito Santo" (hch 2, 4). "'Tutto pieno", così inizia la vita della Chiesa; non per un piano preciso e articolato, ma per l'esperienza dell'amore stesso di Dio.". E questo ci dice che noi cristiani dobbiamo sapere e sentire che siamo fratelli e sorelle, "...".come parte dello stesso corpo a cui appartengocioè la Chiesa". E la via della Chiesa, come sottolinea il sinodo che stiamo celebrando, è una via secondo lo Spirito Santo". "Non un parlamento per rivendicare diritti e bisogni secondo l'agenda del mondo, non l'occasione per andare dove ci porta il vento, ma l'opportunità di essere docili al soffio dello Spirito.".

San Paolo VI ha sottolineato che lo Spirito Santo è come "lo Spirito di Dio".l'anima della Chiesa". È un'espressione dei Padri dei primi secoli, in particolare di sant'Agostino. Papa Francesco la fa sua per affermare che lo Spirito è "... lo Spirito di Dio".il cuore della sinodalità, il motore dell'evangelizzazione". "Senza di Lui" -aggiunge- La Chiesa rimane inerte, la fede è una mera dottrina, la morale solo un dovere, la pastorale un mero lavoro.". Con Lui, invece, ".la fede è vita, l'amore del Signore ci conquista e la speranza rinasce". È in grado di "armonizzare i cuori".

Questo è il cammino che il Papa propone: docilità allo Spirito Santo, accogliendo la sua forza creatrice, capace di armonizzare il tutto; aprire, con il perdono, lo spazio per la venuta dello Spirito; promuovere la riconciliazione e la pace, e non la critica negativa. È una chiamata all'unità: "....Se il mondo è diviso, se la Chiesa è polarizzata, se il cuore è frammentato, non perdiamo tempo a criticare gli altri e ad arrabbiarci con noi stessi, ma invochiamo lo Spirito.".

Scrollarsi di dosso la paura

Lo stesso giorno, durante la preghiera del Regina Caeli (domenica 28 maggio 2023), il successore di Pietro ha insistito sul fatto che "... il successore del Papa sarà il primo a dire il Regina Caeli.Con il dono dello Spirito, Gesù vuole liberare i discepoli dalla paura, dalla paura che li tiene chiusi in casa, e li libera per uscire e diventare testimoni e annunciatori del Vangelo.".

E il Papa guardava a questo essere ".allegato". Perché troppo spesso ci chiudiamo in noi stessi di fronte a una situazione difficile, a un problema personale o familiare, a una sofferenza che ci fa perdere la speranza... E allora ci trinceriamo in questo labirinto di preoccupazioni. E allora siamo controllati dalla paura. La paura di affrontare le battaglie quotidiane, di essere delusi o di sbagliare. Una paura che ci blocca e ci paralizza, e ci isola anche, perché ci separa dall'estraneo, dal diverso, da chi la pensa diversamente. E può anche essere la paura - che non è certo il santo timore di Dio - che Dio si arrabbi e ci punisca.

Ma lo Spirito Santo ha liberato i discepoli dalla paura e li ha lanciati a perdonare i peccati e ad annunciare la Buona Novella (che significa il Vangelo) della salvezza. Pertanto, ciò che dobbiamo fare", insiste Francesco, "è invocare lo Spirito Santo: "... lo Spirito Santo è lo Spirito Santo.Di fronte alla paura e alla chiusura mentale, dunque, invochiamo lo Spirito Santo per noi, per la Chiesa e per il mondo intero: affinché una nuova Pentecoste allontani le paure che ci assalgono - allontani le paure che ci assalgono - e riaccenda il fuoco dell'amore di Dio.".

Una sinodalità dello Spirito Santo

Nella stessa ottica, il Vescovo di Roma si è rivolto ai partecipanti all'incontro nazionale dei rappresentanti diocesani del processo sinodale in Italia (Discorso in Aula Paolo VI, 25 maggio 2023). Ha esordito dicendo che il processo sinodale sta permettendo la partecipazione di molte persone intorno a questioni cruciali e ha aggiunto di voler proporre loro alcuni criteri, rispondendo alle loro preoccupazioni.  

Camminare insieme e aperti

In primo luogo, li ha incoraggiati a "continuare a camminare"sotto la guida dello Spirito Santo, servendo il Vangelo in uno spirito di gratuità, libertà e creatività, senza essere appesantiti da strutture o formalismi".

In secondo luogo".costruire insieme la Chiesa", tutti come discepoli missionari corresponsabili della missione, senza cadere nella tentazione di riservare l'evangelizzazione ad alcuni operatori pastorali o a piccoli gruppi (cfr. Evangelii gaudium, 120). "Tutti battezzati" -dice il Papa- è chiamato a prendere parte attiva alla vita e all'opera dell'Istituto. nella missione della Chiesa, a partire dallo specifico della propria vocazione, in relazione con gli altri e con gli altri carismi, donati dallo Spirito per il bene di tutti.".  

Terzo, essere un "Chiesa apertaIl successore del Papa ha sottolineato che "i doni di coloro che forse non hanno ancora voce o sono ignorati, o si sentono esclusi, forse a causa dei loro problemi e delle loro difficoltà". Tuttavia, sottolinea il successore di Pietro, ".la Chiesa deve permettere di rivelare il cuore di Dio: un cuore aperto a tutti e per tutti.come si evince dalle parole di Gesù in Mt 22, 9: "...".Andate ora agli incroci delle strade e tutti quelli che incontrate chiamateli alle nozze.".

Chiamate tutti, tutti!

Vale a dire", interpreta Francisco, "per chiamare a tuttimalati e non malati, giusti e peccatori". "Dobbiamo quindi chiederci quanto spazio facciamo e quanto ascoltiamo davvero, nelle nostre comunità, le voci dei giovani, delle donne, dei poveri, di chi è deluso, di chi è ferito dalla vita e di chi è arrabbiato con la Chiesa.". E, quindi, sottolinea: "Finché la sua presenza sarà solo una nota sporadica nell'insieme della vita ecclesiale, la Chiesa non sarà sinodale, ma una Chiesa di pochi.". È sorprendente che il Papa insista sul fatto che tutti (in modo rappresentativo) possono partecipare alla sinodalità.

E, riprendendo argomentazioni già usate in altre occasioni, fa riferimento all'ostacolo del autoreferenzialità come malattia di alcune comunità cristiane (la mia parrocchia, il mio gruppo, la mia associazione...). La descrive come "teologia dello specchio" o "il neoclericalismo sulla difensivaQuesto è generato da un atteggiamento timoroso e lamentoso nei confronti di un mondo che "... è un mondo che non è un "mondo", ma un mondo che "... è un mondo che non è un mondo".non capisce più"in cui"i giovani sono persi"e il desiderio di sottolineare la propria influenza.

In quarto luogo, per combattere questo atteggiamento, il successore di Pietro propone "gioia, umiltà e creatività"La consapevolezza che siamo tutti"vulnerabilee abbiamo bisogno l'uno dell'altro". Propone "camminare cercando di generare vita, di moltiplicare la gioia, di non spegnere i fuochi che lo Spirito accende nei cuori [...], di lasciarci illuminare a nostra volta dal fulgore delle loro coscienze che cercano la verità".

Quinto e ultimo, Francesco sfida ".essere una Chiesa "inquieta" per le preoccupazioni del nostro tempo"Dobbiamo lasciarci interrogare da loro, portarli davanti a Dio, immergerli nella Pasqua di Cristo... rifiutando la grande tentazione della paura". È necessario - insiste - mostrare la nostra vulnerabilità e allo stesso tempo il nostro bisogno di redenzione. E, per questo, ascoltare le testimonianze, andare incontro a tutti per annunciare loro la gioia del Vangelo, confidando nello Spirito Santo che è "...".il protagonista del processo sinodale".

Per questo il Papa conclude in modo convincente dicendo che non siamo noi a fare il Sinodo. "Il Sinodo andrà avanti se ci apriremo a Lui, che è il protagonista.". E sulla paura aggiunge: "Non c'è bisogno di avere paura quando sorgono dei disturbi a causa della Spirito; ma di avere paura quando sono provocati dal nostro egoismo o dallo spirito del male.".

Promuovere le sinergie a favore della famiglia

Coerentemente con questo "chiamare tutti"Nel contesto del Patto Educativo Globale che Francesco sta portando avanti all'indomani della pandemia, c'è la parte sulla famiglia.

In un messaggio per il lancio del Patto globale della famiglia (Patto Mondiale per la Famiglia), presentato il 30 maggio ma firmato il 13 maggio 2023, il Papa incoraggia la promozione di sinergie tra la pastorale della famiglia e i centri di studio e ricerca sulla famiglia presenti nelle università cattoliche - o di ispirazione cattolica - di tutto il mondo.

"In questo tempo di incertezza e di mancanza di speranza"Francesco rinnova il suo appello a "uno sforzo più responsabile e generoso, che consiste nel presentare [...] le motivazioni della scelta del matrimonio e della famiglia, in modo che le persone siano meglio in grado di rispondere alla grazia che Dio offre loro" (Amoris laetitia, 35).

Egli specifica il ruolo delle università in questo: "Ad essi è affidato il compito di sviluppare approfondite analisi teologiche, filosofiche, giuridiche, sociologiche ed economiche del matrimonio e della famiglia, al fine di sostenerne l'effettiva importanza all'interno dei sistemi di pensiero e di azione contemporanei.".

E riassume a grandi linee la situazione attuale: "Dagli studi effettuati si osserva un contesto di crisi delle relazioni familiari, alimentato sia da difficoltà contingenti che da ostacoli strutturali, che rende più difficile formare una famiglia serenamente se manca un adeguato sostegno da parte della società. Anche per questo molti giovani rifiutano la decisione di sposarsi, optando invece per relazioni affettive più instabili e informali.".

Ma non ci sono solo ombre: "Tuttavia, la ricerca mostra anche come la famiglia continui a essere la fonte primaria della vita sociale e rivela l'esistenza di buone pratiche che meritano di essere condivise e diffuse a livello globale. In questo senso, le famiglie stesse possono e devono essere testimoni e protagoniste di questo percorso.".

Il Vescovo di Roma propone che questo Patto Mondiale per la Famiglia non sia un programma statico, ma un percorso in quattro tappe: 1) a "nuovo impulso alla creazione di reti tra istituti universitari ispirati alla Dottrina sociale della Chiesa"; 2) "una maggiore sinergia, in termini di contenuti e di obiettivi, tra le comunità cristiane e le università cattoliche"; 3) "promuovere la cultura della famiglia e della vita nella società4) sostenere queste proposte e obiettivi", con proposte e obiettivi concreti", 5) sostenere queste proposte e obiettivi", con proposte e obiettivi concreti".nelle sue sfaccettature spirituali, pastorali, culturali, giuridiche, politiche, economiche e sociali".

A conclusione del messaggio, vale la pena di conservare questo paragrafo finale nella sua interezza, con le sue radici cristiane e il suo solido fondamento antropologico e sociale:

"È nella famiglia che si realizza gran parte dei sogni di Dio per la comunità umana. Per questo non possiamo rassegnarci al suo declino a causa dell'incertezza, dell'individualismo e del consumismo, che propongono un futuro di individui che pensano solo a se stessi. Non possiamo essere indifferenti al futuro della famiglia, comunità di vita e di amore, alleanza insostituibile e indissolubile tra uomo e donna, luogo di incontro tra le generazioni, speranza della società. La famiglia - ricordiamolo - ha effetti positivi su tutti, in quanto "generatrice di bene comune". Le buone relazioni familiari rappresentano una ricchezza insostituibile non solo per i coniugi e i figli, ma per l'intera comunità ecclesiale e civile.".

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