Documenti

Costituzione apostolica Pascite gregem Dei

Costituzione Apostolica di Papa Francesco Pascite gregem Dei, che promulga la riforma del Libro VI del Codice di Diritto Canonico.

David Fernández Alonso-1° giugno 2021-Tempo di lettura: 6 minuti

FRANCESCO

COSTITUZIONE APOSTOLICA

PASCITE GREGEM DEI

RIFORMA DEL LIBRO VI DEL CODICE DI DIRITTO CANONICO

"Pascere il gregge di Dio, governando non con la forza, ma volentieri, secondo Dio." (cfr. 1 Pt 5, 2). Le parole ispirate dell'apostolo Pietro riecheggiano quelle del rito dell'ordinazione episcopale: "Gesù Cristo nostro Signore, mandato dal Padre a redimere il genere umano, a sua volta inviò nel mondo i dodici apostoli perché, pieni della forza dello Spirito Santo, annunciassero il Vangelo, governassero e santificassero tutti i popoli, riunendoli in un solo gregge. (...) È Lui [Gesù Cristo, Signore ed eterno Pontefice] che, attraverso la predicazione e la cura pastorale del Vescovo, vi conduce attraverso il vostro pellegrinaggio terreno alla felicità eterna" (cfr. Ordinazione del Vescovo, dei sacerdoti e dei diaconiVersione inglese, ristampa 2011, n. 39). E il Pastore è chiamato a esercitare il suo ruolo "con i suoi consigli, le sue esortazioni, il suo esempio, ma anche con la sua autorità e il suo sacro potere" (Lumen gentium(n. 27), perché la carità e la misericordia esigono che un Padre si dedichi anche a raddrizzare ciò che è andato storto.

Nel corso del suo pellegrinaggio terreno, la Chiesa, fin dai tempi apostolici, si è data delle leggi per il suo modo di agire che, nel corso dei secoli, sono arrivate a formare un corpo coerente di norme sociali vincolanti che danno unità al Popolo di Dio e della cui osservanza sono responsabili i Vescovi. Queste norme riflettono la fede che tutti noi professiamo, da cui deriva la forza vincolante di queste norme che, essendo basate su quella fede, manifestano anche la misericordia materna della Chiesa, che sa sempre come mirare alla salvezza delle anime. Poiché la vita della comunità deve essere organizzata nel suo sviluppo temporale, queste norme devono essere in correlazione permanente con i cambiamenti sociali e con le nuove esigenze che appaiono nel Popolo di Dio, che a volte obbligano a correggerle e ad adattarle alle situazioni che cambiano.

Nel contesto dei rapidi cambiamenti sociali che stiamo vivendo, siamo ben consapevoli che ".non viviamo semplicemente in un'epoca di cambiamenti, ma in un cambiamento d'epoca."(Udienza alla Curia Romana in occasione della presentazione degli auguri natalizi, 21 dicembre 2019), per rispondere adeguatamente alle necessità della Chiesa in tutto il mondo, era evidente la necessità di rivedere la disciplina penale promulgata da San Giovanni Paolo II il 25 gennaio 1983 con il Codice di Diritto Canonico. Era necessario modificarlo in modo che potesse essere utilizzato dai pastori come strumento agile, salutare e correttivo, e che potesse essere utilizzato in modo tempestivo ed efficace. caritas pastoralisL'UE lavora anche per prevenire mali maggiori e per curare le ferite causate dalla debolezza umana.

Per questo motivo, il Nostro venerato Predecessore Benedetto XVI, nel 2007, ha affidato al Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi il compito di intraprendere la revisione della legislazione penale contenuta nel Codice del 1983.

Sulla base di questo incarico, il Dicastero ha intrapreso un'analisi concreta dei nuovi requisiti, individuando i limiti e le carenze della normativa vigente e identificando possibili soluzioni chiare e semplici. Questo studio è stato condotto in uno spirito di collegialità e collaborazione, interpellando esperti e Pastori e confrontando le possibili soluzioni con le esigenze e la cultura delle diverse Chiese locali.

Una prima bozza del nuovo Libro VI del Codice di Diritto Canonico è stata redatta e inviata a tutte le Conferenze Episcopali, ai Dicasteri della Curia Romana, ai Superiori Maggiori degli Istituti Religiosi, alle Facoltà di Diritto Canonico e ad altre Istituzioni ecclesiastiche, al fine di raccogliere le loro osservazioni. Allo stesso tempo, sono stati consultati numerosi canonisti ed esperti di diritto penale di tutto il mondo. I risultati di questa prima consultazione, debitamente ordinata, sono stati poi esaminati da un apposito gruppo di esperti che ha modificato il testo della bozza in base ai suggerimenti ricevuti, per poi sottoporlo nuovamente all'esame dei consulenti. Infine, dopo successive revisioni e studi, la bozza finale del nuovo testo è stata studiata nella sessione plenaria dei membri del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi nel febbraio 2020. Dopo le correzioni indicate dalla Plenaria, la bozza del testo è stata trasmessa al Romano Pontefice.

Il rispetto e l'osservanza della disciplina penale sono responsabilità di tutto il Popolo di Dio, ma la responsabilità della sua corretta applicazione - come già detto - appartiene specificamente ai Pastori e ai Superiori di ogni comunità. Si tratta di un compito che appartiene in maniera inscindibile alla munus pastorale La Chiesa deve esercitarlo come un'esigenza concreta e irrinunciabile di carità verso la Chiesa, la comunità cristiana e le possibili vittime, e anche verso coloro che hanno commesso un crimine, che hanno bisogno allo stesso tempo della misericordia e della correzione della Chiesa.

Molti danni sono stati fatti in passato dalla mancanza di comprensione dell'intima relazione che esiste nella Chiesa tra l'esercizio della carità e l'esercizio della disciplina punitiva, quando le circostanze e la giustizia lo richiedono. Un simile modo di pensare - l'esperienza ce lo insegna - comporta il rischio di temporeggiare con comportamenti contrari alla disciplina, per i quali il rimedio non può venire solo da esortazioni o suggerimenti. Questo atteggiamento spesso comporta il rischio che, col tempo, tali modi di vivere si cristallizzino, rendendo più difficile la correzione e in molti casi aggravando lo scandalo e la confusione tra i fedeli. Per questo motivo è necessaria l'applicazione di sanzioni da parte di Pastori e Superiori. La negligenza del Pastore nell'uso del sistema penale dimostra che egli non svolge la sua funzione in modo corretto e fedele, come abbiamo chiaramente evidenziato in documenti recenti, come le Lettere Apostoliche sotto forma di "Motu Proprio", "Motu Proprio" e "Motu Proprio". Come una madre amorevole4 giugno 2016, e Vos estis lux mundidel 7 maggio 2019.

La carità esige, infatti, che i Pastori ricorrano al sistema penale ogni volta che devono farlo, tenendo conto dei tre fini che lo rendono necessario nella società ecclesiale, ossia il ripristino delle esigenze della giustizia, l'emenda del reo e la riparazione degli scandali.

Come abbiamo recentemente sottolineato, la sanzione canonica ha anche una funzione di riparazione e di medicina salutare e cerca soprattutto il bene dei fedeli, in modo che "rappresenti un mezzo positivo per la realizzazione del Regno, per ricostruire la giustizia nella comunità dei fedeli, chiamati alla santificazione personale e comune" (Ai partecipanti alla Sessione Plenaria del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, 21 febbraio 2020).

In continuità con l'impostazione generale del sistema canonico, che segue una consolidata tradizione della Chiesa, il nuovo testo apporta diverse modifiche alla legge finora in vigore e sanziona alcuni nuovi reati. In particolare, molte delle novità del testo rispondono alla richiesta sempre più diffusa nelle comunità di vedere ripristinati la giustizia e l'ordine, che sono stati spezzati dalla criminalità.

Il testo è stato migliorato, anche dal punto di vista tecnico, soprattutto per quanto riguarda alcuni aspetti fondamentali del diritto penale, come il diritto alla difesa, la prescrizione dell'azione penale e della pena, una più chiara determinazione delle sanzioni, che risponde ai requisiti di legalità penale e offre all'Ordinario e ai Giudici criteri oggettivi nell'individuazione della sanzione più adeguata da applicare in ogni caso specifico.

Nella revisione del testo è stato seguito anche l'obiettivo di promuovere l'unità della Chiesa nell'applicazione delle pene, specialmente per quanto riguarda i reati che causano il maggior danno e scandalo nella comunità, servatis de iure servandisl'approccio di ridurre i casi in cui l'imposizione di sanzioni è a discrezione dell'autorità.

Tenendo presente tutto ciò, con la presente Costituzione Apostolica, promulghiamo il testo rivisto del Libro VI del Codice di Diritto Canonico così come è stato ordinato e rivisto, nella speranza che si riveli uno strumento per il bene delle anime e che le sue prescrizioni, quando necessarie, siano messe in pratica dai Pastori con giustizia e misericordia, consapevoli che fa parte del loro ministero, come dovere di giustizia - eminente virtù cardinale - imporre pene quando il bene dei fedeli lo richiede.

Affinché tutti siano adeguatamente informati e pienamente a conoscenza delle disposizioni in questione, dispongo che quanto abbiamo deliberato sia promulgato mediante pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea. L'Osservatore Romano e poi inserito nel Commento ufficiale Acta Apostolicae SedisIl nuovo regolamento entrerà in vigore l'8 dicembre 2021.

Stabilisco inoltre che con l'entrata in vigore del nuovo Libro VI, l'attuale Libro VI del Codice di Diritto Canonico del 1983 sarà abrogato, senza che nulla sia degno di particolare menzione in contrario.

Dato a Roma, presso San Pietro, nella solennità di Pentecoste, il 23 maggio 2021, nono anno del Nostro Pontificato.

FRANCESCO

Newsletter La Brújula Lasciateci la vostra e-mail e riceverete ogni settimana le ultime notizie curate con un punto di vista cattolico.