Letture della domenica

"Piccolo gregge, il dolce nome della Chiesa". 19a domenica del Tempo Ordinario

Andrea Mardegan commenta le letture della XIX domenica del Tempo Ordinario e Luis Herrera tiene una breve omelia video. 

Andrea Mardegan-3 agosto 2022-Tempo di lettura: 2 minuti
Domenica XIX

Dopo la parabola dell'uomo ricco che ha accumulato tesori per sé, Gesù continua a insegnare sullo stesso tema. Egli parla di fiducia nella provvidenza di Dio, invitandoci a guardare i gigli del campo e gli uccelli del cielo e a confidare nel Padre che sa di cosa abbiamo bisogno. E conclude con la frase consolante con cui inizia il Vangelo di oggi: "Non temere, piccolo gregge, perché il Padre vostro ha ritenuto opportuno darvi il regno".. Il "Non temere". di Gesù in Luca l'avevamo sentito dire a singole persone: a Pietro, quando lo chiamò dopo la pesca miracolosa; a Giairo, quando gli fu detto che sua figlia era morta, come l'angelo aveva detto a Zaccaria e Maria.

È un "non temere" rivolto a una comunità, anche se al singolare, al piccolo gregge, un nome dolcissimo che Gesù dà al gruppo dei suoi e che è applicabile a tutta la Chiesa. È un "non temere" rivolto a tutti noi personalmente (al singolare), ma come partecipanti al gregge, alla Chiesa. Il motivo per non avere paura è ancora più dolce: perché Gesù ci dice che la "Padre" è nostro. In Luca, Gesù preferisce non utilizzare la parola Dio quando si rivolge ai suoi, ma piuttosto "tuo Padre".. Ci rivela la sua paternità e ci esorta ad avere un rapporto filiale con lui. Non è un Dio lontano, solitario e astratto. Egli prova sentimenti di gioia paterna nel fare il grande dono ai suoi figli: gli ha fatto piacere darci il Regno. 

Il tema dell'attesa è introdotto dal libro della Sapienza, che parla di Israele: "Il tuo popolo ha atteso la salvezza del giusto", e dalla lettera agli Ebrei, che parla di Abramo: "Mentre aspettavo la città dalle solide fondamenta, il cui architetto e costruttore doveva essere Dio".. Gesù lo affronta in tre brevi parabole incentrate sulla dinamica dell'attesa del padrone da parte dei servi. Per due volte ribadisce la grande beatitudine di quei servi se il padrone li trova svegli e vigili al suo ritorno. E il motivo è che lui stesso sarà al loro servizio. 

Pietro chiede se la parabola è solo per loro come apostoli o per tutti. Forse pensava che la metafora del servo fosse adatta solo ai dodici, o che solo a loro fosse riservata la beatitudine. Gesù gli fa capire che siamo tutti servi e che saremo tutti benedetti. Ma per l'amministratore fedele, che è il capo di tutti i servi, come Pietro lo è per la Chiesa, la ricompensa è legata al fatto che dia il cibo giusto agli altri servi. Allora sarà benedetto, perché sarà responsabile di tutti i suoi beni. Gesù, che è venuto per servire ed è in mezzo a noi come colui che serve, ci promette che manterrà questo atteggiamento per tutta l'eternità. E questo è e sarà per noi fonte di grande gioia.

L'omelia sulle letture della domenica 19

Il sacerdote Luis Herrera Campo offre il suo nanomiliauna breve riflessione di un minuto per queste letture.

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