Letture della domenica

"Tutto ciò che è mio è tuo", quarta domenica di Quaresima

Commento alle letture della IV domenica di Quaresima e breve omelia video del sacerdote Luis Herrera.

Andrea Mardegan / Luis Herrera-24 marzo 2022-Tempo di lettura: 2 minuti
DOMENICA DI QUARESIMA

"Tutti gli esattori delle tasse e i peccatori venivano da Gesù per ascoltarlo. E i farisei e gli scribi mormoravano dicendo: "Quest'uomo accoglie i peccatori e mangia con loro".

Questa introduzione di Luca ci offre una chiave di lettura del suo capolavoro, la parabola del padre misericordioso e dei suoi due figli: coloro che sono più lontani da Dio si avvicinano e ascoltano Gesù, mentre gli scribi e i farisei, che dovrebbero essere più vicini a Dio, "mormorano", criticandolo proprio per la sua vicinanza ai peccatori.

La parabola è un modo meraviglioso di parlare, con una storia realistica e aperta, in modo che tutti possano essere toccati nel cuore e coinvolti. Che i primi si rendano conto che Dio può riportarli in vita come figli, e che i secondi si rendano conto che il loro modo di pensare e di agire è lontano anni luce dal modo di pensare e di agire di Dio.

Il giovane chiede la sua parte di eredità a un padre che, in realtà, vorrebbe dargli tutto quello che ha, come dirà al figlio maggiore "Tutto ciò che è mio è tuo".. Allontanandosi da questo "tutto", perde la sua identità di figlio, dilapidando l'eredità che gli ricordava la sua origine e la sua natura. Prendendosi cura dei maiali, perde ancora di più la dignità, a contatto con animali considerati impuri, nella terra dei pagani.

La penitenza per il suo peccato è la sofferenza della lontananza, la convinzione di aver perso il rapporto con il padre, l'accettazione di diventare un servo, lo sforzo di rialzarsi, di risorgere, di riprendere la strada verso la casa paterna, l'ansia di come andrà a finire.

Il padre gli corre incontro, lo abbraccia, lo bacia e non gli permette di dire "Trattatemi come uno dei vostri collaboratori".. Invece, lo ricopre di tutti i segni possibili del suo essere figlio e non servo: il vestito più bello, l'anello di famiglia al dito, i calzari ai piedi e il vitello grasso per celebrare con gioia il suo ritorno.

Il figlio maggiore, fisicamente vicino, ha però un cuore distante dal padre e non è felice, pensa al fratello come "questo tuo figlio"Egli descrive con disprezzo i suoi peccati al padre, che invece non li aveva mai menzionati.

Il padre, però, gli va incontro come al fratello minore e lo invita a convertire il suo cuore secondo quello paterno, a smettere di lavorare in casa come bracciante, a considerare tutti i beni del padre come sua eredità, anche quel figlio che in realtà è, "questo tuo fratello".

La parabola si conclude in modo aperto, affinché ciascuno di coloro che hanno ascoltato Gesù, e ciascuno di noi che ascoltiamo questo Vangelo, possa lasciarsi interpellare dalle parole del Padre e lasciare che l'amore del Padre cambi la nostra vita, sia che ci troviamo nel ruolo del figlio minore che in quello del maggiore. O entrambi.

L'omelia in un minuto

Il sacerdote Luis Herrera Campo offre il suo nanomiliauna breve riflessione di un minuto per queste letture.

L'autoreAndrea Mardegan / Luis Herrera

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