Gesù insegna nel tempio e "Una folla immensa lo ascoltava con piacere". (Mc 12,37). Per aiutare i suoi ascoltatori a fuggire dall'ipocrisia di un comportamento falso che non corrisponde al cuore, soprattutto nel rapporto con Dio, parla degli scribi. Diverse persone sono state viste camminare in lunghe vesti nel cortile del tempio. Li ritrae esternamente e internamente: amano essere accolti nelle piazze, avere i primi posti nelle sinagoghe e nei banchetti. Ma divorano le case delle vedove, che erano tra le persone più povere e indifese. Pregano a lungo solo per essere visti. Non cercano Dio, ma la propria fama e il proprio potere. State lontani da loro, non imitateli.
Poi Gesù si siede. È il gesto del re sul suo trono e del giudice che esercita il suo giudizio. E guarda le persone che gettano monete per il tempio. Nel primo grande cortile, chiamato "il cortile delle donne", c'erano tredici casse per raccogliere i vari tipi di tasse dovute per il santuario. Gesù osserva "come" la folla getta il denaro, dice Marco. Osserva la modalità esteriore e anche quella interiore, leggendo nel cuore e conoscendo la vita di ciascuno. Il "come" interiore: getta denaro per farsi vedere o per il vero amore di Dio e la sua adorazione? Il "come" comprende anche il "quanto". Vede che molte persone ricche gettano un sacco di soldi. Poi vede una donna che, quasi di nascosto, forse per vergogna, getta solo due monete.
Marco spiega ai suoi lettori romani che questi due centesimi equivalgono a un "quadrante", una piccola moneta romana di bronzo di scarso valore, senza l'effigie degli imperatori: era così chiamata perché equivaleva a un quarto di un "asso". Dal listino prezzi delle taverne di Pompei sappiamo che un asso poteva comprare mezzo chilo di pane: oggi potrebbe avere il valore di un euro e mezzo. Quindi le due monete della vedova corrispondono a due monete da venti centesimi dell'euro di oggi.
Chiama i suoi discepoli, distratti, per indicare loro questa povera donna e spiegare il valore della sua offerta. Lei, dice Gesù letteralmente nel greco di Marco, "dalla sua povertà ha gettato tutto quello che aveva, tutta la sua vita".. Gesù incontrò la vedova di Nain e le restituì il figlio che era tutta la sua vita. Maria, sua madre vedova, sul Calvario offrirà la vita di suo figlio, che era tutta la sua vita, a Dio Padre. E il Padre le restituirà il Figlio risorto. La vedova di Zarefath diede il suo ultimo olio e l'ultima farina, tutta la sua vita, al profeta Elia, e Dio gliela moltiplicò fino alla fine della carestia. Gesù deve aver fatto qualcosa anche per la vedova del tempio. Dio vuole che ognuno di noi, suoi discepoli, impari dalla vedova a donare tutta la propria vita e da Gesù a valorizzare i gesti delle creature secondo il suo sguardo.
L'omelia sulle letture della Domenica 33
Il sacerdote Luis Herrera Campo offre il suo nanomiliauna breve riflessione di un minuto per queste letture.