Sant'Ireneo nacque in Oriente, nelle fiorenti comunità cristiane dell'Asia Minore (forse a Smirne, intorno all'anno 130). Si formò nella tradizione asiatica che si era sviluppata intensamente a partire dall'apostolo Giovanni fino alla brillante opera di San Giustino. Ma la sua opera pastorale, almeno come la conosciamo oggi, si svolse in Occidente, come sacerdote e poi vescovo di Lione, dedicando il suo apostolato a Galli, Romani e Germani. Vediamo ancora una volta la ricca diversità della Chiesa del II secolo, in cui un vescovo di cultura asiatica poteva sviluppare il suo ministero in Gallia.
Notiamo anche l'intensa mobilità dei cristiani, che in questo secolo diffondono la fede in tutto l'impero. In effetti, Sant'Ireneo si recò due volte a Roma. Come sacerdote, per portare a Papa Eleuterio una lettera dei martiri di Vienne. Come vescovo, andò a incontrare Papa Victor per difendere le tradizioni della cultura asiatica riguardo alla Pasqua, senza perdere la piena unità con la Chiesa di Roma. Intendiamo quindi il suo titolo come Dottore UnitatisIl ruolo del Papa: unità tra le varie culture cristiane e unità tra le varie comunità e il Papa, che presiede la comunità di Roma nella carità.
Proclamandolo Dottore, la Chiesa dà un riconoscimento speciale ai suoi scritti teologici come testimoni qualificati della genuina dottrina apostolica. Solo due delle sue opere sono complete. Il più importante, il monumentale trattato intitolato Contro le eresieorganizzato in cinque libri, che costituisce la più importante riflessione teologica di tutto il secondo secolo e forse di tutta la teologia asiatica. Come complemento, un piccolo gioiello intitolato Dimostrazione della predicazione apostolicadove espone in modo approfondito gli elementi fondamentali della fede ricevuti dagli apostoli per tradizione. Purtroppo non rimane quasi nulla del resto della sua opera e non si sa nemmeno con certezza come sia morto, anche se una tradizione lo indica come martire nella grande persecuzione di Settimio Severo nel 202.
I vostri interessi
Sappiamo già che i Padri della Chiesa non hanno scritto le loro opere per il gusto di pubblicare libri o esporre i loro hobby personali, ma con un profondo senso di missione a favore della Chiesa. Lo vediamo negli scritti di Sant'Ireneo, il cui scopo principale è quello di promuovere e salvaguardare la fede dei semplici, spiegando accuratamente la dottrina apostolica e denunciando con chiarezza e ragionevolezza le sue deviazioni e manipolazioni. D'altra parte, come indica il suo titolo di dottore, mostra sempre un serio interesse nel mostrare e promuovere l'unità della Chiesa nella sua ammirevole diversità di culture: tedeschi, celti, galli, greci, romani e asiatici condividono la stessa fede e la stessa Chiesa.
Un'altra grande preoccupazione di Sant'Ireneo è quella di esporre e trasmettere ciò che egli stesso aveva ricevuto per tradizione. Numerosi sono i riferimenti, espliciti o impliciti, ai maestri che lo hanno preceduto: San Giovanni, Sant'Ignazio, San Policarpo, San Papia e i presbiteri dell'Asia e San Giustino. La sua straordinaria riflessione teologica è profondamente radicata nella Tradizione e in nessun momento se ne separa o la adultera. Dalla Tradizione riceve anche il canone delle Sacre Scritture, in particolare i Vangeli. Sant'Ireneo parlerà del Vangelo tetramorfoIl Vangelo, cioè un unico Vangelo presentato in quattro forme: i quattro Vangeli canonici che abbiamo oggi nel canone dei libri ispirati. Sant'Ireneo si muove di solito nei temi e nelle dottrine segnate dalla tradizione, e in un linguaggio vicino a quello della Scrittura, anche se, paradossalmente, il suo genio teologico gli permetterà di farlo con un'espressione così nuova che ancora oggi è notevolmente attuale.
Sulla creazione e sull'umanità
Un tema essenziale nella dottrina di Sant'Ireneo è la creazione materiale, come punto d'incontro tra Dio e l'umanità, e come luogo teologico disprezzato dagli gnostici, che negavano ogni valore alla materia come risultato di un errore nel mondo divino. Tuttavia, l'umanità è creata dalla materia, quando Dio Padre plasma con le sue mani Adamo (il Verbo e lo Spirito), al quale infonde lo spirito di vita. In questo modellamento di Adamo, Sant'Ireneo vede l'immagine di Dio nell'uomo, che si riferisce al suo spirito e alla sua materia. Da questa immagine originale, Dio dispiega la storia della creazione come un processo attraverso il quale l'uomo, immagine di Dio, diventa sempre più simile a Lui, il tutto nella cornice del tempo e della materia.
Sant'Ireneo ci insegna quindi che la storia, il divenire di tutta la Creazione, è storia di salvezza, il tempo che Dio impiega per completare il modellamento della sua creatura alla perfezione della sua somiglianza. La storia è un economiaLa Chiesa, un piano ideato da Dio per salvare l'uomo nella sua unità di carne e spirito, un processo mosso nelle sue varie fasi dall'ispirazione di un unico Spirito Santo.
È lo Spirito che guida questo processo e che lo fa conoscere a coloro che sono stati inviati da Dio, sia nell'Antico Testamento (i profeti) che nel Nuovo Testamento (gli apostoli). Al centro di questo processo c'è l'Incarnazione del Verbo, il momento essenziale in cui Dio plasma il nuovo e perfetto Adamo, Gesù Cristo, che viene a ricapitolare in sé tutto ciò che è umano, a liberarlo e a portarlo a pienezza.
La carne del Verbo
Se gli insegnamenti gnostici si basavano su speculazioni e misteri teorici per ottenere attraverso la loro conoscenza la salvezza dello spirito, la scintilla divina dell'uomo, Sant'Ireneo concentrerà il suo insegnamento sui misteri del Verbo di Dio in carne umana, come nuovo Adamo. Parlerà quindi della liberazione operata dal Verbo incarnato sulla Croce, non nell'elaborazione di un sistema intellettuale di illuminazione, perché in essa culmina il suo atto di obbedienza che cancella la disobbedienza del primo Adamo e riscatta così l'umanità da tutti i mali che quella disobbedienza le aveva procurato. Gesù Cristo porta a pienezza l'umanità salvata donandole, con lo Spirito Santo, la perfetta somiglianza divina e conducendola verso l'alto, alla visione e all'incontro con il Padre. Come aveva annunciato Isaia, l'Emmanuele (Dio con noi), il Verbo incarnato, sarebbe stato un segno dalle profondità della terra (la liberazione ottenuta sulla Croce) alle altezze del cielo (la salvezza intesa come partecipazione al mistero dell'Ascensione della carne di Cristo alla destra del Padre).
Questa magnifica visione della storia umana, dell'opera salvifica di Gesù Cristo e della vera pienezza della persona umana (unità di materia e spirito) ha la sua corrispondenza nella magnifica meta che culminerà l'intero processo. Partendo dall'insegnamento dei suoi predecessori, Sant'Ireneo spiegherà che la storia porterà al Millennio profetizzato da San Giovanni nell'Apocalisse. Un Regno di mille anni in cui i giusti godranno con Gesù Cristo è una creazione rinnovata e liberata da ogni male. Uno spazio di retribuzione e di compimento, ma soprattutto una tappa finale nel processo di formazione dell'umanità, dove la carne dei giusti risorti sarà preparata a ricevere la visione di Dio. Alla fine del millennio, la Gerusalemme celeste scenderà in questa creazione rinnovata e l'umanità entrerà in perfetta unità e somiglianza nella visione del Padre.
Nel cantiere del nuovo Dottore UnitatisCosì impariamo a vedere l'unità delle varie culture nell'unica fede, delle varie comunità nell'unica Chiesa, dei quattro Vangeli nell'unico messaggio di Gesù Cristo, delle varie fasi della storia nell'unico piano e di tutte le disposizioni di Dio nell'unico piano. economia risparmio energetico. Di fronte alla necessità di unità e armonia nel mondo in cui viviamo, scopriamo in Sant'Ireneo un antico Dottore che, nel nostro tempo, ha ancora molto da insegnare.