Vaticano

Il Regina Coeli del Papa: "Incontrare Cristo significa scoprire la pace del cuore".

Papa Francesco ha recitato la preghiera del Regina Coeli in questo lunedì di Pasqua, dove ha espresso il desiderio che tutti possano sperimentare la gioia delle donne del Vangelo, che "provano una grande gioia nel ritrovare il Maestro vivo".

David Fernández Alonso-5 aprile 2021-Tempo di lettura: 3 minuti
Regina Coeli Lunedì di Pasqua

Foto: © 2017-2021 Dicasterium pro Communicatione / Vatican Media

Durante il periodo pasquale, che inizia con la domenica di Pasqua e termina con la domenica di Pentecoste, la recita dell'Angelus è sostituita dalla preghiera del Regina Coeli.

Papa Francesco ha recitato il Regina Coeli, il cosiddetto "Regina Coeli". Lunedì dell'Angeloo lunedì di Pasqua, dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico.

"Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il lunedì dopo Pasqua è chiamato anche Lunedì dell'Angeloperché ricordiamo l'incontro dell'angelo con le donne che andarono al sepolcro di Gesù (cfr. Mt 28,1-15). A loro l'angelo dice: "So che cercate Gesù, il Crocifisso. Non è qui, perché è risorto" (vv. 5-6).

L'espressione "è risorto" va oltre la capacità umana. Anche le donne che si erano recate al sepolcro e lo avevano trovato aperto e vuoto non potevano dire: "È risorto", ma solo che il sepolcro era vuoto. Che Gesù fosse risorto poteva dirlo solo un angelo, così come un angelo poteva dire a Maria: "Concepirai un figlio [...] e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo" (Lc 1,31).

L'evangelista Matteo racconta che in quell'alba di Pasqua "ci fu un grande terremoto: l'angelo del Signore scese dal cielo, rotolò via la pietra dal sepolcro e si sedette su di essa" (cfr. v. 2). Quella grande pietra, che avrebbe dovuto essere il sigillo della vittoria sul male e sulla morte, fu posta sotto i piedi, divenne lo sgabello dell'angelo del Signore. Tutti i piani e le difese dei nemici e dei persecutori di Gesù sono stati vani.

L'immagine dell'angelo seduto sulla pietra del sepolcro è la manifestazione concreta e visiva della vittoria di Dio sul male, della vittoria di Cristo sul principe di questo mondo, della luce sulle tenebre. La tomba di Gesù non è stata aperta da un fenomeno fisico, ma dall'intervento del Signore. L'aspetto dell'angelo, aggiunge Matteo, "era come un lampo e le sue vesti erano bianche come la neve" (v. 3). Questi dettagli sono simboli che affermano l'intervento di Dio stesso, portatore di una nuova era, dei tempi finali della storia.

Di fronte all'intervento di Dio, c'è una doppia reazione. Quella delle guardie, che non sono in grado di far fronte alla potenza schiacciante di Dio e sono scosse da un terremoto interiore: sono come morte (cfr. v. 4). La potenza della risurrezione colpisce coloro che erano stati usati per garantire l'apparente vittoria della morte. La reazione delle donne è molto diversa, perché sono espressamente invitate dall'angelo del Signore a non temere: "Non abbiate paura" (v. 5) e a non cercare Gesù nel sepolcro.

Dalle parole dell'angelo possiamo trarre un insegnamento prezioso: non stanchiamoci mai di cercare il Cristo risorto, che dà vita in abbondanza a chi lo incontra. Trovare Cristo significa scoprire la pace del cuore. Le stesse donne del Vangelo, dopo l'iniziale confusione, provano una grande gioia nel ritrovare il Maestro vivo (cfr. vv. 8-9). In questo tempo pasquale, auguro a tutti di vivere la stessa esperienza spirituale, accogliendo nel proprio cuore, nella propria casa e nella propria famiglia il gioioso annuncio della Pasqua: "Cristo risorto non muore più, perché la morte non ha più potere su di lui" (Antifona della Comunione).

Questa certezza ci spinge a pregare, oggi e per tutto il periodo pasquale: "Regina Caeli, laetare - Regina del cielo, gioisci". L'angelo Gabriele la salutò così la prima volta: "Rallegrati, piena di grazia" (Lc 1,28). Ora la gioia di Maria è completa: Gesù è vivo, l'Amore ha vinto. Che questa sia anche la nostra gioia".

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