Vaticano

Otto anni dopo le storiche dimissioni

Sono passati otto anni da quella che possiamo considerare la grande lezione di Benedetto XVI, le sue dimissioni dal soglio pontificio l'11 febbraio 2013.

David Fernández Alonso-2 febbraio 2021-Tempo di lettura: 2 minuti
Benedetto XVI si dimette

L'11 febbraio 2013, Papa Benedetto XVI ha annunciato davanti ai cardinali, con grande sorpresa, di non avere più le "forze sufficienti" per continuare a esercitare il ministero petrino e di dimettersi quindi dalla "barca di Pietro".

"Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono giunto alla certezza che, a causa della mia età avanzata, non ho più le forze per esercitare adeguatamente il ministero petrino". Fu con queste parole che sorprese il mondo, con le quali se ne andò, dando una grande lezione di umiltà.

Un vigore che si era affievolito

Benedetto ha spiegato di essere "ben consapevole che questo ministero, per la sua natura spirituale, deve essere svolto non solo con opere e parole, ma anche e in misura non minore con la sofferenza e la preghiera".

Tuttavia, ha spiegato che "nel mondo di oggi, soggetto a rapide trasformazioni e scosso da questioni di grande importanza per la vita di fede, per guidare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche avere vigore sia nel corpo che nello spirito, un vigore che, negli ultimi mesi, è diminuito in me a tal punto da dover ammettere la mia incapacità di esercitare bene il ministero affidatomi".

Dimissioni dal ministero petrino

E così, ha comunicato la sua decisione di annunciare "in piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, che mi è stato affidato tramite i Cardinali il 19 aprile 2005, cosicché, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20, la Sede di Roma, la Sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato dall'autorità competente un conclave per l'elezione del nuovo Sommo Pontefice".

Vi ringrazio di cuore per tutto l'amore e il lavoro con cui avete sostenuto con me il peso del mio ministero e vi chiedo perdono per tutte le mie mancanze.

Benedetto XVIDichiarazione di dimissioni, 11 febbraio 2013

Oltre a questa decisione, da cui tutti possiamo imparare, egli ci ha lasciato anche altre grandi lezioni nel corso dei suoi quasi otto anni di pontificato.

Un'eredità teologica

Da un lato, la sua opera teologica. In particolare, il suo capolavoro "Gesù di Nazareth", in cui dimostra che il Gesù che appare nei Vangeli è lo stesso Gesù che è esistito. Si compone di tre volumi, in cui commenta la vita di Cristo. Infatti, l'ha scritta durante il suo poco tempo libero.

Benedetto XVI è un grande teologo. A causa di questa preoccupazione ha organizzato un sinodo per i cattolici, per far loro apprezzare meglio la Bibbia; ha spiegato che il Concilio Vaticano II non può essere letto come una rottura con il passato, ma come una continuità; e ha insegnato ad apprezzare il significato liturgico delle cerimonie.

I suoi interventi in Europa

I suoi tre grandi discorsi politici sul contributo della religione al dibattito pubblico sono un altro aspetto della sua eredità. In particolare, sono i discorsi che ha tenuto in l'Accademia di Francia (College des Bernardins)in il Parlamento inglese (Westminster Hall) e in il Parlamento tedesco (Bundestag).

È chiaro che nelle questioni fondamentali del diritto, dove è in gioco la dignità dell'uomo e dell'umanità, il principio di maggioranza non è sufficiente.

Benedetto XVIDiscorso al Bundestag tedesco

Il dialogo di Benedetto XVI

Infine, Benedetto ha mostrato una particolare disponibilità al dialogo. Il Papa emerito si è rivolto alla Fraternità San Pio X, il gruppo tradizionalista fondato da Marcel Lefebvre.

D'altra parte, ha anche promosso le relazioni della Chiesa cattolica con la comunità ebraica, viaggiando in Terra Santa e incontrando le organizzazioni rabbiniche. Dopo la crisi di Ratisbona, moltiplicò i suoi gesti per respingere l'idea di uno scontro di civiltà tra cristiani e musulmani.

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