Di fronte agli sviluppi tecnologici, tra cui la notizie false e il deepfakes, Come possiamo rimanere pienamente umani e rimanere liberi?
Come si può raggiungere la vera saggezza, come si può garantire la dignità umana? Sono domande che oggi si pongono in forme nuove.
Questo mese abbiamo selezionato tre insegnamenti del Papa: il suo messaggio per il Giornata mondiale delle comunicazioni-2024Il suo discorso al Dicastero per la Dottrina della Fede e il suo messaggio per la Quaresima. Temi apparentemente disparati, ma il filo rosso è la vita e la missione dei cristiani e il loro affascinante compito, anche nel nostro mondo che cambia.
Intelligenza artificiale, saggezza e comunicazione
Il tema del Messaggio per la 58a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (24-I-2024) è: "Intelligenza artificiale e saggezza del cuore per una comunicazione pienamente umana".. Come sottolinea il Papa, essa pone ".come possiamo rimanere pienamente umani e guidare il cambiamento culturale in corso verso il bene". Non dobbiamo, consiglia, lasciarci trascinare da previsioni catastrofiche sul futuro, ma dobbiamo, come diceva profeticamente Guardini nel 1927, rimanere "sensibile al dolore prodotto dalla distruzione e dai comportamenti disumani contenuti in questo nuovo mondo".e promuovere "che possa emergere una nuova umanità di profonda spiritualità, di una nuova libertà e di una nuova vita interiore". (Lettere dal lago di Como, Pamplona 2013, 101-104).
In continuità con i messaggi delle precedenti Giornate Mondiali delle Comunicazioni Sociali (2021-2023), Francesco propone che, in quest'epoca che rischia di essere ricca di tecnologia e povera di comunicazione, dobbiamo iniziare la nostra riflessione dalla saggezza del cuore umano. Qui il termine cuore è usato in senso biblico, come sede della libertà e delle decisioni importanti della vita. "La saggezza del cuore, quindi, è quella virtù che ci permette di intrecciare il tutto e le parti, le decisioni e le loro conseguenze, le capacità e le fragilità, il passato e il futuro, l'io e il noi.". Può sembrare, ed è, difficile da realizzare, ma, aggiunge il Papa, "... non è facile.è proprio la sapienza - la cui radice latina sapere è legata al gusto - a dare sapore alla vita.".
Allo stesso tempo, avverte che non possiamo aspettarci la saggezza dalle macchine, e in particolare dall'Intelligenza Artificiale (IA). Come esprime il suo nome scientifico originale, apprendimento automaticoLe macchine possono "imparare" nel senso di immagazzinare e correlare i dati, ma è solo l'uomo che può dare loro un significato.
Quindi, come tutto ciò che è nelle mani dell'uomo, l'IA è allo stesso tempo un'opportunità e un pericolo per l'uomo, se non supera il problema del suo utilizzo. "la tentazione originale di diventare come Dio senza Dio". (cfr. Gen 3). Non si tratta solo di un rischio, ma del pericolo in cui l'uomo è di fatto caduto volendo "..." (Gen 3).conquistare con le proprie forze ciò che invece dovrebbe essere preso come dono di Dio e vissuto nella relazione con gli altri.". Per questo motivo, dice il successore di Pietro, è necessario "risvegliare l'uomo dall'ipnosi in cui è caduto a causa del suo delirio di onnipotenza, credendosi un soggetto totalmente autonomo e autoreferenziale, separato da ogni legame sociale ed estraneo alla sua creaturalità.".
Queste affermazioni non sono generiche. Infatti, dalla prima fase dell'IA, quella dei social media, agli algoritmi, stiamo sperimentando che"...".ogni estensione tecnica dell'uomo può essere uno strumento di servizio amorevole o di dominio ostile.". Il notizie false e deepfakesLa manipolazione e la simulazione che comportano ne sono un chiaro esempio.
Per una regolamentazione etica dell'IA
Cosa propone il Papa? Propone, in primo luogo, di agire in modo preventivo, incoraggiando "regolamentazione etica per arginare le implicazioni dannose e discriminatorie, socialmente ingiuste, dei sistemi di intelligenza artificiale e per contrastare il loro utilizzo per ridurre il pluralismo, polarizzare l'opinione pubblica o costruire un unico modo di pensare.".
Rinnova quindi il suo appello chiedendo di "la comunità delle nazioni a collaborare per adottare un trattato internazionale vincolante che regoli lo sviluppo e l'uso dell'intelligenza artificiale nelle sue molteplici forme" (Messaggio per la 57ª Giornata Mondiale della Pace, 1 gennaio 2024, 8).
In secondo luogo, propone di crescere in umanità, senza lasciarsi ridurre a un mondo in cui la persona diventa mero dato a beneficio di pochi: il mercato o il potere. E a tal fine, elogia la figura del buon giornalismo, capace di comunicare la realtà, in modo tale che "... siamo in grado di comunicare la realtà del mondo.restituisce a ogni essere umano il ruolo di soggetto, con capacità critica, rispetto alla comunicazione stessa.".
Per questo motivo, vede la necessità di "tutelare la professionalità e la dignità degli operatori della comunicazione e dell'informazione, nonché quella degli utenti di tutto il mondo". Chiede inoltre la garanzia di criteri etici nell'informazione, il rispetto e la trasparenza della paternità e delle fonti, in modo da preservare il pluralismo e rappresentare la complessità della realtà, rendendo l'informazione "...".sostenibile"e allo stesso tempo"accessibileper tutti".
A questo proposito, il Papa afferma: "da un lato, lo spettro di una nuova schiavitù, dall'altro, la conquista della libertà.". Sta a noi nutrire il cuore con la libertà, senza la quale non c'è saggezza.
Sacramenti, dignità e fede
Nel suo discorso all'Assemblea Plenaria del Dicastero per la Dottrina della Fede, il 26 gennaio, ha ricordato il loro ruolo secondo i termini della Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium (2022): "Assistere il Romano Pontefice e i vescovi nell'annuncio del Vangelo in tutto il mondo, promuovendo e salvaguardando l'integrità della dottrina cattolica in materia di fede e di morale, sulla base del deposito della fede, e cercando anche una sua comprensione sempre più profonda di fronte a nuove questioni". (art. 69).
Papa Francesco ha confermato l'impegno del Dicastero".nel campo dell'intelligenza della fede di fronte al cambiamento epocale che caratterizza il nostro tempo". E in questa direzione ha offerto loro delle linee guida per il loro lavoro attorno a tre parole: sacramenti, dignità e fede.
In primo luogo, i sacramenti, tema su cui il Dicastero ha lavorato di recente (cfr. Gestis verbisque sulla validità dei sacramenti, 31-I-2024; cfr. Francesco, Discorso alla Plenaria del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, 31-I-2024; cfr. Francesco, Discorso alla Plenaria del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, 31-I-2024., 8-II-2024).
Il Vescovo di Roma sottolinea ora: "Attraverso i sacramenti, i credenti diventano capaci di profezia e di testimonianza. E il nostro tempo ha particolarmente bisogno di profeti di vita nuova e di testimoni di carità: amiamo dunque la bellezza e la forza salvifica dei sacramenti e facciamoli amare!"
In secondo luogo, la dignità. Questo dicastero sta anche lavorando a un documento sulla dignità umana. Per questo motivo, li ha incoraggiati a essere "vicino a tutti coloro che, senza proclami, nella vita concreta di ogni giorno, lottano e pagano di persona per difendere i diritti di chi non conta." (Angelus, 10-X-2023). In questo modo, "di fronte alle varie e attuali forme di eliminazione o di ignoranza degli altri, sappiamo reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non rimanga nelle parole". (enc. Fratelli tutti, 6).
Infine, la fede. Nel contesto del decimo anniversario del Evangelii gaudium e l'approssimarsi del Giubileo del 2025, Francesco ha ricordato le parole di Benedetto XVI quando notava che, spesso tra i cristiani di oggi, la fede non appare più come un presupposto della vita comune, e anzi viene frequentemente negata (cfr. Porta fidei, 2).
Per questo, ha sottolineato Papa Francesco, è tempo di riflettere su alcune questioni: "l'annuncio e la comunicazione della fede nel mondo di oggi, soprattutto in relazione alle giovani generazioni; la conversione missionaria delle strutture ecclesiali e degli operatori pastorali; le nuove culture urbane con il loro carico di sfide, ma anche di nuove domande di senso; infine, e soprattutto, la centralità del "kerigma".' nella vita e nella missione della Chiesa".
La Quaresima: un tempo di libertà
Infine, è opportuno fare riferimento al messaggio per la Quaresima 2024 di quest'anno (pubblicato nel dicembre dello scorso anno): "Attraverso il deserto Dio ci conduce verso la libertà". Il deserto rappresenta qui il cammino di grazia sul quale possiamo scoprire o riscoprire l'amore di Dio per noi, aprendoci così a una libertà più vera e piena.
La condizione per questo, sottolinea il Papa nel suo messaggio, è "che vogliono vedere la realtà. Come Dio vede tutto e ascolta tutto (cfr. Es 3, 7-8), così noi dobbiamo ascoltare le grida di tanti nostri fratelli e sorelle nel bisogno.
Colpisce l'ostacolo che Francesco evidenzia, in riferimento a quanto accaduto nel pellegrinaggio del popolo eletto attraverso il deserto: la nostalgia della schiavitù, legata alla mancanza di speranza.
In effetti, si tratta di un desiderio sorprendente e strano, che si può spiegare solo con la tendenza egocentrica del peccato - che porta all'idolatria - la ricerca della sicurezza a tutti i costi, la tendenza all'autoconservazione e il ricorso agli idoli.
"Altrimenti -Francesco osserva- non si spiegherebbe che un'umanità giunta alle soglie della fratellanza universale e a livelli di sviluppo scientifico, tecnico, culturale e giuridico capaci di garantire la dignità di tutti, cammini nel buio delle disuguaglianze e dei conflitti.".
E continuando con l'analogia tra il nostro viaggio e l'esodo degli israeliti dall'Egitto, il successore di Pietro sottolinea: "... l'esodo degli israeliti dall'Egitto è un viaggio che non è solo un viaggio, ma un viaggio che è anche un viaggio.Più temibili del Faraone sono gli idoli; potremmo considerarli come la loro voce in noi. Sentirsi onnipotenti, riconosciuti da tutti, approfittarsi degli altri: ogni essere umano sente dentro di sé la seduzione di questa menzogna. È un sentiero ben battuto.
Pertanto, possiamo attaccarci al denaro, a certi progetti, idee, obiettivi, alla nostra posizione, a una tradizione e persino ad alcune persone. Queste cose, invece di guidarci, ci paralizzano. Invece di unirci, ci mettono gli uni contro gli altri.".
Cosa fare allora? Francesco propone: "È un tempo per agire, e in Quaresima agire è anche fare una pausa.". Fermarsi nella preghiera, nell'elemosina e nel digiuno, che sono come risvegli per un cuore atrofizzato e isolato. E non con un volto triste (cfr. Mt 6,16), ma con un volto allegro, aperto alla creatività e alla speranza.
Il messaggio si conclude con parole speciali per i giovani, tratte dalla sfida che Francesco ha lanciato loro lo scorso anno a Lisbona: "Cercare e rischiare, cercare e rischiare. In questo momento storico le sfide sono enormi, i lamenti sono dolorosi - stiamo vivendo una terza guerra mondiale a pezzi e bocconi - ma accettiamo il rischio di pensare che non siamo in agonia, ma in travaglio; non alla fine, ma all'inizio di un grande spettacolo. E ci vuole coraggio per pensarlo". (Discorso agli studenti universitari, 3-VIII-2023).